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<<È giá di ritorno, Padre.>>
<<Bene...>> il Padre degli dei si sedette sul trono e rivolse un cenno frettoloso alle guardie; <<Penso vorrá fargli visita, Padre.>> continuò il figlio.
Uno dei corvi di Odino gracchió nella luce dorata, quasi in risposta, per poi svolazzare su di una delle alte travi, <<E non sarò certo io ad impedirglielo.Ma ti prego Thor, sii tu ad accompagnarla alle segrete e dille che subito dopo venga da me a riferirmi l'esito della guerra. Va, figlio.>>
Thor annuì assente e si diresse verso l'uscita della grande sala,il mantello che strusciava sul pavimento dorato. Prese un largo corridoio per poi fuoriuscire in un cortile ovale, rigoglioso di piccoli arbusti. Il cielo si apriva azzurognolo sopra di lui.
Sapeva già la faccia che avrebbe avuto la ragazza. Una faccia di astio... eppure la guerra era stata vinta, era stato Heimdall a riferiglielo. I giganti di ghiaccio erano stati respinti e non vedeva alcun problema. Ma un problema c'era e persisteva...

<<Già di ritorno umana. Sono compiaciuto del tuo successo.>>
La ragazza fece una faccia perplessa, diversa dal solito.
<<Non ho combattuto solo io Thor. Il merito non mi appartiene.>> Rimasero qualche istante immobili, uno di fronte all' altro, per poi abbracciarsi in segno di saluto.
<<Immagino che Odino mi voglia vedere...>>
<<Hai ottenuto il suo permesso, Eske.>> la ragazza aggrottó la fronte, <<Oh... quindi gli hai detto che ho saputo di New York... e di...>> non riusciva a pronunciare quel nome...non piú oramai. Abbassò gli occhi e si ritrovò a fissare i suoi stivali.
Thor ruppe il silenzio.
<<Sei stata via per molto da Asgard. Ma hi servito mio padre in guerra. Te ne è grato.>>
<<Si...ma avrei preferito aver preso parte alla battaglia su Midgard con voi altri... Io...io vorrei parlargli,Thor; ma non so se riesco a non ucciderlo...>> Thor scoppiò in una breve risata, <<Loki non è più lo stesso; da quando sei partita per la guerra nei nove mondi si è trasformato in puro odio. E le bugie passate non hanno giocato certo a suo favore.>>
Eske lasciò la spada e lo scudo tra l'erba del cortile di addestramento, camminava lentamente e combatteva con sé stessa per non far tremare il braccio destro.
<<I giganti sono difficili da uccidere, te ne sarai accorta.>>
La ragazza fece posare lo sguardo sul braccio e si limitò ad annuire seria. I lunghi capelli erano fermati con tante treccine e tenuti sciolti, gli occhi spenti restarono socchiusi per la troppa luce.

Arrivarono davanti all'entrata buia delle segrete. Thor fece un cenno alle sentinelle d'ingresso che ne aprirono le due strette ante.
<<Qui ad Asgard come procedono le cose?>> chiese Eske in un soffio.
Thor scosse il capo, <<Si teme per Asgard mentre Jötunheim stringe alleanze.>> Il rumore dei passi mentre scendevano le scale in pietra si fece eco tra le pareti ed Eske strinse le mani a pugno, lungo il corpetto elaborato in pelle marrone. La testa le girava ma non ci fece importanza. Aveva questioni da risolvere. Doveva sfogare la sua stramaledetta rabbia...
Arrivarono alla fine della scala dove iniziavano le celle, Thor le indicò quella del fratello e fece per accompagnarla ma lei lo fermò per un braccio.
<<Non ho bisogno che tu venga. Ti sarei grato se mi aspettassi assieme alla guardie, Thor.>> Il Dio dei fulmini assentí e a passi pesanti risalí le scale.


Eske si avvicinò alla cella in vetro, il cuore le batteva forte e il respiro divenne affanoso. Doveva dire qualcosa, ma non sapeva cosa fino a che la voce calda di Loki la precedette.
<< Non ero a conoscenza di aspettare visite, altrimenti avrei sistemato la mia cella...>> la sua risatina strozzata fu poi interrota dalla ragazza;
<<Ed io non pensavo di poterti trovare rinchiuso.>>
La faccia del Dio divenne pallida, gli occhi si fecero fessure, si trovava al centro della stanza, un libro nelle mani.
Eske rimase nell'ombra, nascosta, poi venne a due metri dal vetro della prigione e la luce ne schiarí i lineamenti.
Loki aggrottó le sopracciglia, per poi celare ogni emozione.
<<Sei tornata.>> la voce fredda sembrava sfidare quella altrettanto gelida della ragazza di fronte a lui. Lei si limitò ad annuire, le labbra serrate. Allora Loki lasciò cadere su una delle sedie il libro e si concentró su di lei.
<<Non sapevo stessi con Thor adesso?>> la buttó lì Loki,
Eske non rispose e fece alcuni passi alla sua sinistra, seguita dallo sguardo del prigioniero.
<<Ed io non immaginavo fossi nelle prigioni.>> ripetè lei calma. Una calma raggelante che turbó non poco il Dio. <<È un'affermazione alla mia domanda?>> chiese infine, la ragazza mosse un braccio per poi lasciarlo ricadere sul fianco, evasiva, <<No, ma tu non hai ancora risposto alla mia, di domanda.>> Loki allora fece un sottile sorriso e alzò un sopracciglio, << Tu sai giá la mia risposta... New York, la lurida Midgard... è stata tutta opera mia!>>
Eske allora scattó piena di rabbia, << Tu gli hai uccisi tutti. Su Midgard. Sei un pazzo se credi che sia colpa loro... la colpa di sentirti solo e abbandonato...>>
<<Oh...>> una fredda risata uscí dalla bocca di Loki, <<Avanti, non fare la sentimentalista...sono solo umani, essere inferiori, Eske...>>Il Dio si fermò e capí solo allora di aver commesso un errore...lo capí vedendo la figura della ragazza farsi avanti e stringere i pugni fino a far diventare le nocche bianche. << Io...anche io sono una Midgardiana....te lo sei forse dimenticato! Tu mi uccideresti non è cosí, se tu fossi fuori da lí mi uccideresti! Ma non lo hai fatto in passato, o sbaglio?>> Loki fece per aprire bocca ma la ragazza non gli diede il tempo, <<Sei cambiato Loki...>>
Allora il Dio si voltó e scaraventó una sedia che picchió duro contro il vetro, Eske indietreggió di colpo, <<Tutti me lo ripetano, io non sono cambiato sono sempre stato cosí. Ho mentito come loro hanno mentito a me! Tutti loro!>>
<<No. Non è quello che tu hai detto a giustificare le tue azione sulla Terra. Persone innocenti sono morte a causa tua...del tuo odio..>>
Loki si fece avanti a pochi centimentri dal vetro e con la sua voce tagliente sussurrò: <<Nessuno è innocente. Nessuno. C'è chi è bravo a mentire, chi a uccidere, chi a far soffrire e chi ad andarsene, Eske. Tu dovresti saperlo bene, umana.>> Lei gli ringhió contro e batté i pugni sul vetro <<Sono qui per volere di Odino. Sono qui per combattere, ho giurato la mia fedeltà tempo addietro...>>Loki sogghignó soddisfatto di averla fatta sentire in colpa per averlo lasciato lì. Aveva odiato gli umani...forse peró, più di tutti aveva odiato solo lei, di umana...
Rimaneva il fatto che le parole della ragazza erano terribilmente veritiere. Non voleva ammetterlo ma doveva essere cosí. Perché lei riusciva a capirlo; e questa cosa lo aveva da sempre infastidito... prima che Eske partisse, lui pensava di aver trovato una persona con cui parlare per non sentirsi diverso. Per non sentirsi incompreso.
Ma le sue speranze si erano frantumate e il dolore cresciuto in odio gli aveva fatto capire che i sogni non esistevano. La libertà era una bugia, solamente una delle tante bugie della vita.
La vendetta era la sola cosa che gli rimaneva.

Eske cadde in ginocchio, respirando a fatica. Aveva tanto freddo... Loki la osservò dall'alto. <<Che ti prende? Ti senti in colpa? O ti senti all'improvviso trapassata dalla verità... fa male, non è vero!>> il Dio urló fuori di sé; poi si mise a sedere sui talloni.
Eske era ancora sul pavimento, tremante e quando respirava, una nuvoletta si fermava a mezz'aria.
<<Eske>> sussurrò Loki, <<Io non vol.... Eske?>>
La ragazza si accasció a terra, teneva un braccio stretto al petto e aveva gli occhi chiusi, <<Ch...chiama a-iuto Lo-ki...>> la sua voce uscí a poco più di un sussurro.
Loki scattó in piedi in preda a panico invisibile : <<Guardie!>> chiamò fuori di sé, tenendo lo sguardo fisso sul corpo dell'umana.
<<Guardie!>> chiamò ancora...


Nota autrice: Salve a tutti! Questa è la mia nuova fanfiction su Loki ♡! E così è come è venuta fuori.
FATEMI SAPERE SE VI PIACE!!!!!!! COMMENTATE;)♡♡

♡Loki Laufeyson♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora