School

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Stanchezza, era questo il termine adatto per descrivere la mia attuale situazione, nella biblioteca vi erano poche persone, non è un luogo molto frequentato dagli studenti, per questo vengo spesso qui.

Sento il vento che soffia forte in questa grigia giornata di metà ottobre, spero solamente non piova.

I capelli biondi-ramati ricadono disordinati sul libro, so di avere la frangia scompigliata e le occhiaie, non c'è bisogno che mi guardi allo specchio per saperlo.

Guardo l'orario sul telefono che segna le 16:25 meglio affrettarsi, mi alzo e chiudo il libro di anatomia che stavo leggendo, e successivamente lo ripongo nello zaino, vedo lo schermo del telefono illuminarsi, guardo e vedo una chiamata...chi può essere se non mia sorella? Ed infatti è lei, trascino il dito sullo schermo e rispondo alla chiamata mentre mi avvio verso l'uscita della biblioteca.

<Pronto Mary>
Dico con tono un pochino scocciato, lo sa che non deve chiamarmi a quest'ora sa che sono a scuola.

<oh Madison! Quanto tempo, perché non rispondi mai alle mie chiamate?> il suo tono è nervoso e deluso beh come biasimarla, tutto è cambiato da quando ho deciso di partire e venire a studiare qui in America

<lo so, sono molto occupata in questo periodo scusa>
Ma non mi sento per niente in colpa, sto cercando di allontanarmi il più possibile dalla mia famiglia, non voglio più averne a che fare.

<allora falla breve non ho tutto il giorno, perché hai chiamato?>
Sbotto col mio solito tono freddo e scocciato

<ma come perché? Dannazione Madison sono quasi 3 mesi che non ti fai più sentire, qui siamo preoccupati sai?!>
Il suo tono e malinconico mentre pronuncia la frase, probabilmente ha gli occhi lucidi, Tsz spero che non inizi a piangere o giuro che questa è l'ultima volta che sentirà la mia voce.

<Ascoltami bene Mary, questa è l'ultima volta che te lo ripeto, non tornerò più a Londra, d'altronde non mi par di ricordare nessun viso triste il giorno in cui ho detto la mia decisione riguardo al mio futuro, sei sempre stata la preferita e questo lo sai bene anche tu, io non mi sento a mio agio li, non mi sono mai sentita amata.>
Non posso far a meno di dire che mi sento un vero schifo, ormai la campanella è suonata ed io sono uscita da scuola e mi avvio verso la metropolitana, nel mentre che Mary continua coi suoi soliti discorsi, ah lei non c'entra nulla, di sicuro non ha colpe, ma non posso far a meno di provare gelosia nei suoi confronti, basta non reggo più sento gli occhi lucidi e le chiudo il telefono in faccia.

A creepy life storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora