Capitolo uno

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"Papà, papà svegliati!" La vocina sottile di Sophia arrivava ancora ovattata alle mie orecchie, i miei occhi non volevano saperne di aprirsi quel giorno, ma quando sentì un ennesimo "Dai papà!" della piccola fui costretto a svegliarmi definitivamente ed ad iniziare un'altra pesante giornata lavorativa. Lavoravo come impiegato nell'azienda di mio padre, non amavo quel posto ma, avendo una figlia di 4 anni a carico le spese erano raddoppiate e non potevo farmi mantenere ancora dai miei, non volevo assolutamente spendessero altri soldi per me, avevano gia fatto abbastanza, e gli ero infinitamente grato per questo.

"Buongiorno piccoletta" la piccola mi si lanciò addosso non appena pronunciai quelle parole ed io non trattenni un piccolo risolino seguito da un enorme sorriso .

La mia bambina non era stata esattamente voluta, anche perchè io ero gay dichiarato e non avrei mai fatto sesso con una ragazza, se non sotto effetto di alcolici. Quella sera ero andato ad una festa organizzata da amici e li mi ero ubriacato, non lo avevo neanche voluto, insomma un bicchiere tira l'altro. Alla fine mi ero ritrovato a fare sesso con una ragazza di nome Briana-nonchè la madre della mia bambina- che aveva una cotta per me da circa un anno e quindi era pienamente consenziente al rapporto. Non era stata però attenta a prendere precauzioni, tantomeno lo ero stato io che non sapevo neanche cosa stessi facendo perciò pochi giorni dopo mi arrivò una sua chiamata dove affermava di essere rimasta incinta. Mi disse che avremmo dovuto badare insieme alla bambina finchè non fosse cresciuta, ma io non ero affatto attratto da lei, che inoltre sapeva della mia omosessualità, perciò le risi in faccia e le pregai di dirmi come aveva realmente intenzione di procedere con l'arrivo della piccola. A quel punto la sua voce pacata si trasformò in una furiosa e rotta dal pianto, mi disse che lei non voleva saperne niente e che avrei dovuto occuparmene da solo e così fu. Il giorno del parto le ero stato vicino e le avevo tenuto la mano mentre metteva al mondo Sophia. Ricordo benissimo il momento in cui me la misero in braccio, una bellissima bimba dagli occhi azzurri ed i capelli neri che urlava a squarcia gola. Da quel giorno mi occupai della mia bellissima principessa. Nonostante avessi solo diciassette anni sapevo prendermi cura dei bambini-in famiglia di certo non mancavano-e avevo anche la stabilità economica visto che vivevo ancora con i miei genitori.

Ora avevo ventun' anni, ero andato a vivere con Sophia in un appartamento poco distante da casa dei miei quando la piccola aveva compiuto due anni, e da allora avevo cominciato a lavorare nell'azienda di mio padre per poter mantenere entrambi.


"Papà non voglio andare a scuola oggi. C'è un bambino cattivo lì." disse piano Sophia "Chi ha osato mettersi contro la mia pincipessa?" risposi con tono fintamente arrabbiato. "Si chiama Ethan. Mi dice che sono brutta, e una volta mi ha anche spinto, diglielo che non deve fare il cattivo con me papà, diglielo!" la risposta non tardò ad arrivare. "Glielo dico solo se oggi fai da brava e vai a scuola senza fare storie." la bambina si lasciò sfuggire un sonoro sbuffo e subito dopo borbottò un 'vabene'


Quella mattina uscimmo di casa abbastanza presto, così pensai di avere abbastanza tempo per parlare con uno dei due genitori del bambino 'cattivo' che dava fastidio a Sophia. Sicuramente avrebbero capito ed avrebbero spronato il bimbo a lasciar stare mia figlia. Così dopo aver accompagnato Soph nella sua classe chiesi alla maestra chi erano i genitori di Ethan e se fossero presenti. Lei prontamente indicò con il dito un ragazzo riccio che parlava con un adorabile piccolo bambino, penso più piccolo di Sophia dall'altra parte dell'aula. La ringraziai e aspettai fuori che uscisse dalla piccola stanza dove io stesso mi trovavo poco prima. Ed eccolo lì un ragazzo dai capelli ricci e lunghi, gli occhi smeraldo e due fossette ai lati delle guance, bel ragazzo pensai. Non mi ero mai accoprto della sua presenza prima, probabilmente doveva essere nuovo di qui.

"Buongiorno mi scusi, dovrei parlarle!" dissi a voce abbastanza alta da farmi sentire dal ragazzo a qualche metro da me. "Dice a me?" rispose lui. "Ehm si, piacere sono Louis Tomlinson il papà di Sophia" "Harry Styles, mi dica" "Scusi il disturbo so che probabilmente non è il momento adatto ma, vorrei farle presente che suo figlio infastidisce mia figlia, che stamattina non voleva addirittura venire a scuola per paura di essere attaccata nuovamente dal piccoletto, che la chiama brutta e cose varie ed ogni tanto la spinge. So che sono cose da niente ma mia figlia è abbastanza suscettibile e testarda, e sarebbe capace di non venire piu a scuola pur di non incontrare Ethan." Il riccio scoppiò in una fragorosa risata, e poi tornò a puntare lo sguardo su di me che lo stavo guardando accigliato. "Ethan non è mio figlio, e poi non penso che un bambino di due anni si appresti a fare cose del genere, non sa neanche cosa significhi la parola brutto." disse divertito. "Sophia però ciò non lo sa, quindi sarebbe meglio cercare di fargli avere un comportamento più adatto ad una scuola materna." replicai con un sorrisetto beffardo sul volto. "Sarà fatto." rispose il riccio con un espressione abbastanza infastidita sul volto. Mi ricordai improvvisamente che al lavoro mancava ancora un po' visto che cominciavo il mi turno alle nove e che fino a quell'ora non avrei avuto niente da fare, perciò richiamai l'attenzione del riccio che si stava allontanando a passo lento e che stranamente mi attirava più del dovuto, "Oh, signor Styles?" "Ti prego chiamami Harry e dammi del tu." "Harry" mi corressi "Che ne dici di andare a prendere un caffè? Sempre se non hai altri impegni" "Direi che si può fare, conosco una caffetteria che fa degli ottimi cappuccini."


N/A

Eeehii sono nuova di quaa e questa è la prima storia che scrivo perciò se c'è qualcosa da correggere ditemelo senza problemi. Ovviamente la storia fra pochissimo prenderà una piega molto ma, molto diversa da quella che sta prendendo, spero vi piaccia, tra poco pubblicherò il secondo capitolo. Ciao cuoricinii.



This is my daughter.[Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora