i loved my daddy

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"Oh?" Niall interrogò stringendosi nelle spalle, "Così ti ha lasciata sul ciglio della strada?"

Mi morsi l'interno della guancia e annuii, "È stato molto molto cattivo."

"Cosa hai fatto, se non ti dispiace rispondere."

"Non posso dirlo, ma non è stato perché ho mangiato l'ultimo biscotto Niall."

annuì lentamente, "Una cosa illegale?" chiese prima di aggiungere rapidamente, "Prometto che non andrò alla polizia. Ho fatto qualche cazzata anch'io, e ti assicuro che ucciderei se qualcuno dovesse farlo a me."

Il mio respiro si fermò in gola, "U-uccidere?"

Ridacchiò, "È un'esagerazione piccola, ma in ogni modo, siamo li."

Deglutii guardando verso casa mia, "H-hai qualcosa? Una pistola, per esempio?" Chiesi nervosamente.

"Hai paura di qualcosa?" Niall aggrottò le sopracciglia "Ascolta, se lui ti fa male in maniera regolare, posso chiamare qualcuno."

"No!" Impostai subito le mani in difesa, "Ho solo bisogno di averne una, va bene?"

Mi guardò per un momento, prima di avvicinarsi a me, il suo viso era così vicino al mio e i miei nervi scattarono. Avevo i brividi lungo la schiena, perché potevo sentire il suo respiro sul mio collo.

Sapevo quello che stava realmente facendo, voleva provare a farmi cedere. Ma sapevo anche che non avrebbe ottenuto niente.

Sentii il vano portaoggetti chiudersi, rialzò il viso così che fossimo faccia a faccia.

Mi posizionò la pistola in grembo, "Spara molto bene, ma se qualcuno si fa male, sono le tue impronte digitali non mie."

Non potetti fare a meno di ridacchiare, "Oh per favore, piccolo." Derisi usando la parola che aveva usato lui prima, "Se vado giú, puoi scommetterci il culo che ti porterò giù con me." Sorrisi innocentemente baciandogli la guancia.

"Grazie per il passaggio tra l'altro," uscii e mi diressi verso la mia porta, ascoltando il rumore dell'auto che si allontanava.

Cercai di essere il più silenziosa possibile, strisciando le dita contro il muro.

Sentii delle voci soffusi, in cucina. Così, premetti l'orecchio alla porta cercando di ascoltare ciò che veniva detto.

Mi infilai la pistola in tasca e entrai, "Papino?"

Papino mi guardò, "Marie, sei a casa." Attentamente fece un passo verso di me, testando le acque, poi avvolse un braccio intorno alla mia piccola statura.

"T-Tu mi hai lasciato." Tirai su con il naso, abbracciandolo.

"Ho esagerato, bambina, ti prego di perdonami?" pregò, amavo quando mi pregava. Implorava per la mia bocca, mi piaceva così tanto.

"Certo che si papino." sorrisi ampiamente, "Ti amo, papino."

Mi baciò dolcemente e infilò una ciocca randagia dei miei capelli arricciati dietro l'orecchio, "Mangiamo qualcosa, come ti sembra, principessa?"

daddy's killer :: hes [italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora