Ero in un campo di fiori selvatici di tutti i colori, dal bianco al nero.
Era uno spettacolo bellissimo. Soffiava una brezza leggera e fresca, che scompigliava i miei capelli castano chiaro.
Indossavo un semplice vestito bianco a stile impero, senza maniche, con il cordoncino verde acqua stretto sotto al seno.
Un nastro dello stesso colore intrecciava i miei capelli in un'acconciatura morbida e semplice.
Nel campo c'era un enorme salice piangente, verde e rigoglioso, che sembrava volersi nascondere con le foglie.
Incamminandomi verso di esso, notai che ero scalza. I piedi nudi erano accarezzati dall'erba fresca di rugiada.
Arrivata all'albero scostai i rami più bassi per crearmi un varco.
La luce là sotto era affievolita dai rami rigogliosi, e creava un'atmosfera fiabesca.
Anche se il vento non poteva arrivare fin là sotto, i semi del tarassaco, che cresceva rigoglioso tra le radici del salice, volavano attorno, rischiarati qua e là dalle pozze di luce che riuscivano a filtrare.
Il tronco, imponente e nodoso, scuro e un po' ricurvo, era popolato da piccoli funghi arancioni e marroncini che sembravano creare una spirale colorata.
Presi un soffione e ci soffiai sopra, desiderando con tutto il cuore che quella visione non finisse mai.
Proprio mentre soffiavo, notai un ragazzo moro sbucare da dietro l'albero. Aveva gli occhi color nutella e un viso puccioso. Veniva voglia di pizzicargli le guance, come fanno le nonne.
Ed era alto. Molto alto.
Aveva in volto un'espressione di felicità pura che sapevo di avere anch'io stampata in viso.
Quando mi scorse, i suoi occhi, accesi e brillanti, si spalancarono vistosamente. Probabilmente era sicuro di essere da solo in questa specie di paradiso terrestre, come pensavo anch'io solo pochi secondi prima.
Le sue guance si tinsero di un lieve rosso, e le labbra si schiusero nel sorriso più bello del mondo.
Sorrisi a mia volta. Ma nessuno osava avvicinarsi all'altro.
Dopo qualche minuto lui cominciò a ridacchiare, probabilmente per l'imbarazzo, e quindi per spezzare la tensione mi unii alla sua risata, che divenne più fragorosa ogni secondo di più, fino a trasformarsi in una risata sincera proveniente dal cuore. Prendemmo entrambi coraggio e ci avvicinammo.
Dopo qualche passo però, nei suoi occhi si fece strada un luccichio, come se gli fosse appena venuta un'idea, e si fermò.
Alzò una mano avanti come a dirmi di fermarmi e poi corse alla sua sinistra, verso un cespuglio di rose.
Ne scelse una blu fra tutte le altre. Era l'unica che non ne aveva altre della sua colorazione.
Si girò verso di me e mi corse incontro. Mentre correva i capelli ricci si mossero e diventarono ancora più gonfi di prima. Mi balzò subito in testa l'improvvisa voglia di scompigliarglieli con la mano. Repressi e cacciai in un angolino della mia mente questo pensiero, e mi concentrai sui suoi occhi scuri, così profondi e belli.
Quando arrivò vicino a me, il cuore cominciò ad accelerare tanto che temevo mi sarebbe sbalzato fuori dal petto.
Mi porse la rosa con garbo, abbassando gli occhi come se si vergognasse.
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La Rosa Blu
Teen FictionTutti gioirebbero nel ricevere una rosa rossa, ma credo che un esemplare blu, per le sue rarità e stranezza che lo rendono addirittura innaturale, lusingherebbe il doppio qualsiasi animo. E allora, se chiunque preferirebbe una rosa blu ad una...