De Angelis non mi parlava da tre giorni.
Il tempo trascorreva lento durante le lezioni, come se si divertisse a farmi notare che Lorenzo non mi degnava più neanche di uno sguardo.
Chloe cercava di tirarmi su di morale, facendomi ridere; però appena ripensavo a quello che mi aveva detto lui, cominciavo di nuovo a piangere.
A tavola mangiavo poco e niente. Il tempo lo passavo solo sui libri di scuola a studiare e a fare i compiti, e solo alla sera mi concedevo una mezz'oretta di lettura personale.
Così chiusa non sembravo più io. Non mi truccavo più, non uscivo più, non ridevo più. Ero diventata un'altra.
Un giorno però, Bethany mi si avvicinò a mensa, con lo sguardo perfido, circondata da quelle oche che le facevano da spalla e la seguivano ovunque.
Cercai Chloe con lo sguardo, ma era andata in bagno. Ero sola.
Si sedettero tutte intorno a me, circondandomi.
Bethany si era seduta davanti a me. Prese la mia mela rossa dal mio vassoio, la morse e poi mi guardò maliziosa.
"Ci sei mai stata a una festa, sfigata?" mi chiese lei, evidentemente per sfottermi.
Strinsi i pugni da sotto al tavolo e abbassai la testa. Ero intimorita da lei.
Codarda! mi rimproverò la mia coscienza.
Stai zitta tu! ribattei.
Sentivo le risatine delle sue amichette, quindi arrossii.
Sentii due dita prendermi il mento e farmi alzare lo sguardo. Le unghie affilate di Bethany mi graffiarono.
Mi ricordai di quando era Lorenzo a sollevarmi la testa, di quando potevo perdermi nei suoi occhi nocciola senza sembrare una perfetta idiota, ma invece incontrai le iridi azzurro sporco di Bethany, che mi fissavano con astio.
Ricambiai lo sguardo.
"Anche se fosse?" ringhiai io.
Lei guardò le sue amiche e ghignò, come se volesse dimostrare alle altre di aver avuto ragione.
"Anche se fosse?!" esclamò lei piena di finto stupore, con la bocca aperta a "O" e l'altra mano a coprirle la bocca, "Dobbiamo fare qualcosa, povera cara..." a quella frase mi venne in mente Effie Trinket, dato che quella era la sua frase più celebre, e mi venne da ridere.
Bethany probabilmente notò il mio sguardo divertito, per cui tolse la mano e la finta dolcezza di prima si colorò appena appena di una punta di rabbia. Si schiarì la voce e ricominciò a parlare: "Dicevo... dobbiamo fare qualcosa. E io ho in mente che cosa..." disse lei guardandomi ghignante. Poi cominciò a guardarsi le unghie. "Ti invito ufficialmente alla festa a casa mia di questo sabato. Ci sarà tutta la scuola." aggiunse lei riportando lo sguardo su di me.
Quindi ci sarà... anche Lorenzo? Mi chiesi tra me e me, al contempo speranzosa e intimorita.
"Ti prego di esserci..." riprese lei, con uno sguardo che interpretai come un Non puoi mancare, o saranno guai. "Ti permetto anche di portarti quella tua amica... Chloe giusto?" disse con una punta di disprezzo e disgusto, arricciando il naso.
"E se io non volessi venire?" chiesi io con uno sguardo di sfida, ancora arrabbiata per la reazione che aveva avuto parlando della mia migliore amica, che non si era ancora decisa ad arrivare.
Negli occhi di Bethany qualcosa scattò, come se avessi appena tagliato il filo della sua pazienza.
"Vedrai." disse con voce roca e profonda.
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La Rosa Blu
Ficção AdolescenteTutti gioirebbero nel ricevere una rosa rossa, ma credo che un esemplare blu, per le sue rarità e stranezza che lo rendono addirittura innaturale, lusingherebbe il doppio qualsiasi animo. E allora, se chiunque preferirebbe una rosa blu ad una...