La campanella suonò la fine delle lezioni.
Si sentì un coro di sospiri e grida di contentezza, e tutti cominciarono ad uscire dall'aula, ammassandosi come animali nel tentativo di arrivare prima possibile al dormitorio.
Lorenzo mi passò accanto e non mi degnò neanche di uno sguardo.
Ero allibita.
Rimasi a bocca aperta fino a quando Chloe non mi passò una mano davanti agli occhi.
"Tutto bene?" mi chiese la mia nuova amica.
"Sì certo... Dobbiamo andare, mio padre ci aspetta!" dissi con finto entusiasmo.
Attraversammo tutto il campus, fino a quando non arrivammo alla caffetteria.
Scorsi gli occhi scuri e luminosi di mio padre che ci aspettava.
"Ciao tesoro!" mi salutò lui abbracciandomi.
"Ciao papà." dissi io con lo stesso entusiasmo.
"E lei chi è?" mi chiese lui indicando Chloe, che lo salutò di rimando con un timido cenno sbarazzino della mano.
"Salve signor Brown. Io sono Chloe, la vicina di banco di sua figlia." disse Chloe timidamente.
"Oh piacere! Spero non si sia distratta durante la lezione!" disse guardandola con occhi inquisitori.
Lei rise e disse: "Oh no signore! E' stata attentissima!"
Io le rivolsi un cenno d'intesa e cominciammo a ridacchiare.
Mio padre ci guardò male, ma poi si mise a ridere di cuore.
"Allora. Ho portato tutta la tua roba nella tua stanza... e no! Non ho toccato la tua valigia." aggiunse vedendo il mio sguardo fulminante.
"Ma ora dimmi... com'è andata a scuola?" mi chiese lui guardandomi negli occhi.
"Oh beh... è andata più o meno così..." e cominciai a raccontargli tutto, eccetto la storia di Lorenzo e tutto ciò che ne era derivato.
"Ah, bene bene allora." mi disse lui.
Guardò l'orologio sul suo polso e disse: "Oddio com'è tardi! Devo correre ad una riunione!" poi mi guardò con gli occhi tristi.
"Vai pure papà. Me la caverò..." gli dissi rassicurante.
Mio padre aveva i lucciconi agli occhi, e mi strinse a sè, come quando ero bambina.
"Ti voglio bene" mi disse.
"Anch'io papà" gli risposi.
Dopo altri saluti padre-figlia, mi diede le chiavi della stanza e mi raccomandò di fare la brava ecc...
Una volta sole, io e Chloe prendemmo due mocaccini e cominciammo a chiacchierare sulle nostre OTP preferite e su altre cose da Fangirls, o almeno fino a quando lei non mi chiese:
"Allora? Qual'è il numero della tua stanza?"
Cercai la chiave che avevo messo nella mia borsa. 345 diceva la targhetta attaccata al portachiavi.
"La 345... La tua invece?" le chiesi curiosa.
I suoi occhi si illuminarono.
"Vieni che te la mostro! Poi puoi andare a sistemare le tue cose dato che siamo nello stesso edificio!" disse entusiasta.
"Ehm... okay..." acconsentii io alquanto inquietata dai suoi sguardi.
Arrivammo al dormitorio in meno di due minuti. Dopo qualche passo ci ritrovammo alla camera 345.
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La Rosa Blu
Teen FictionTutti gioirebbero nel ricevere una rosa rossa, ma credo che un esemplare blu, per le sue rarità e stranezza che lo rendono addirittura innaturale, lusingherebbe il doppio qualsiasi animo. E allora, se chiunque preferirebbe una rosa blu ad una...