Capitolo 5

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EMMA'S POV

Avevo rimesso le cuffiette per far tacere la mia coscienza e avevo ripreso a piangere.

Colpa della musica... continuavo a ripetermi io, ma neanche io ci credevo. Era per colpa sua.

Ogni volta che chiudevo gli occhi, mi ritornavano in mente i suoi occhi scuri, i suoi riccioli e le sue morbidissime labbra su di me. E di conseguenza mi ritornava in mente il suo slinguazzamento con Bethany. Era allora che le lacrime ricominciavano a scorrere.

Sospirai, riaprendo gli occhi per guardare il cielo e distrarmi, ma invece di vedere la volta celeste, vidi la faccia di Lorenzo che mi sorrideva con i denti da coniglio di fuori.

Sospirai dalla sorpresa e feci un urletto. Mi tirai subito a sedere e sbattei la fronte contro la sua. Gli auricolari mi uscirono dalle orecchie, e visto che erano quelli duri e scomodi mi fecero un male cane.

"CHE CAZZO CI FAI QUA!" gli urlai addosso. Però dalla gola mi uscì un verso stridulo che lo fece scoppiare a ridere.

"Beh, di solito mi rintano qui quando ho voglia di stare solo. E chi ci trovo?" disse continuando a ridere.

Le guance si tinsero di un rosso profondo, che lo fece ridere ancora di più.

"Beh, se è così allora tolgo il disturbo..." dissi io alzandomi in piedi e aggrappandomi al ramo sopra di me per non cadere, ritrovandomi alla sua altezza.

Mossi un passo per arrampicarmi verso terra, ma quando guardai giù, la testa prese a girarmi e le vertigini presero il sopravvento.

Stavo per cadere giù, quando mi sentii aggrappare dalle forti braccia di Lorenzo, che mi accompagnarono gentilmente a sedermi.

Si sedette davanti a me e mi guardò preoccupato.

"Soffri di vertigini?" mi chiese lui premuroso, facendosi subito dolce.

"Beh... non lo sapevo fino ad oggi. Quando ero piccola è successo che mi ero arrampicata troppo in alto e allora mio padre era dovuto venire a prendermi fin lassù. Forse è da allora che ne ho... ma non ne sono sicura... cioè... e perché cavolo te lo sto raccondando di preciso?" gli chiesi, maledicendo mentalmente la mia lingua chiacchierona.

Il suo sguardo si fece divertito.

"Beh... vorrà dire che dovrò aiutarti a scendere, mia dolce pulzella." disse ridendo.

Sorrisi a mia volta prima di rendermi conto di quello che stavo facendo.

Cambiai subito espressione e dissi: "Posso cavarmela da sola!".

"Oh l'ho visto!" disse chiaramente prendendomi in giro. Poi si massaggiò la fronte e disse: "Certo che hai la testa dura eh?".

"Beh... se il coglione qua presente non mi avesse fatto prendere un infarto, forse non sarebbe successo." dissi io acida sperando di ferirlo in qualche modo.

Ma lui, imperturbabile agli insulti, cominciò a ridere.

"Allora te l'ho fatta!" aveva le lacrime agli occhi. Quei bellissimi occhi...

Ma che cazzo fai? Dovresti essere offesa!

"Ha-ha-ha molto divertente..." dissi io apatica.

Lui, di tutta risposta, si sdraiò sul tronco e si mise le cuffiette. Le MIE cuffiette.

Prima che potessi strappargliele di dosso, se ne tolse una e me la porse.

Sbuffando mi sdraiai accanto a lui e mi misi la cuffietta.

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