Rimasta sola, mi sedetti sul divano e presi il telecomando.
La televisione si aprì su Real Time, nel bel mezzo di un episodio di Appuntamenti da Incubo.
Decisi di spegnere immediatamente. In quella situazione non aiutava di certo.
Mi alzai dal divano e presi a girovagare per casa.
Salii le scale e tornai nella stanza dove avevo passato la notte.
Guardando gli addobbi e gli effetti personali della stanza, potevo dedurre che questa fosse la camera degli ospiti.
Passai alla porta successiva, e mi ritrovai nella testa di Lorenzo.
Un sacco di poster di band e di cantanti famosi erano appesi ovunque.
Mi avvicinai ad uno che mi aveva colpito molto.
"My Chemical Romance... mi suona familiare..." decisi di non indagare oltre e mi guardai ancora un po' attorno.
Un computer stava sopra ad una scrivania di legno chiaro, con una sedia girevole nera davanti.
Il letto era singolo, con le coperte verde scuro, appiccicato alla parete. D'istinto mi sedetti sul letto e mi distesi con le mani dietro la testa, pensando a Lorenzo e a tutte quelle volte in cui era stato nella mia stessa posizione, ad ascoltare musica magari.
Mi rialzai in piedi di scatto. Un armadio a due ante di legno chiaro si trovava davanti ai piedi del letto, appoggiato alla parete opposta.
Se fossi in lui chiuderei le ante con assi e chiodi! Brrr... pensai io con i brividi, strofinandomi le braccia.
Sulla scrivania c'era una foto di Lorenzo con una ragazza, lei lo teneva per un fianco, e ridevano.
Chissà chi è... pensai io.
Decisi di non soffermarmi troppo su quella foto e uscii dalla stanza.
Richiusi la porta, ma non prima di aver lanciato un'occhiata sospettosa all'armadio.
Mentre mi avviavo verso la porta successiva, pensai che non fosse molto carino andare a curiosare in casa di altri senza il loro permesso.
Ma chissene importa? Al massimo se ti scopre puoi dire che stavi cercando il bagno! mi sussurrò all'orecchio il mio demone.
Gli diedi ascolto, accidenti a me...
La camera in cui entrai era decisamente da bambina, ma i giocattoli e tutta la stanza in generale era coperta da uno spesso strato di polvere.
Sul comodino c'era una foto con due bambini piccoli, un maschio e una femmina, che giocavano spensierati in spiaggia a costruire castelli di sabbia.
Sul piccolo tavolino bianco davanti al piccolo letto c'era un disegno. Un pennarello rosa era ancora aperto, come se la piccola artista fosse scomparsa improvvisamente, lasciando a metà la sua opera.
Mi avvicinai al disegno. Era un paesaggio: una linea verde che sicuramente rappresentava un prato, un sole giallo e arancione splendeva nel cielo bianco non ancora colorato, e un viso senza corpo galleggiava in mezzo al nulla, in attesa di essere completato. Ma qualcosa mi disse che non sarebbe mai stato finito.
Una piccola candela ormai consumata stava davanti alla foto di una bambina e un orsetto di peluche sostava accanto al tutto, come un piccolo spettatore.
Capii subito di che cosa si trattava quella stanza e quel piccolo altare.
Era un piccolo santuario.
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La Rosa Blu
Teen FictionTutti gioirebbero nel ricevere una rosa rossa, ma credo che un esemplare blu, per le sue rarità e stranezza che lo rendono addirittura innaturale, lusingherebbe il doppio qualsiasi animo. E allora, se chiunque preferirebbe una rosa blu ad una...