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"Cent'anni fa la terra fu invasa dai vampiri.

Tra di loro c'erano i vampiri originali che furono i primi comparsi e i più forti.
Coloro che si temevano di più degli altri.
Fu' un susseguirsi di guerre sanguinose per dieci lunghi anni ma alla fine di essi si riuscì a trovare un equilibrio in cui sia i vampiri che gli umani riuscirono a convivere.
Le città erano divise fra vampiri e umani e poche di esse erano miste."

Penserete che sono matta.

Ma non è così.

È tutto vero.

Mi chiamo Katy ho 18 anni.
Capelli neri fino alle spalle e occhi azzurri.

Almeno così mi ricordo.

Perché è da otto anni che non mi guardo più allo specchio.
Vi starete chiedendo il perché giustamente e ora ve lo spiego.

Otto anni fa la mia vita era stupenda con una famiglia meravigliosa o almeno così pensavo .
Noi vivevamo separati dai vampiri, perché mio papà li odiava e con loro non voleva averci a che fare.
Di questo non so il perché ma io non ne domandai mai il motivo.

Era una mattina come tante e mia mamma mi urlava come al solito di alzarmi per andare a scuola.
Avevo 10 anni allora.

Mi alzai.

Andai in bagno e dopo giù a colazione.
Arrivata in cucina diedi un bacio a mia mamma e uno a mio papà che leggeva il giornale.
Mi sedetti davanti alla ciotola di cereali preparata da mia mamma.

Lei era una donna bellissima con capelli biondi lunghi e occhi azzurri come il cielo e che ebbi la fortuna di ereditarli anche io .

Mio papà invece aveva occhi marroni e capelli neri come i miei.

Stavo per mettermi il cucchiaio di cereali in bocca ma mi fermai quando sentii il rumore della tazza di mia mamma caderli dalle mani.
La guardai.
Aveva gli occhi spalancati dalla paura che fissavano la mia mano destra.
Abbassai lo sguardo su di essa e sopra vidi vicino al mio pollice un tatuaggio che ritraeva una rosa nera.
Non capivo com'era possibile una cosa del genere.
Non mi ero mai fatta un tatuaggio e mai l'avrei fatto.
Ma più di tutto da dove cavolo era sbucato fuori?

Si alzò anche mio padre per vedere che era successo e quando segui lo sguardo di mia mamma vidi nei suoi occhi tanta di quella rabbia che non gli avevo mai visto prima.
Mi faceva veramente paura.
Mia madre si mise subito davanti a me per coprimi, ma lui con una sberla la buttò a terra.

" Tu mi hai dato un demone!, come hai potuto?Non meriti di vivere e neanche lei"

Disse urlando come un pazzo.
Non lo riconoscevo più .
Dov'era finito il mio papà?

"Ti prego non farle del male, non ha colpe ti supplico è tua figlia!"

Gli disse la mamma.

"Non più ! Quel demonio non è mia figlia, non l'ho mai avuta io una figlia!!"

Rimasi pietrificata dalle sue parole.
Non poteva avere detto una cosa del genere.

"Papà? "
Gli dissi.

Si girò verso di me e prima che mi arrivasse un pugno in faccia mi disse.
"Di te mi occuperò dopo.
Tua madre e te andrete all'inferno! ".
Dopo di ché vidi tutto nero e poi più niente.
Mi risvegliai in un ospedale con tutte le costole rotte e il corpo pieni di lividi. Un piccolo ricordino che mi aveva lasciato mio papà.
La polizia  chiamata dai vicini l'aveva fermato in tempo prima che mi colpisse a morte con un coltello.
Per mia mamma non andò bene era morta con dieci coltellate al cuore.
Quando me lo dissero iniziai a piangere come una fontana, tranne che la mia non aveva più il rubinetto per chiuderla.
Quel giorno mi crollo addosso il mondo.
Il mio cuore si era perso nell'oblio più tetro.
Non potevo credere che fosse potuta succedere una cosa del genere solo per quel stupido tatuaggio che era spuntato all'improvviso.
Che cavolo significava non lo so, ma per mio papà non era una bella cosa visto il suo attacco assassino.
Da quel giorno di lui non seppi più niente so solo che fu portato in prigione.
Piansi per una settimana .
Mi rifiutavo di mangiare e di aprire bocca con nessuno,dal quel giorno non piansi più nenche per le torture passate in questi otto anni.

Dove sono ora?

Sono seduta su un letto piuttosto disimbrino con una misera coperta.
In parte ad esso un comodino tremolante e in parte un armadio non messo molto meglio dell'altro .
La mia camera includeva anche un bagno minuscolo con il minimo indispensabile, un water una doccia che consisteva in un soffione in un angolo che coprendeva metà del bagno da quanto era piccolo e infine un lavandino minuscolo senza specchio ,e qui ecco svelato il perché non mi specchio da otto anni.

È una stanza minuscola di color grigio scuro senza finestre e qua dentro ho vissuto i miei otto anni passati se vita si può chiamare.
Questo posto si chiama casa dei soli cioè coloro che non hanno una famiglia e si è obbligati a rimanerci fino i sedici anni prima di poter essere affidati a una famiglia.

Anche se questo accadeva di rado.

La mia vita qua dentro è stata un'inferno .

Non si poteva parlare con nessuna delle altre ragazze o ragazzi presenti se no ti mettevano in punizione .
Ma non quelle punizioni, scrivi cento volte non parlare o andare a letto senza cena.

Qua le punizioni erano chiuderti in una stanza di metro per due buia senza finestre e niente cibo solo acqua e un odore di fogne che ti faceva da compagnia per una settimana .

Quando uscivi non sapevi più da che parte eri girata e non distinguevi più il giorno dalla sera.

Questa è una delle tante, se no c'era anche quella dove ti facevano mettere in ginocchio con una trave sulle spalle su cui erano legate le braccia.
Faceva un male cane e ti lasciavano li per due tre ore non di più perché se no non riuscivamo più a fare le facende domestiche ,così le chiamavano .

Anche se il mal di braccia ti rimaneva per una settimana.

E dopo c'erano le torture delle altre ragazze che subivo , ma finivo sempre io in punizione.
La direttrice mi odiava .

Dopo tutto questo ero riuscita lo stesso a conoscere una ragazza .
Si chiamava Lucia, anche se per questo ho passato gran parte del tempo in punizione sia per aver parlato con lei e sia perché le sue punizioni me le perdevo io quindi ne facevo il doppio.
Vi chiedere il perché me le subivo io.

IL Perché è molto semplice, per me era come una sorella minore da proteggere

anche se sapevo poco di lei visto per la limitata comunicazione.

Ma almeno qualcosa di buono nella mia vita l'avevo fatta.
Avevamo imparato anche a comunicare con lo sguardo.
Era l'unica cosa che non ci faceva inpazzire assieme alle poche parole dette tra di noi.

L'avevo sopra
nominata la prigione del silenzio questa casa dei soli,e se non ci fosse stata Lucia penso che sarei impazzita.

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Ciao a tutti,come vi sembra il mio primo capitolo?
Vi piace?
Vi intriga?
Fatemi sapere

*la foto sopra ritrae il tatuaggio di katy, naturalmente è più piccola sulla sua mano*

 KATY LA MALEDIZIONE DELLA ROSA NERA(in Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora