Capitolo 19 - Troppi Segreti

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POV'S HARRY
Mi svegliai con Moka addosso, continuava a leccarmi la faccia con la sua lingua piccolina e ruvida.
<< Okay, okay... ho capito Moka.>> iniziai a coccolarla e ridere per le sue fusa.
La presi in braccio e mi avviai verso la cucina con lei che si divincolava.
Presi la sua ciotola posando la gattina per terra e le versai dentro una scatoletta al pesce, la sua preferita.
<<Rimani qui, non fare danni come l'ultima volta, te lo chiedo per favore! >> le dissi guardandola male, ricordando quanto ci avevo impiegato a ripulire la cucina dalla pappa mezza masticata e sputata.
Uscii dalla cucina e andai a farmi una doccia.
Per mia fortuna avevo la mattinata libera, pensai di andare a trovare Kiara ma poi mi ricordai che avrebbe avuto l'intervista con l'ex pugile. Non mi convinceva molto la sua versione, ma non trovavo un motivo valido per cui mi avrebbe dovuto mentire.
Uscii dalla doccia e mi avviai verso l'armadio. Scelsi di mettere dei jeans neri e una maglietta attillata nera abbinati a degli stivaletti beige.
Andai verso il comodino per vedere il telefono.
- Fatti trovare alla porta del mio ufficio per le 15, abbiamo un servizio con la Vogue. - il primo messaggio era di Jessica.
Le risposi velocemente dicendole che avevo capito e avrei fatto di tutto per arrivare all'ora scritta.
- Ho bisogno di parlarti. - il secondo messaggio era di Louis.
- Casa mia?- gli inviai, la sua risposta arrivò in meno di un secondo.
- Corro - risi per il messaggio, anche se sapevo che ciò di cui avrebbe voluto parlarmi era serio.
L'ultimo messaggio che mi arrivò fu da Kiara.
- Dobbiamo parlare. - il suo messaggio non mi diceva niente di buono.
Ero preoccupato così la chiamai, ma l'unica cosa che ottenni fu:
"Sono Kiara Lawrence della Vanity Fair, chiedo scusa per la mancata risposta, probabilmente sto facendo un servizio, siete pregati di lasciare un messaggio dopo il bip, richiamerò io appena sarà possibile."
Attaccai amareggiato.
Mentre mi giravo il cellulare nella mano sperando in una chiamata di Kiara, sentii qualcuno bussare alla porta e velocemente andai ad aprire.
Mi ritrovai davanti un Louis stanco, completamente perso nei suoi pensieri e devo ammettere che non era delle migliori condizioni.
<<Ehi amico, stai bene?>> gli chiesi accigliato.
<< L'interrogatorio me lo vuoi fare qui alla porta o mi fai entrare?>> chiese seccato.
<<Entra.>>
Gli faci spazio per entrare e poi richiusi la porta dietro di me.
<<Vuoi un caffè? Sembra che tu ne abbia davvero bisogno>> gli dissi mettendogli una mano sulla spalla.
<<Sì grazie.>>
<<Vieni con me in cucina.>>
Mi avviai verso la porta della cucina con lui subito dietro.
Quando varcai la soglia vidi il tavolo sporco e bagnato.
<<Moka!!>> urlai esasperato.
<<Harry che succede?>> mi chiese Louis.
Presi uno straccio e iniziai a pulire il cibo sparso per il tavolo e ad asciugare l'acqua che era uscita dalla ciotola.
<<L'ha messa in banca la raccomandazione.>> risposi a bassa voce.
Sentii Louis ridere, tirai su lo sguardo dal tavolo per puntarlo su di lui, che non aveva proprio intenzione di smettere.
<<Se sai che tutte le volte combina questo casino perché ancora la fai mangiare sul tavolo? >> mi chiese cercando di tornare serio.
<< Sennò non mangia! Non ho intenzione di farla morire di fame perché è stupida.>> gli risposi seccato.
Quando finii di pulire accesi la macchinetta e mi sedetti sulla sedia mentre Louis faceva lo stesso.
<<Di cosa mi volevi parlare? >> gli chiesi cercando di essere il più discreto possibile.
<<Io- abbassò lo sguardo - riguarda quella cosa di cui abbiamo parlato quando siamo usciti con Kiara e Catherine.>>
<<Louis avevamo deciso. Mi avevi detto che avresti rinunciato per il tuo bene. >> gli dissi iniziando a preoccuparmi.
Mi aveva promesso che avrebbe lasciato perdere la proposta del padre riguardo al tornare a lavorare con lui.
<< Io non ho avuto scelta. >>
Continuava a non guardarmi.
<<Non-non mi ha ascoltato. Non potevo tirarmi indietro, lui mi ha fatto questa proposta perché devo terminare un lavoro lasciato in sospeso anni fa. E devo per forza, non tanto per il mio bene ma per quello della gente coinvolta.>> mi rispose schifato.
<<Ti ricordi l'ultima volta che ho lavorato con lui? >> alzò lo sguardo e lo puntò nel mio.
<< Sì, mi avevi promesso che sarebbe stata l'ultima, invece, vengo a sapere da Madison che quello era solo l'inizio e non la fine?>> gli dissi iniziando a fumare dalla rabbia.
<<L'ultima volta hai rischiato l'arresto... per quanto vuoi continuare così!? >> mi alzai urlandogli contro.
Lui odiava quando io gli urlavo contro perché sapeva di aver sbagliato.
Mi aspettavo la sua reazione solita, si sarebbe sentito una merda e mi avrebbe chiesto aiuto... invece non lo fece.
<<Sai cosa c'è? Che fai schifo Harry, io adesso non avevo bisogno di un amico che sa tutto e vuole avere ragione ma di un cazzo di fratello, che mi sarebbe stato accanto per sorreggermi durante una scelta così difficile. Se rifiuto magari mi ammazzano a coltellate gli scagnozzi di mio padre, se invece non rifiuto, il pugnale sarai proprio te a impugnarlo? Grazie Harry, grazie mille per avermi capito e non avermi giudicato!>> detto questo si alzò e iniziò ad avvicinarsi alla porta di casa.
<<Louis aspetta, io non..>>
<<Tu non cosa Harry, non volevi dirlo o non volevi intendere quello? >>
<< Io non ti stavo giudicando, ti stavo facendo ragionare!>> gli dissi serio.
<<Tu mi stavi attaccando! Non ho altra scelta e sono felice per questo, lo voglio fare e lo farò. Che ti piaccia o meno.>> mi sputò addosso tutta la verità.
Lui non aveva scelta e non voleva averla.
<<In cosa consiste?>> gli chiesi arrendendomi.
<<Io...non lo so sinceramente. Devo cercare un uomo che è scappato tempo fa e riscattare dei soldi, se non ci riesco devo andare a cercare l'unica persona a cui tiene veramente >> rispose tristemente.
Spalancai gli occhi, non ci credo.
<<Louis, chi è?>> gli chiesi serio.
Volevo sapere tutto, perché questa cosa si avvicinava molto alla storia di Kiara. Non volevo crederci e speravo di sbagliarmi.
<<Questo non posso dirtelo, non mi è permesso.>> rispose mortificato.
<<Cazzate.>> risposi a denti stretti.
<<Non posso dirtelo davvero, però so una cosa certa.>>
<<Cosa?>>
<Mi ringrazierai.>> mi disse serio.
Poi senza dire altro e senza guardarmi negli occhi uscì, lasciandomi lì.
Rimasi a fissare la porta, fumavo dalla rabbia.
Se era coinvolta Kiara, avrei ammazzato Louis.
"Maledizione." Pensai.
È di questo che voleva parlarmi Kiara?!
Presi un vaso e lo scaraventai a terra, tutti i piccoli frammenti del vaso blu oceano finirono sparsi per l'ingresso.
La mia rabbia era tanta e dovevo sfogarmi in qualche modo.
Iniziai a distruggere qualsiasi cosa mi capitasse tra le mani. Una volta aver distrutto metà coridoio, diverse cornici, un vaso e aver ammaccato il muro, la mia rabbia andava affievolendosi piano piano.
Mi sedetti sul divano e presi l'iPhone, digitai il numero di Kiara e aspettai che rispondesse, cosa che non successe.
Non sopporto le persone che mi ignorano, sopratutto se le sto cercando per una cosa impotente.
Erano le 13, avevo ancora un'ora e mezza prima di dover andare a lavoro, così decisi di fare la più grande follia.
Andare in ufficio da Kiara, il servizio era di mattina, per le 14 sarebbe dovuta rientrare.
Non mi preoccupai minimamente di pranzare, il mio stomaco era sotto sopra dopo tutto questo.

POV'S KIARA

Finito il servizio decisi di accompagnare Catherine all'officina di Brian, non che la cosa mi allettasse parecchio ma non c'era problema, l'avrei accompagnata e poi sarei tornata in ufficio per sistemare il servizio e renderlo presentabile.
Arrivammo davanti l'officina di Brian in meno di dieci minuti.
<< Tu... non vieni?>> mi chiese un po' preoccupata.
<< Non ne ho motivo.>> le risposi acida.
<<Catherine!>> entrambe ci girammo nella direzione della voce e trovammo Brian mentre si avvicinava alla macchina, era sporco di grasso su tutta la tuta e le mani che si stava pulendo con un panno mezzo nero per via del grasso delle macchine, segno che stava lavorando da un po'.
<< Non fare un altro passo verso di me, ridotto così, ho una reputazione nel lavoro da mantenere!>> squittì Catherine allontanandosi scherzosamente da Brian.
<<Tesoro... lo so che a te piace ritrovarti un po' di grasso di macchina nei capelli e sotto le unghie!>> rise Brian mentre afferrava Catherine e la baciava ridendo.
Volevo affondare il piede nell'acceleratore e allontanarmi ma non potevo perché Catherine aveva lasciato lo sportello aperto mentre limonava con il suo ragazzo.
<<Catherine, se chiudi lo sportello e mi lasci andare,  puoi riprendere a limonare con Brian tranquillamente.>> dissi innervosita.
<< Oh, sì, scusa.>> stava per chiudere lo sportello quando Brian la bloccò.
<<Perché non hai risposto a nessuna delle mie chiamate?>> mi chiese Brian tristemente.
<< Perché non avevo niente da dirti.>> gli risposi acida.
<< Io sì! >> disse alzando la voce.
<< Non mi interessa Brian, mi hai mentito! Pensi che non ti abbia visto il pomeriggio prima dell'incidente?! Ero passata in officina, penso te lo ricordi. Beh, non stavo li da due minuti come ti dissi. Ti ho visto mentre parlavi con il fidanzato di Victoria! >> gli dissi tutta la verità insieme, volevo chiudere velocemente la questione.
<< E quindi? Il fatto che io abbia apportato modifiche a quella macchina non fa di me un presunto assassino. Victoria ha giocato sporco e la colpa non è mia.>> rispose acido.
Scesi dalla macchina e andai davanti a lui.
<< E' vero, non ti rende un assassino. Ma un infame, hai rischiato di uccidere Zayn, le hai potenziato la macchina mettendo il NOS vero? Cosa che lei non sa usare e ha rischiato di uccidere Zayn e se stessa. >> gli ero terribilmente vicina e la mia rabbia stava venendo fuori.
<<Tu come fai a saperlo?>> mi chiese scioccato.
<<Perché non è stata capace di gestire la macchina quei pochi secondi in cui ha alterato i cavalli grazie al NOS, rischiando di uccidersi da sola. Ah, quando è arrivata al traguardo le fumava il cofano, probabilmente avrà disintegrato tutto.>> gli risposi a denti stretti.
<<Ringrazia Jordan per aver apportato modifiche alla scocca della macchina di Zayn così da avergli salvato la vita e avergli procurato solamente una lussazione alla spalla.>>
<<Non era mia intenzione.>> disse mortificato.
<<Brian non puoi modificare macchine così a cavolo, lo vuoi capire? Devi anche sapere chi le guiderà dopo. Se fosse successo qualcosa di peggiore ci saresti andato a finire di mezzo te, per averle montato il kit.>> dissi esasperata.
<< Marcus mi aveva assicurato di averle insegnato ad usare il NOS con la sua macchina, mi aveva offerto un sacco di soldi e se fosse successo qualcosa mi sarebbe venuto a cercare, cosa dovevo fare?>>
<< Maledizione Brian, smettila di infilarti in cose simili!>> gli dissi esasperata.
Non riuscivo ad essere più arrabbiata con lui così semplicemente lo abbracciai.
<<Scusa.>> mi sussurrò.
<<Non è a me che devi chiedere scusa Brian, ma a Zayn.>> gli risposi a bassa voce.
Rimasi qualche altro minuto a parlare con loro poi decisi di tornare in ufficio a finire il mio lavoro.
Mentre ero ferma al semaforo presi il cellulare per vedere se mi avesse cercato qualcuno.
A parte le diverse e-mail degli stilisti e qualche messaggio di persone differenti, trovai diverse chiamate perse da parte di Harry.
Composi il suo numero e dopo pochi squilli lui mi attaccò. Rimasi un po' scioccata da quel gesto ma non gli diedi molto peso, probabilmente stava lavorando.

Danger In DNA↬Harry Styles↫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora