Capitolo 11 - Promozione lontana ma guai vicini

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<< Non mi prendi! >> urlò un bambino di sette anni ridendo mentre scappava.

<< Aspetta... Aiutami, mi fa male la caviglia... >> gli urlò di rimando una bambina sull'orlo delle lacrime.

<< Come? Aspetta, arrivo! >> si girò di colpo preoccupato e la raggiunse, inginocchiandosi davanti a lei. La bambina, con un movimento inaspettato, lo spinse e lui rotolò giù dalla collina con lei, siccome l'aveva agguantata nella caduta per un braccio. Si arrestarono dopo qualche metro, ridendo come pazzi.

<< Preso!>>esclamò la bambina entusiasta.

<< Sei una barona!>> rispose il bambino fintamente offeso tirando fuori il labruccio.

<< Sei più grande, sei maschio e hai le gambe più lunghe. Non è barare, è giocare d'astuzia.>> il bambino sbuffò e lei rise contenta.

Rimasero in quella posizione per qualche minuto, si guardarono senza parlare.Il bambino incastrò gli occhi in quelli della bambina e gli sorrise.Uno di quei sorridi veri e unici con tanto di due bellissime fossette. La bambina ricambiò il sorriso che non sarebbe mai stato bello come il suo ma sicuramente vero.

Però gli occhi della bambina si rabbuiarono tutto ad un tratto.

<<Tutto questo molto pesto finirà!>> sussurò la bambina.

<<Cosa intendi?>> chiese lui notando il suo sguardo triste fissandola con i suoi occhi espressivi come il bosco di cui portava il colore.

<<Io vado via.>>disse la bambina alzandosi e pulendosi il vestito.

<<Da casa mia?>> chiese confuso ma comunque sorridente.

<<No, da Seattle.>> non avrebbe mai voluto dirglielo così ma il tempo era poco e più passava e meno coraggio aveva di dirglielo. Il bambino perse il sorriso molto velocemente.

<<Dimmi che stai scherzando!>> affermò alzandosi, iniziando a indietreggiare e allontanarsi dalla lei.

<<Aspetta,non te ne andare.>> disse seguendolo.

<<Non ti avvicinare ancora, rispondimi! Non è vero, è uno scherzo giusto?>> provò di nuovo a chiedere il bambino, incastrando i suoi occhi in quelli della bambina. Stava iniziando a piangere.

<<No,non sto scherzando. Non ho altra scelta, devo.>>

Spostò lo sguardo sulle sue scarpe che a un tratto divennero interessanti.

<<Perché non me l'hai detto prima?>>

<<Avevo paura.>>

Il bambino senza rispondere e senza degnarla neanche di un ultimo sguardo si allontanò lasciandola lì.

<<Aspetta!Ti dimenticherai di me, io lo so ma ti prometto che questo non è un addio ma un arrivederci.>>

<<Questa è una bugia, come quella che dicono i grandi.>>

Mi svegliai di colpo, sudata e con il respiro affannato.

Mi passai una mano sul viso e cercai di calmarmi. Odiavo questi sogni,erano diventati quasi incubi. Ma questo sogno era diverso. Non era il solito, ma i due bambini erano sempre loro. Il bambino, con quei occhi verdi smeraldo, quei ricci disordinati ma bellissimi e quelle fossette.

Quel bambino sognato per dodici anni, era diventato una persecuzione.

Perché continuavo a sognarlo?

Danger In DNA↬Harry Styles↫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora