Quattordicesimo capitolo.

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La ragazzina si svegliò sul letto di ospedale. Ricordava ben poco di quello che era successo, ricordava soltanto di aver sentito una forte stretta al petto e poi tutto nero.

Tentò di mettersi a sedere ma sentiva ancora un dolore abbastanza forte al petto.

Poco dopo entrò un'infermiera bionda vestita in bianco che subito le andò in contro con un sorriso rassicurante.

-Tutto bene, piccola? Ansi, ragazza?- disse la donna con un tono amichevole.

Kelly non rispose alla domanda dell'infermiera, voleva solo rivedere i suoi genitori.

-Dove sono i miei genitori?- domandò.

-Sta tranquilla, sono qui. Sono venuti a vedere come stavi. Sono molto preoccupati e se mi dici come ti senti potrò rassicurarli.- disse l'infermiera decisa a sapere il suo stato.

-Sto bene.- rispose ma non era del tutto vero. Sentiva dei dolori al petto ma se lo avesse detto, i suoi genitori si sarebbero preoccupati ancora di più.

-Va bene. Ora chiamo il dottore e i tuoi genitori.-

-D'accordo.- disse e l'infermiera uscì.

Si guardò intorno non sapendo cosa fare e domandosi cosa le fosse successo. Dato il dolore, si guardo il petto per vedere se c'era qualcosa che non andava anche se pensava che fosse inutile, visto che per quello di cui soffriva, il problema era interno e da fuori non si poteva vedere proprio niente.

Ma lo fece ugualmente e subito distolse lo sguardo. Una cicatrice lunga sembrava averle aperto il petto.

Era più confusa di prima, doveva subito vedere i suoi genitori per sapere tutto.

Infatti, poi entrarono i suoi genitori insieme ad un uomo barbuto e con degli occhiali.

Immediatamente, sua madre corse ad abbracciarla piangendo di felicità.

Dopo, la seguì il papà e si unirono tutti e tre in un tenero abbraccio familiare.

Non sapeva perché, ma delle calda lacrime cominciarono a scivolargli sulle guancie.

Dopo do che, sua madre le prese le spalle e le chiese come stesse.

-B-Bene, ma mi fa un po' male al petto.- decise di dire la verità poiché non voleva che quel, più o meno, leggero dolore potesse trasformarsi in qualcosa di più pericoloso.

-Non si preoccupi, è normale. Tra una settimana o due dovrebbe sparire.- rassicurò il dottore.

La madre di Kelly continuava a guardarla sorridendo e piangendo dalla felicità.

-Cosa è successo?- alla fine domandò la ragazzina.

Il padre e la madre si guardarono. Poi il papà chiese al dottore di uscire per rimanere un po' da soli con la loro figlia e spiegarle l'accaduto.

-Tesoro mio, vorrei raccontarti tutto ma ora sei troppo debole e non vorrei causarti problemi.- disse la madre asciugandosi le lacrime dalla guancia unite a un po' di mascara.

Kelly non voleva aspettare di sapere l'accaduto e supplicò la madre di dirglielo,lei alla fine cedette.

-Amore mio, devi sapere che sei in vita grazie a delle persone molto buone, Dio le benedica.- disse la madre alzando il volto al cielo per poi asciugarsi una lacrima.

-Purtroppo c'era questa ragazza che era molto malata, lei non ha potuto ...- il padre lasciò la frase incompiuta ma Kelly capì di cosa stava parlando. Le dispiacque molto, infondo sentire di una persona che è morta non è mai una bella cosa ma è andata così, e loro non erano nessuno per cambiare l'ordine delle cose.

"Spero che adesso si trovi in un posto migliore." Pensò la bambina affranta ma non capiva ancora cosa c'entrasse questo con lei.

-Comunque ...- continuò la madre – visto che questa povera ragazza non ha potuto farcela, i suoi genitori hanno deciso di donare il suo cuore a te. Anche tu stavi per ...- la madre scoppiò a piangere in parte per la tristezza che la sua amata figlia aveva rischiato la vita, e in parte per la felicità perché è riuscita a farcela anche se, in un certo senso, a discapito di un'altra.

In quel momento, Kelly capì tutto. Non poteva credere che al mondo esistesse gente del genere ma grazie a loro, lei era viva. Lei, che aveva lasciato qualsiasi speranza e arrendendosi al cupo destino che l'aspettava, era viva. Invece quella ragazza ...

-E lei?- domandò con le lacrime che le sgorgavano copiose dagli occhi. Sapeva già la risposta.

La madre prese un lungo respiro e le rispose.

-Ho parlato con i suoi genitori. Ha lottato tanto, davvero tanto, ma non ce l'ha fatta. È per questo che tu sei qui,amore mio. Purtroppo non tutte le persone sono fortunate come te. Non c'erano altri cuori per farti un trapianto ma dato questa coraggiosa ragazza che oggi non è più qui con noi, ci sei tu.- disse prendendo le piccole mani della figlia tra le sue.

Quella ragazza aveva lottato tanto, eppure non ce l'ha fatta. E lei che invece non ci aveva neanche provato a combattere.

Meritava quella ragazza di vivere, non lei.

Ma ormai, ciò che è stato è stato.

"Lo prometto, farò di tutto per meritarmi questo dono che mi hai fatto. Non mi arrenderò più. Non lascerò che la tristezza e la debolezza mi risucchino di nuovo in quell'aspirale buio e tetro, senza speranza. Ti ringrazio per questo grande dono che mi hai fatto, è il più bello che mi sia mai capitato in vita mia.

Te lo prometto, me lo meriterò questo dono" pensò la ragazzina sul letto di ospedale con il volto rigato di lacrime di gratitudine e di dispiacere.

Ma non sa che quello non sarà l'ultima sorpresa.






Autrice.

Dopo anni, ce l'ho fatta, questo è il penultimo capitolo e probabilmente finirò il libro entro oggi.

A più tardi.



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