CAPITOLO 25

82 6 5
                                    

VERGOGNA
Entrai in classe il giorno dopo senza il minimo imbarazzo, convinto per una volta tanto che sarebbe stata una buona giornata. Cosa poteva andare storto quando avevo un bellissimo ragazzo al mio fianco pronto a dirmi che mi amava? La giornata era iniziata così bene con quel suo messaggio del buongiorno e la prospettiva di vederlo all'università.
Harry era già lì, isolato come sempre quando entrava prima in classe. Sorrisi contento e mi feci avanti, facendomi finalmente notare.
"Ehi" esclamò sorridendomi mentre mi avvicinavo, guardando dietro di me come per accertarsi che ci fossi solo io. Lo salutai con un bacio per poi appoggiarmi sul banco, sorridendo probabilmente come un idiota per colpa di tutta quella felicità. Anche lui sorrideva, ma non sembrava un idiota.
"Come hai dormito?" chiesi per fare conversazione.
"Bene" rispose Harry sorridendo.
"Tu?" chiese poi, girandosi intorno con fare nervoso.
"Bene" risposi aggrottando le sopracciglia.
"Cosa cé?" chiesi poi, guardandomi intorno anche io visto che Harry non smetteva di farlo.
"Niente" rispose lui scuotendo la testa. Ma fu un tentativo di sviarmi inutile, visto che Zayn entrò subito dopo nella classe.
"Harry! Come va?" chiese porgendogli il pugno ed ignorandomi completamente.
"Non ti sei fatto sentire, bro!" esclamò un altro, avvicinandosi ed ignorandomi di nuovo. Harry non rispose, salutando un terzo ragazzo che era appena entrato, ignorandomi ancora.
Zayn invece mi parve vedere per la prima volta.
"Che ci fa il frocetto appoggiato sul tuo banco?" chiese, guardandomi dall'alto verso il basso.
Mi preparai al mio momento, al momento in cui diventavo finalmente uno di loro, in cui Harry ammetteva a tutti chi era e cosa eravamo insieme, il momento in cui diventavamo la coppia più bella e famosa di tutta la scuola. Mi sporsi un pó di più verso tutti e due.
"Non ne ho idea" rispose Harry, liquidandomi con un gesto. Ritornai un pó più indietro, cercando di sparire. Avrei voluto davvero scomparire nel nulla, più di tutte le altre migliaia di volte in cui l'avevo desiderato.
"Che ci fai qua?" chiese Harry, girandosi a guardarmi. Nel suo sguardo c'erano un miscuglio di emozioni incomprensibili, tra cui anche tristezza. Zayn invece lo guardava come se stesse aspettando qualcosa.
"Frocetto" aggiunse Harry, conscio dello sguardo di Zayn.
"Io...pensavo..." ma non tovai nessuna scusa valida, ne potevo davvero dire quello che avrei voluto.
"Hai pensato che visto che Harry ti aveva chiesto degli appunti potevi permetterti certe confidenze?" chiese Zayn. Qualcuno rise, la maggior parte, mentre Harry alzò un sopracciglio.
"Direi che non è il tuo giorno fortunato" rispose, sorridendo soddisfatto della mia espressione ferita.
"Sparisci" aggiunse e questa volta non fece nessun gesto per liquidarmi, gli bastò darmi le spalle ed iniziare a parlare con una meravigliosa ragazza. Messaggio recepito. Mi allontanai il più possibile, sedendomi al banco più lontano da Harry nell'aula e sperando che la lezione durasse poco. Non fu così: fu la più lunga ora della mia vita.
Un'ora però non può essere infinita. Perciò, alla fine, quando quasi non ce la facevo più, la campanella suonò.
Mi allontanai velocemente, ma i miei tentativi di far capire ad Harry che lo stavo volutamente evitando furono inutili. Il ragazzo uscì dalla classe molto prima di me, seguendo una biondina che non smetteva di lanciargli frecciatine e lasciandosi alle spalle i commenti divertiti dei suoi amici.
Non riuscii a vedere Harry per tutto il resto del giorno, anche se invece avrei voluto tanto.
Riuscimmo ad incontrarci poco prima delle ultime due ore. Era solo in un corridoio ed appena mi vide mi fece segno di seguirlo. Entrammo insieme, od insieme per quanto ci fosse consentito per non dare nell'aria, in uno sgabuzzino.
"Ciao amore" esclamò appena ebbe richiuso la porta ed acceso la luce. Fece per baciarmi ma mi scansai.
"Ho matematica adesso" risposi come scusa.
"Solo due minuti" pregò Harry, appoggiando la sua testa sulla mia spalla e dandomi un bacio sul collo. Sbuffai ma non trovai altro da dire.
"Sei arrabbiato?" chiese poi, dandomi un altro bacio, questa volta sulla spalla. Non rispondetti, perché ero arrabbiato ma i suoi baci mi stavano confondendo.
"Lo so, Louis, lo so" rispose, come se mi comprendesse davvero. Si staccò da me e la mia mente tornò di nuovo lucida.
"È solo che ho bisogno di tempo, mi capisci?" chiese.
"Per riuscire a capire come dire a tutti la verità" aggiunse.
"Devi capire che è difficile per me, mi vergogno" ammise.
"Ti vergogni di me, di noi?" chiesi, guardandolo inorridito.
"No, non di noi" rispose Harry.
"Solo, di quello che sono" rispose, guardandomi di traverso.
"Ho speso tutta la mia adolescenza cercando di sfuggire al mio lato gay, non sono pronto per rivelarlo adesso" aggiunse guardandomi come un cucciolo indifeso.
"Beh, si, è probabile che tu non sia pronto" accettai, non resistendo alla sua faccia.
"Prometto che glielo dirò" promise Harry, mettendo una mano sul cuore e sorridendomi invitante.
"Prenditi tutto il tempo che vuoi" risposi accondiscendentemente, alzando le spalle.
"Dici sul serio?" chiese Harry, guardandomi gioioso.
"Si" risposi, sorridendo a mia volta della sua felicità. Che lui fosse felice rendeva felice anche me.
"Perciò non è un problema per te?" chiese ancora, prendendomi per le spalle e cercando di sondarmi con lo sguardo. Si stava preoccupando per me.
"Non è un problema" risposi, minimizzando ciò che era successo quella mattina come se fosse una cosa che potessi sopportare.
"Ah, come ti amo!" esclamò Harry, per poi baciarmi velocemente. Sorrisi ancora, contento di nuovo per la su felicità.
"Non dovevi andare a matematica?" chiese poi Harry, piegando la testa e guardandomi come se stesse per scoppiare a ridere.
"Si, vado" risposi. Harry sorrise ancora.
"Esco prima io" esclamò. Uscì dallo sgabuzzino, non prima di essersi guardato bene intorno. Aspettai qualche minuto, poi uscii anche io.
Passandogli davanti, cercai di evitare di guardare come una ragazzina, probabilmente una matricola, flirtava con Harry e di come lui stesse palesemente al gioco.
Fu facile evitarlo, certo, perché a me non dava fastidio. Non dava per niente fastidio. Proprio nessun fastidio. Non avrebbe dovuto darmi fastidio, giusto?
LOUIS GELOSOOOOO
Eheh, qui abbiamo un Louis che farebbe di tutto per Harry e per la felicità del suo fidanzato.
Ho scritto questo capitolo di fretta, in questa mezz'ora e sto un botto male con il raffreddore, perciò se non è stato il massimk capitemi, ho cercato di descrivere tutto al meglio.
Baci Baci
werenotcool

LOVE ME//LARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora