CAPITOLO 42

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DOPING

Mi sedetti sugli spalti, costatando con rammarico che Harry era già lì. Non che non mi aspettassi di trovarlo lì, certo, ma avevo sperato che non sarebbe venuto. La situazione tra noi era sempre più strana. Lui con addosso il suo braccialetto ed io armato solo della mia finta indifferenza.

Feci finta di niente ed andai a sedermi il più lontano possibile senza nemmeno guardarlo. Ormai le cose andavano così da parecchio tempo. Così tanto che sembravano essere passati tre anni invece che tre mesi.

Mi sedetti sullo spalto e salutai con la mano David che si stava allenando sul campo. Lui ricambio il saluto, sorridendo e mostrando quanto fosse bravo in un tiro ad un canestro da centro campo. Tre punti, se non sbagliavo. Non ci capivo quasi niente di basket, ma David ne parlava in continuazione ed avevo imparato qualche cosa. Anche se mi confondevo sempre e non avrei mai saputo giocare nemmeno per un minuto. In compenso però andavo a vedere tutte le partite del mio grande amico e non mancavo mai di tifare al massimo, nemmeno quando veniva anche Harry, ovvero quasi sempre.

Rimasi in piedi, perchè quella partita meritava più tifo di chiunque altro. L'ultima partita dell'anno, la partita più importante. Dovevo esserci per forza, così come Harry e dovevamo dare sostegno come non mai. Anche il riccio si alzò in piedi ed entrambi battemmo le mani mentre il riscaldamento finiva e la squadra della scuola, la nostra squadra, veniva presentata.

La partita iniziò, con noi tremendamente in svantaggio. Tutti quelli della squadra avversaria erano molto più grossi, dei tremendi uomini panciuti che correvano da una parte all'altra in maniera del tutto non agile ma che riuscivano a fermarti con il solo andamento della loro pancia. Difficile vincere, davvero troppo difficile.

Invece, d'un tratto sembrò tutto facile. Ci fu un time out, poi una riunione di gruppo ed infine si dovette tornare in campo. Ora però la palla stava a noi e tutti nella squadra erano troppo agili, magri e veloci perchè se la potessero far sfuggire. Ed iniziammo a segnare. Due punti su tre erano di David, i restanti di Zayn. Il resto era tutto una serie di passaggi di squadra, di una formazione perfetta e di tanto entusiasmo.

E la partita finì con un bellissimo tiro di David, tre punti da centro campo proprio all'ultimo secondo, il punto decisivo per vincere.

Aspettai che David uscisse dagli spogliatoi. Ci mise molto più tempo del dovuto, anzi troppo.

Tutti erano usciti, tutta la squadra di basket con Harry a capo e tutte le cheerleader, nonostante di solito fossero le ultime ad uscire. Ci impiegavano circa mezz'ora a farsi la doccia ed altri quarantaminuti almeno per riuscire a piastrarsi i capelli e truccarsi, nonchè vestirsi. Dopo più di un'ora uscivano, proprio come in quel momento, quando l'ultima ragazza cheerleader uscì, fiondandosi subito tra le labbra del suo ragazzo, l'unico rimasto oltre a me.

"In bocca al lupo" mi augurò quello mentre si girava accompagnato dalla sua ragazza e se ne andava. Evidentemente alludeva a quanto ci mettessero le donne al prepararsi e credeva che anche io ne fossi consapevole quanto lui. La ragazza gli diede una gomitata e scoppiò a ridere, poi sparirono senza gettarmi neanche un altro sguardo.

L'unico che ancora non usciva era David. Preoccupato, entrai nello spogliatoio.

"David?" chiesi, preoccupandomi più se fosse nudo che se stesse bene.

Non ci fu niente di cui preoccuparsi, però, perchè David era seduto su una delle tante panchine degli spogliatoi, gli occhi chiusi ma visibilmente sveglio.

"David?" chiesi ancora.

"Si" rispose lui con uno strano lamento.

"Cosa ti prende?" chiesi, avvicinandomi e sedendomi accanto a lui. Ora che ero molto più vicino potevo notare che indossava ancora i pantaloncini della divisa, ma aveva tolto la maglietta, rimanendo solo a torso nudo. Notai anche che aveva dei bei muscoli, proprio un bel fisico.

LOVE ME//LARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora