Capitolo 2

1.8K 103 6
                                    

Juliet era seduta a tavola con i suoi, nella stanza regnava il silenzio rotto soltanto dal rumore delle posate che picchiavano sui piatti.

Nella sua testa regnavano il caos e la paura.

Il caos perché non riusciva ancora a capire come avesse potuto accettare la proposta di Agathe, o meglio, come questa fosse riuscita a convincerla.

Paura di dire ai suoi genitori che quella sera sarebbe andata ad una festa e che non sapeva a che ora sarebbe tornata.

Juliet si schiarì la voce e gli occhi scuri di suo padre passarono dal polpettone che aveva nel piatto al viso della figlia.

«Papà...» mormorò poi, attirando l'attenzione anche della madre.

Questo inarcò le sopracciglia ed assentì con la testa, in quanto aveva la bocca piena, Juliet allora continuò.

«Mi hanno invitata ad una festa, stasera.»

«E ci vai?» chiese la madre, bevendo poi un sorso di vino.

«Io... Non so» disse Juliet, pensierosa, «vorrei. Posso?»

Il silenzio ora era assoluto, non c'erano posate che picchiavano addosso ai piatti, Juliet sentiva soltanto il rumore del suo cuore che palpitava nel petto e che scandiva il tempo che passava.

«Certo, perché no?» rispose il padre, dopo un tempo che le parve infinito.

La ragazza riprese a respirare, increspò le labbra in un sorriso di gratitudine prima di tornare alla sua cena, con un peso in meno sullo stomaco.

Agathe aveva mentito: non aveva idea di chi fosse l'organizzatore di quella festa alla quale si era imbucata.

La settimana prima aveva sentito due ragazze all'università parlare dell'evento e curiosa di sapere di che cosa si trattasse aveva deciso di andarci, riuscendo a convincere anche Juliet a venire.

Non conosceva molto bene quella ragazza, ma le ispirava simpatia nonostante la troppa tranquillità e quell'aria da santa che riusciva ad avere persino in quel momento, circondata da persone ubriache nella casa di uno sconosciuto.

«Dimmi se vedi un ragazzo bello e biondo!» le disse Agathe, alzando la voce con l'intento di sovrastare la musica assordante.

Juliet la guardò confusa ma prima che riuscisse a ribattere si sentì trascinare dalla bionda verso una portafinestra che dava su un balcone.

L'aria fresca la fece rabbrividire nonostante avesse avuto la premura di indossare sopra il vestito un blazer blu scuro.

Agathe si avvicinò ad un gruppo di ragazzi appoggiati alla ringhiera, abbracciando poi con trasporto quello biondo, probabilmente quello che le aveva chiesto di cercare.

Juliet rimase in disparte ad osservare la scena, fece passare lo sguardo dalla sua amica al biondo e poi agli altri due ragazzi, probabilmente anche loro suoi amici.

Uno aveva la carnagione scura, i capelli castani sistemati in un ciuffo e gli occhi marroni, l'altro aveva i capelli ricci e gli occhi verdi, di un verde particolare, che Juliet non aveva mai visto.

«Juliet» si sentì chiamare da Agathe, «ti presento Niall, il mio ragazzo. Viene dall'Irlanda. Mentre loro sono Harry e Zayn, entrambi inglesi.» disse indicando rispettivamente il biondo, il riccio ed infine il ragazzo dalla pelle olivastra.

«Piacere» disse Juliet, guardando tutti e tre.

Per un attimo nel gruppo calò il silenzio, poi Agathe batté le mani entusiasta e con un grande sorriso dipinto sul volto.

Good old daysDove le storie prendono vita. Scoprilo ora