Capitolo 16

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Correre dietro ad Harry era ormai diventata una sottospecie di abitudine.

Nel giro di due giorni quella era la seconda volta che Juliet si era ritrovata col fiatone davanti alla porta del suo appartamento e come il giorno precedente, Harry non era in casa.

«È andato in palestra» aveva spiegato Liam, lo sguardo assonnato e i capelli solitamente a posto leggermente arruffati.

Juliet lo aveva ringraziato e senza lasciargli dire nulla aveva sceso le scale di corsa rendendosi conto solo alla fine della prima rampa che non aveva idea di dove fosse la palestra che Harry frequentava.

Liam aveva riso quando Juliet si era arrestata di scatto e si era voltata guardandolo confusa.

«È di fronte a dove si è tatuato quell'orrenda farfalla.»

Juliet non era certa che il posto in cui aveva messo piede fosse quello giusto e dopo essere stata in giro per più di un'ora l'adrenalina che le parole di sua madre le avevano trasmesso stava iniziando a scomparire.

Quel posto era molto scarno, l'unico rumore che si sentiva era quello di tapis roulant in funzione, sbuffi di persone che alzavano pesi e urli di personal trainer.

Julieti si affacciò all'ampio salone con timore, fece scorrere lo sguardo su tutte le persone (rigorosamente maschi) presenti in quella sala fino a quando non intravide Harry in piedi, lo sguardo rivolto verso un muro, intento ad alzare dei pesi.

Juliet sentì il battito del suo cuore aumentare notevolmente. I ricci del ragazzo erano raccolti in un codino sulla nuca, indossava dei pantaloncini e le solite scarpe gialle. La sua maglietta giaceva per terra accanto ai suoi piedi, il suo corpo era madido di sudore e a Juliet mancava il respiro. Non pensava che avrebbe mai assistito ad una scena così... Sexy.

«Oh mio dio» mormorò la ragazza prima che qualcuno le picchiettasse su una spalla.

«Questa è una palestra rigorosamente maschile» le disse l'uomo apparso alle sue spalle.

Juliet avvampò, «io... Stavo cercando Harry. Harry Styles. Il ragazzo coi pesi, laggiù.»

L'uomo annuì, «te lo vado a chiamare, dovrebbe comunque avere finito ora. Nel frattempo puoi accomodarti lì» la invitò indicando delle sedie che Juliet prima non aveva notato.

Fece come consigliato ed alcuni minuti dopo Harry spuntò dalla porta alla quale si era affacciata lei, un asciugamano appoggiato sulle spalle e la maglietta addosso.

«Juliet» disse sorpreso il riccio non appena la vide. «Avrei dovuto sospettarlo che Mark si stesse riferendo a te quando mi ha detto che una bella ragazza mi stava cercando.»

La ragazza sforzò un sorriso cercando di non arrossire.

«Hai finito l'allenamento o devi tornare dentro?» chiese.

«No, ho finito» disse il ragazzo asciugandosi il viso, «è successo qualcosa? Come mai sei venuta qui a cercarmi?»

«Ecco...» la ragazza nel frattempo si alzò e seguì Harry fuori dalla palestra dopo che questo ebbe indossato la felpa. «Volevo chiarire ciò che è successo ieri sera. Mi dispiace per come sono andate a finire le cose.»

«Prima che tu aggiunga altro, sono io che devo scusarmi» la interruppe Harry. «Ho fatto il coglione e non so perché abbia provato a baciarti, insomma, ora non lo farei mai. Non voglio che una cretinata fatta da ubriaco rovini la nostra amicizia, meno male che tu mi hai fermato, non so dove saremmo finiti altrimenti.»

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