Capitolo 16 - Sangue

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"I'm out of the edge and I'm screaming my name
Like a fool at the top of my lungs.
Sometimes when I close my eyes
I pretend I'm alright but it's never enough."
- Echo, Jason Walker
***
Non si era mai sentita così sola, Hermione.
Sarebbe potuta uscire, ma aveva paura. Paura che il Mangiamorte fosse già tornato e si fosse reso conto che lei gli aveva mentito. Paura di morire.
A quel pensiero, una scossa le percorse il braccio sinistro. Lo sfiorò, quasi come fosse stata scottata. Si avviò verso il bagno e mise il braccio sotto il getto di acqua gelida, che alleviò il dolore. Strano.
«Che fai?»
Draco era appoggiato alla porta del bagno di Hermione e la osservava, quasi come la stesse analizzando.
«Mi brucia questa parte del braccio, l'ho messa sotto l'acqua. Così mi aveva detto di fare mia madre in questi casi. Non sono cose che ti riguardano, comunque» rispose lei, senza neanche girarsi verso di lui.
Perdonami, Salazar, per ciò che sto per dire.
«Anche mia madre mi aveva detto di fare così. Da piccolo mi scottai con del tè bollente, me lo rovesciai addosso e mia madre mi curò con dell'acqua fredda» disse.
Hermione questa volta si voltò, mentre si asciugava il braccio.
«Tu bevi il tè caldo?»
Ma che domanda!
«Sì, perché?»
«Mh, non so, sembri più un tipo da caffè. Magari mi sbaglio, magari non ti conosco» disse Hermione, rendendosi conto di essere tornata al tema della litigata di qualche ora prima.
«Già, magari. Mi piace il caffè. Ma solo quello con il latte, o come lo chiamate voi» rispose Draco, uscendo dal bagno seguito dalla ragazza.
«Macchiato. Io lo preferisco amaro».
Continua, Draco, sta iniziando a prenderci gusto.
Oh, ma che gli diceva la testa? Aveva come l'impulso di voler conoscere Hermione Granger, davvero. Non la Mezzosangue.
Se fossi una Purosangue, mi avresti detto le stesse cose?
«Quando abbiamo preso il carreccino però sembrava che ti piacesse con il latte» disse lui.
«Cappuccino, non carreccino. E comunque sì, mi piace, ma lo preferisco amaro. Troppo dolce mi nausea. Un po' come l'azzurro. A me fa venire in mente il mare quando è mosso e mi viene la nausea. Oh, ma che discorso stupido...» rispose Hermione, mordendosi l'interno della guancia.
«A me nausea il giallo. Troppo accecante. Invece preferisco il nero, sui vestiti da uomo, intendo».
«Sulle donne?» chiese la ragazza, senza pensarci due volte.
«Il rosa chiaro» ammise Draco.
«Davvero?»
«Sì. Inizialmente preferivo il verde, poi ho cambiato idea. Non ti dirò il perché».
Hermione lo guardò incuriosita. Il rosa chiaro. Curioso da parte sua.
«Perché stai parlando con me di queste cose, Draco? Insomma, fino a poche ore fa mi urlavi contro e ora parliamo come se fossimo grandi amici» disse lei.
«Stare chiuso qui dentro mi fa questo effetto. Chissà se è positivo o negativo...Secondo te?» chiese Draco, avvicinandosi a lei.
Profuma di dolce. E amaro.
Qualcosa come pesca e cioccolato nero.
«B-b-be' può essere interpretato positivamente o negativamente a seconda dell'interessamento del soggetto alla persona in questione» balbettò Hermione.
Profuma di amaro. E dolce.
Qualcosa come vino rosso e mela verde.
No, Hermione, non cadere nella sua trappola.
«Ma credo che sia negativo. La reclusione spesso porta al mutamento involontario dei propri pensieri, anche riguardo alle persone. Se uscissimo adesso, torneresti te stesso» aggiunse lei, fredda.
«Ma non sono io».
«Come?»
Draco la guardò attentamente, chiedendosi se fosse il caso di aprire bocca.
«Nulla. Probabilmente hai ragione tu» disse, allontanandosi da quel profumo così inebriante. Fu come risvegliato da un odore metallico, forte. Sangue.
«G-Granger, il braccio ti sta sanguinando».
Hermione poggiò lo sguardo sulla pelle chiara, sulla quale scorreva un rivolo di sangue proveniente da una minuscola ferita. Così tanto sangue per una ferita così piccola?
«Oh, sì, fa nulla. Io cerco di contattare Silente, tu...Fai ciò che vuoi» rispose la ragazza, ignorando il sangue che ora le stava sporcando la maglia di cotone.
***
Bocca semichiusa. Capelli alla Hagrid. La piuma per scrivere a terra.
Fu così che Draco trovò Hermione quella sera, dopo essersi fatto un lungo bagno caldo.
La ragazza si era addormentata mentre scriveva a Silente, chiedendogli spiegazioni.
«Meno male che è la strega più brillante. Granger, vedi di alz...» iniziò a dire il biondo, ma qualcosa attirò la sua attenzione. Qualcosa di sgradevole, macabro.
Il sangue gocciolava sulla moquette color panna, adesso di un colore simile al bordeaux.
Non solo dal braccio, ma anche dai lati della bocca di Hermione.
«Ma che diamine..? Granger, cazzo, svegliati» disse, scuotendo la ragazza.
«Granger, avanti! Non scherzare con me...Hermione, per carità, apri gli occhi!» esclamò  questa volta, agitandola bruscamente.
Aprì gli occhi di colpo. Erano rossi.
«Granger, cazzo, mi sono preso un colpo! Che cavolo hai?!»
Hermione cercò di parlare, ma rendendosi conto del sangue che aveva addosso, si zittì e cominciò a tremare.
«T-ti prego, a-aiutami con il s-sangue...» sussurrò.
Draco esitò, ma corse subito a prendere uno straccio bagnato. Tornò da Hermione, che ora tremava di più.
«Hermione, non riesco a pulirti se tremi così, cerca di stare calma..»
Il ragazzo le tamponò gli angoli della bocca con lo straccio e Hermione non poté non notare la sua sicurezza nel curarla. Era così serio, così concentrato.
«Fatto. Hai tutta la maglia sporca, Granger. Pensi di restare così? Dovresti cambiarti» consigliò Draco.
«I-io non p-penso di riuscirci...» balbettò.
«Oh, e va bene, faccio io. Ma non ti illudere che io sia così buono sempre, oggi faccio un'eccezione solo perché stavi morendo dissanguata, e per quanto non ti sopporti, mi potresti essere utile» disse il biondo.
Hermione abbozzò un sorriso, continuando a tremare, un po' meno di prima.
Il suo sorriso sparì quando Draco le tolse la maglia sporca e lei rimase in reggiseno. Arrossì e abbassò lo sguardo, e miracolosamente smise di tremare.
Il ragazzo notò il suo imbarazzo e ne fu fiero.
Prese nuovamente lo straccio bagnato e lo tamponò sul petto e sulla pancia di Hermione. Sembrava un medico. Se lo immaginava, lei, Draco con il camice, tutto attento al lavoro che faceva.
Il ragazzo passò delicatamente lo straccio sulla pelle pallida di Hermione, come fosse una pietra preziosa. Ritornò agli angoli della bocca, ancora lievemente macchiati, e con dolcezza passò lo straccio sulle sue labbra. I suoi occhi grigi cedettero a quelli profondi di lei per qualche secondo, che sembrò durare cento anni.
«Fatto, ti conviene prenderti un'altra maglia, questa la metto a lavare. Bene, ricordati di questo giorno perché non capiterà molto spesso. Ora fuori dai piedi, Granger».
«Grazie, Malfoy...» bisbigliò Hermione, dirigendosi poi verso la sua stanza.
Poteva quasi sentire ancora la pressione delle dita affusolate di lui sulla pelle.

I'll be good//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora