" 'Cause, baby, now we got bad blood.
You know what used to be mad love.
So take a look what you've done.
'Cause, baby, now we got bad blood."
-Bad Blood, Taylor Swift
***
Hermione respirava a fatica, un intenso profumo di colonia le impediva il passaggio dell'ossigeno. Il cuore minacciava di uscirle dal petto.
«C-cosa stai facendo?» quasi sussurrò lei, a pochi centimetri dal viso del biondo.
Già, cosa sto facendo? pensò Draco. Cosa gli era preso?!
Non si era reso conto di aver spinto la ragazza contro al muro di pietra e inoltre non si ricordava cosa le aveva chiesto. Ora cosa poteva dire a sua discolpa?
«Mezzosangue, smettila di fare la coraggiosa con me, sai benissimo che sono più potente di te in ogni senso, quindi vedi di stare zitta a meno che non ti chieda io di aprir bocca. Siamo chiari?»
Ecco. Adesso aveva riversato la colpa su di lei.
Hermione non sapeva come replicare. Per la prima volta, qualcuno l'aveva zittita.
Draco non aspettò la risposta e iniziò ad incamminarsi.
«Muoviti, dobbiamo cercare un babbano che almeno conosca cos'è una bacchetta magica...»
La ragazza lo guardò torva, ma sapeva di non avere scelta. O lo seguiva o sarebbe rimasta sola, cosa che le faceva piuttosto paura.
Camminarono per circa mezz'ora, fino ad arrivare al centro di Parigi. Non si rivolsero la parola per tutta la passeggiata, ma entrambi avevano mille pensieri per la testa.
Draco ancora si domandava cosa gli fosse successo. Appena la Granger si era ribellata a ciò che lui aveva detto, aveva avuto l'impulso di andarle in contro e tapparle quella maledettissima bocca. Ma, per fortuna, non l'aveva fatto.
Sei stato solo impulsivo, Draco, solo impulsivo.
Hermione, invece, pensava a ciò che il biondo le aveva detto.
Lei voleva davvero qualcosa in cambio da lui? Perché la sua mente le aveva detto di sì?
Sei stata solo impulsiva, Hermione, solo impulsiva.
«Bene, Granger, dove cazzo siamo?»
«Mh? Oh, siamo vicini al centro. Tra un po' dovremmo incontrare un bar che si chiama Le fleur. Ho fame, non mangio da ieri...»
«Dimentichi che non abbiamo soldi babbani. E poi, come conosci Parigi?» disse Draco.
«Mia nonna era francese. Da piccola venivo spesso in vacanza qui, perciò so orientarmi, più o meno» raccontò Hermione, guardandosi attorno. «E comunque, conosco il proprietario del bar. Ci andavo sempre, gli ho persino insegnato un po' della nostra lingua! Di sicuro mi offrirà qualcosa»
Draco la guardò. Sembrava una bambina, sorrideva a chiunque passasse e guardava le vetrine dei negozi stupita. Era quasi...
Nulla.
«Oh, eccoci arrivati!» esclamò Hermione, entrando nel bar.
Un uomo sui sessant'anni stava servendo un caffè ad una signora e appena girò lo sguardo verso i due ragazzi, riconobbe la riccia.
«Hermione! Ma che piascere rivederti! Cosa ti porta qui?» chiese, con un accento francese riconoscibile a distanza.
«È un piacere anche per me, signor Gerque. Sono venuta qui a Parigi con il mio..amico. D-Draco, lui è il signor Gerque. Signore, lui è Draco Malfoy» disse Hermione, imbarazzata.
«Salve» fu tutto ciò che disse Draco.
«Ma che bel monsieur! State insieme? Ottima scelta, Hermione!» esclamò l'uomo.
«N-N-no! Non stiamo assieme, no no no no no. È un mio...carissimo amico. Comunque, possiamo sederci?» chiese la ragazza, per cambiare discorso.
«Scertamente! Vi porto subito un cappuscino e dei croissant!» rispose l'uomo, allontanandosi dai due.
Hermione era fucsia dall'imbarazzo e guardava in basso. Si sedette con Draco ad un tavolino e iniziò a picchiettare le dite su di esso, cosa che faceva spesso quando era in tensione.
«Quindi io sarei un carissimo amico?» domandò Draco, abbozzando un sorriso.
«Oh, avanti, l'ho detto solo per non far preoccupare il signor Gerque. Pensavo l'avessi capito, furetto».
Il biondo tornò serio, aveva sempre detestato quel soprannome.
«Smettila di chiamarmi così».
Hermione rise. Una risata priva di allegria.
«Sì, certo. Quando tu smetterai di chiamarmi Mezzosangue, ne riparleremo».
Fortunatamente, il signor Gerque arrivò prima che Draco potesse replicare.
Poggiò sul tavolino due croissant dall'aspetto delizioso e altrettanti cappuccini colmi di schiuma, sorrise a Hermione e se ne andò.
«Cosa diamine è sta roba, Granger?» domandò il ragazzo, osservando la colazione con disgusto.
«Oh, devo sempre spiegarti tutto. Allora, questi sono croissant, delle brioches francesi famose in tutto il mondo. Sono dolci, soffici e buonissime! Possono essere riempite con marmellata, cioccolata o altro, oppure possono essere mangiate senza nulla dentro. Invece questi sono cappuccini, una sorta di caffè con latte, ma la cosa più buona è la schiuma! E togli quella faccia schifata, sono meravigliosi» spiegò Hermione.
Poi proseguì. «Dai, assaggia questo» disse, porgendo a Draco un croissant da cui fuoriusciva del cioccolato.
Il biondo lo prese in mano e lo addentò.
«Allora?» chiese impaziente Hermione.
«Mediamente buono».
«Oh, avanti, si vede che ti è piaciuto un sacco!»
«Forse preferirei quello alla marmellata...»
«Un morso a testa?» propose Hermione, rendendosi conto solo dopo della sua domanda. «Oh, scusa. Non penso tu voglia condividere qualcosa con me. Allora io non lo pren...»
«Va bene».
Hermione spalancò gli occhi.
«Davvero? Non ti fa schifo?»
«È una stupida brioche, non una siringa, il nostro sangue non verrà a contatto. Perciò va bene» concluse Draco.
È sempre lo stesso, Hermione.
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I'll be good//Dramione
FanfictionTutti dicono che baciare è come stare in paradiso, sentirsi leggeri e spensierati. Per Hermione non era affatto così: lei, al contrario, si sentiva all'inferno. Era accaldata e sentiva nel petto una fiamma crescere a dismisura; il calore le raggiung...