Capitolo 1 - Le segrete

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"If I got locked away
And we lost it all today...
Tell me honestly...
Would you still love me the same?"
~Locked away, R. City ft. Adam Levine
***
Il freddo nelle vene.
I polsi feriti dalle manette di puro ferro.
Il respiro affannoso, nel tentativo disperato di liberarsi.
L'odio si leggeva negli occhi color ghiaccio di Draco Malfoy, che avrebbe preferito stare fra i Mangiamorte piuttosto che essere costretto a rimanere legato nelle segrete di Hogwarts.
Lo sapeva, aveva sbagliato a parlare con Albus Silente, avrebbe dovuto frenare quella sua maledettissima lingua prima di pronunciare quel fatidico «Mi aiuti».
Da quel giorno, il "vecchio rimbambito" lo aveva costretto a rimanere chiuso là sotto per non essere ritrovato, e appena lui si era opposto, il professor Piton aveva gentilmente proposto di farlo legare.
Tuttavia, Draco era sicuro che non sarebbe rimasto lì ancora per molto, oh no.
Sarebbe scappato, o qualcuno sarebbe venuto a salvarlo, ad ogni modo se ne sarebbe andato. Non sapeva dove, ma non gli interessava.

Hermione Granger appuntava ogni informazione che sentiva dire dalla professoressa McGranitt come una forsennata. Non si sarebbe persa nemmeno una singola parola, assolutamente no.
«Signorina Granger, non è il caso di prendere appunti, è tutto scritto sul suo libro» la interruppe la professoressa.
Hermione arrossì e poggiò la piuma sul banco timidamente.
Oh, che stupida che sei, Hermione.
Il sesto anno ad Hogwarts era alquanto pesante, cosa che non avrebbe mai ammesso davanti a nessuno. Tutti erano convinti che lei fosse l'emblema della saggezza, del perfezionismo e dello studio, ma nessuno - pensò lei - l'aveva mai conosciuta davvero.
Forse solo Harry Potter e Ronald Weasley, ma non ne era del tutto convinta.
Sta di fatto che in quei giorni si sentiva relativamente tranquilla.
Forse perché Draco Malfoy non l'aveva derisa per una settimana intera. Anzi, Draco Malfoy non si era presentato alle lezioni per una settimana intera.
Che stesse male? Oh, non gliene importava nulla di quello stupido, ora avrebbe dovuto concentrarsi solo sullo studio.
«Signorina Granger, adesso è il momento di prendere appunti. È sicura di star bene?»
Hermione sobbalzò.
«S-sì, mi scusi professoressa» mormorò, martoriandosi la gonna.
Perché sei così distratta, oggi?
Sentiva che qualcosa non quadrava. Ma cosa?
Harry e Ronald la guardarono preoccupati, ma lei fece un cenno con la testa, segno che andava tutto bene.
«Minerva! Sono arrivati!» esclamò il professor Silente, piombando nella stanza.
«Chi, Albus?»
«Ti spiegherò successivamente, ora porta tutti i ragazzi al sicuro. Harry, signor Weasley, signorina Granger, non voi. Seguitemi».
Hermione spalancò gli occhi, seguita dai ragazzi, e tutti e tre seguirono il preside lontano dalla classe.
Quando egli si fermò, il suo sguardo era più che preoccupato.
«Ragazzi, i Mangiamorte stanno arrivando. Siamo tutti in pericolo, tuttavia sono costretto ad assegnarvi delle missioni. Signor Weasley, Harry, voi venite con me, vi spiegherò in seguito cosa fare. Lei, signorina Granger, raggiunga le segrete del castello. E ricordi: faccia tutto ciò che le viene detto. Ha capito bene?»
Hermione non ci capiva più nulla. Le segrete?
«Ha capito bene, signorina?» ripeté Silente.
Hermione annuì e abbracciò i due amici.
Poi corse verso le segrete.

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