Capitolo 3: Giochi o non giochi?

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Capitolo 3

"Giochi o non giochi?"

I suoi occhi scuri, profondi e sgomenti, incontrarono i miei e fu come quando li vidi per la prima volta su quella spiaggia marsalese, mi annientarono, lasciandomi senza parole e provocandomi emozioni indescrivibili.
Il suo pizzetto ben curato, il ciuffo che gli cadeva sulla fronte, gli occhiali da vista neri, non era cambiato di una virgola; era sempre tremendamente affascinante, con quell'aria trasandata ma allo stesso tempo elegante che aveva. 
Nonostante tutto, lo odiavo a morte per quello che era successo tra noi e in quell'istante era l'ultima persona che avrei voluto fosse in quella stanza.
Non sapevo se tirargli uno schiaffo o la cena addosso.

-Ignazio?-
-Irene?-
Dicemmo all'unisono.
-Che ci fai qui?-mi chiese.
<<Non ti è chiaro cosa faccio?! Idiota!>>
-Secondo te?!-dissi scontrosa.
-Non ti conviene rispondermi male-
-Sennò che mi fai?-
-Dirò tutto al tuo capo-
-Allora sai cosa ci faccio qui!-dissi ironica-Comunque, mi dispiace dirti che il mio capo è mia madre-sfoggiai uno dei miei sorrisi finti.
-Lo sai che il direttore è un mio grande amico?!-
-Che stronzo che sei!-
-Come hai detto?-
-Sei incredibilmente adorabile!-dissi ironica.
Sorrise divertito e disse-Hai intenzione di rimanere tutta la sera sulla soglia della porta oppure vuoi entrare e servirmi la cena?-
-Vorrei tanto optare per la terza scelta, ma purtroppo devo svolgere il mio lavoro-
-Quale sarebbe la terza scelta?-
-Tirarti il piatto di pasta in faccia-sfoggiai l'ennesimo sorriso finto ed entrai nella stanza.
-Non ti ricordavo così stronza-disse chiudendo la porta.
-Si cambia-
-Direi anche piuttosto bene-disse squadrandomi dalla testa ai piedi.
-Tu invece non sei cambiato affatto-
-Lo prendo come un complimento-
-Non dovresti-dissi appoggiando i piatti sul tavolo, non volevo stare un minuto di più in quella stanza.
-Che profumino!-disse avvicinandosi ad essi.
-Il mio lavoro è finito, ti saluto-
Andai verso la porta ma la sua mano bloccò il mio polso; quel semplice tocco, mi fece rabbrividire.
-Hey aspetta! Non andare!-
-Devo lavorare, a differenza tua-
-Sono le dieci, chi mai avrebbe bisogno di una governante a quest'ora?-
-Non devo solo portare cibo a degli stronzi, sai?!-
-Dai, solo cinque minuti-mi supplicò.
Mi misi a braccia conserte, alzai gli occhi a cielo, sbuffai e dissi-Che cosa vuoi?-
-Parlare con te, è da tre anni che non ci vediamo-
-Oh vedo che ti ricordi da quanto non ci vediamo!-dissi ironica-Come mai hai tutta questa voglia di parlare con me?-
-Perché voglio sapere cosa hai fatto in questi tre anni-
<<Niente di che, ho cresciuto un figlio>>
-E da quando ti interessa?-
-Da ora-
-Ah perfetto! Aspetta allora, ordino del tè con dei biscotti e ci mettiamo a chiacchierare come due anziani al bar, che ne dici?-l'ironia aveva preso il sopravvento-Ma seriamente, per chi mi hai preso?! Per un'amica di vecchia data?! Pensi veramente che mi sia dimenticata di tutto?!-
-Pensavo che...-
-Che una minchia, Ignazio!-dissi interrompendolo facendo uscire la mia vena sicula-Senti, ho già perso troppo tempo, non voglio rischiare il licenziamento per te-

Andai verso la porta ma, ancora una volta, mi fermò facendomi voltare verso di lui, poi mi portò al muro e mi bloccò i polsi.
I nostri visi erano vicini e il mio sguardo si alternava tra i suoi occhi e le sue labbra.

-Lasciami!-sussurrai.
-No!-disse deciso.
-Guarda che mi metto ad urlare-lo minacciai.
-Non ti conviene, sveglieresti i clienti-
-Ed io dirò che tu, Ignazio Boschetto, cantate del famoso trio "Il Volo", hai cercato di violentarmi-
-Nessuno ti crederebbe-
-Spero che ti vada di traverso la pasta!-dissi malignamente.
-Devi odiarmi veramente tanto per desiderare ciò-
-Oh non sai quanto!-
-Non pensavo di averti fatto soffrire così tanto-
-Io ero innamorata di te e tu mi hai lasciata dopo aver fatto i tuoi porci comodi! Mi hai solo usata!-
Sorrise divertito e disse-Ma dai! Ero solo un bambino con gli ormoni a palla, ancora che ci pensi?!-
-Ti meriteresti una ginocchiata nelle palle, ma per fortuna ho imparato a contare fino ad undici prima di agire-
-Che bambina pericolosa-disse sorridendo malizioso.
-Ti odio!-
-Sei ancora più bella quanto ti incazzi-disse mordendosi il labbro inferiore.
-Mi lasci andare? Devo lavorare-
-Ti va di fare un gioco? Come ai vecchi tempi?-
-Ma mi ascolti quando parlo?-
-Una settimana...-
-No, non mi ascolti-
-Una settimana per farti innamorare di me-
-Che cosa???-
-Giochi o non giochi?-disse porgendomi la mano.
-Oh dio mio! Hai ritirato fuori questo gioco!-dissi disperata.
-Allora?!-
-Cosa?!-
-Giochi o non giochi?-
-Non ho capito la proposta-
-In una settimana riuscirò a farti innamorare di nuovo di me-
-Non se ne parla-
-Sai già che perderai?!-disse con tono di sfida.
-Ovvio che no!-
-Allora giochi?-disse porgendomi nuovamente la mano.
-Gioco!-dissi stringendola.

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Riuscirà Ignazio nel suo intento? Lo scopriremo nei prossimi capitoli! :P
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo con un commentino :)
Un bacio :*




La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora