Capitolo 5: Deve essere mia.

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Capitolo 5

"Deve essere mia"

Martedì 15 Settembre 2015, ore 10:30.

Ero nel mondo dei sogni quando la suoneria del mio telefono mi svegliò bruscamente.
Tastai con una mano il comodino, presi il cellulare e risposi.

-Pronto-mugugnai assonnato.
-Igna, ma stai ancora dormendo? Ti sei dimenticato che abbiamo delle interviste da fare?-disse Piero dall'altra parte della cornetta.
-Sì, cioè, no. Sto scendendo-riattaccai senza nemmeno dargli il tempo di rispondere e misi la testa sotto il cuscino.
Non avevo per niente voglia di alzarmi, ma il dovere era dovere.
Mi alzai dal letto e notai che sul tavolo c'erano ancora i piatti della cena; pensai a ciò che era successo la sera prima, a quando, alla vista di Irene, avevo perso completamente la ragione.
Era bella da morire e i suoi occhi verdi mi avevano incantato come la prima volta che la vidi su quella spiaggia marsalese. Ricordo che era meravigliosa; con quei capelli umidi che le cadevano sulle spalle e il suo sguardo completamente immerso nella lettura. Lei era così affascinante con quel suo modo di fare diffidente che mi dissi che doveva essere mia, a tutti i costi e riuscii nel mio intento.
Ammetto che ero stato stronzo con lei perché volevo solo soddisfare le mie voglie, ma ero cresciuto e non desideravo solo fare sesso, ma qualcosa di più.
Credo.
Fatto sta che lei doveva essere di nuovo mia ed avevamo fatto un patto, che in quei sette giorni sarei riuscito a farla innamorare di nuovo di me.
Chiamai la reception e chiesi gentilmente se potevano mandare una governante a pulirmi la stanza ed aspettai, nella speranza di vederla ancora una volta.
Bussarono alla porta e, dopo una veloce sistemata ai capelli, andai ad aprire, ma non trovai lei; trovai una signora adulta.
Non ci pensai due volte di chiederle di Irene.

-Scusi posso farle una domanda?-le chiesi un po' imbarazzato.
-Certo-rispose senza distogliere lo sguardo dal tavolo.
-Posso chiederle dov'è Irene? Sa, è una mia cara amica e volevo salutarla-
-Irene ha il turno di sera questa settimana, la trovi dalle sei-
-Ah perfetto! E' stata gentilissima, grazie mille-
-Si figuri-rispose sorridendomi.

La lasciai al suo dovere e raggiunsi i ragazzi nella hall.

-Finalmente! Ma quanto ci hai messo?!-disse Piero.
-Scusate, la sveglia non è suonata-mentii.
-Sempre il solito-disse disperato Gian.
-Ti ho preso la colazione-disse Barbara dandomi un sacchettino.
-Grazie mille, Barberina!-presi il cornetto che si trovava all'interno e lo addentai.
-Siete pronti?-disse Michele e noi ci limitammo ad annuire-Quanto entusiasmo!-disse ironico-Dai, andiamo!-

Ore 18.00.

Era stata una giornata piena di impegni, tra interviste e prove, e finalmente tornavamo in hotel.
Guardai l'orologio e notai che erano già le sei. Irene doveva essere arrivata.
Non avevo fatto altro che pensare a lei quel giorno e l'avevo pensata talmente tanto da deconcentrarmi a lavoro.
I ragazzi mi avevano riempito di domande sul perché fossi così distratto, ma mi ero limitato a dirgli che ero solo stanco. Non mi andava di raccontargli di Irene, volevo che rimanesse un segreto, anche perché se l'avessi fatto, sicuramente, mi avrebbero preso in giro e non avrebbero risparmiato battute durante le interviste.
Salii in camera per farmi una doccia veloce e poi raggiunsi gli altri al ristorante dell'albergo.

-Ma guarda sti cornutazzi qua, non mi hanno mica aspettato!-dissi mettendomi a sedere e notando che stavano leggendo il menù.
-Non è colpa nostra se ci metti così tanto a farti la doccia-rispose Piero.
-Mi sentivo 'ncrasciatu-
-Come ti sentivi???-disse Gianluca aggrottando la fronte.
-'Ncrasciatu, voce del verbo 'ncrasciare. Gianlù, lo sanno tutti!-
-Adesso mi è tutto più chiaro-rispose ironico.
-Vuol dire "sporco"-disse Piero.
-Non siamo mica andati a spalare la cacca degli elefanti-disse Gian facendo ridere i presenti.
-Ah ah ah, che simpaticone! Volevo solo farmi una doccia, niente di più-

-Non c'entra qualche ragazza, vero?-chiese malizioso Michele.
-Miii una doccia mi sono fatto! La prossima volta vado a giro lurdu così non scassate la minchia-
-Eddai Igna, scherziamo!-esclamò Michele ridendo.
-Cambiamo discorso va. Piè, fammi vedere che c'è di buono-dissi sbirciando dal suo menù.
-E fatti portare il menù!-
-Miii come siete stasera. CAMERIERA!-urlai alzando l'indice, la ragazza si voltò ed era Irene.

Che il gioco abbia inizio.

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Chissà che cosa avrà in serbo per la nostra Irene :P
Lo scopriremo nel prossimo capitolo!
Perdonatemi se è corto e se non è un granché, ma sono molto impegnata con gli esami universitari e mi sto concentrando solo su di essi.
Detto questo, spero che vi sia piaciuto lo stesso e fatemelo sapere con un commentino :)
Un bacio fanciulle :*













La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora