Capitolo 6: Che il gioco abbia inizio.

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Capitolo 6

"Che il gioco abbia inizio"

Ore 18:00.

Ero arrivata, stranamente, puntuale a lavoro, e mia madre non ci pensò due volte a ricordarmelo appena la incontrai nello spogliatoio.

-Un miraggio!-esclamò ironica appena mi vide-Che ci fai qui alle sei in punto?-
-Devo lavorare, no?!-risposi sorridendo-E tu che ci fai nello spogliatoio?! Non dovresti essere a lavorare?!-
-Ti stavo portando il foglio con su scritto le mansioni da fare-
-Ma che coincidenza! Fammi leggere-mi porse il bigliettino e lo lessi-Servizio in sala??? Perché??? No, mamma dai!-
-Manca una cameriera e tu sei l'unica che può sostituirla, visto che sei diplomata in servizio di sala-
-Sì, ma non è giusto!-
-Ma perché ti lamenti?! Non capisco-
-Chi cenerà di così tanto famoso al nostro ristorante stasera?!-chiesi facendo intendere la risposta.
-Ma non è detto! A pranzo non c'erano-
-Non mi tranquillizzi, sai?-
-Avanti Ire, non puoi mica evitarli, sono nostri clienti-
-Che palle!-sbottai.
-Forza! Che gli ostacoli vanno affrontati!-
-Sì, certo-dissi aprendo l'armadietto e iniziando a cambiarmi.
-Ah! A proposito, il tuo ammiratore mi ha chiesto di te oggi-
-Il mio chi?-
-Il tuo ammiratore, Ignazio-
-Che cosa??? E che ti ha detto?-
-Mi ha chiesto dov'eri dicendo che sei una sua cara amica e che voleva salutarti-
-So io che vuole-dissi facendo ridere mia madre.
-Ma che è successo ieri sera?-
-Niente, assolutamente niente!-mentii.
-Dal tuo tono incazzato deduco che tu dica la verità-disse ironica.
-Mamma, per favore, evitiamo il discorso-dissi chiudendo l'armadietto.
-Ma perché non vuoi parlarmi?-
-Perché non ho niente da dirti. Adesso vado, a dopo-

Non rispose ed uscii.
Non mi andava di parlarne con mia madre. Non volevo farle sapere in che situazione mi ero messa e come ero ceduta allo stupido gioco di Ignazio, volevo rimanesse un segreto.
Andai al ristorante ed iniziai a sistemare la sala che, da lì a poco, si sarebbe riempita.
Mia madre non mi aveva tranquillizzato con quella frase; io ero sicura che Ignazio e compagnia bella avrebbero cenato in albergo, perché la fortuna non era mai dalla mia parte.
I clienti iniziarono ad arrivare e scrutai attentamente ogni singola persona nella speranza di non vedere il suo volto ma, appena vidi entrare Piero, le mie speranze furono svanite.
<<Lo sapevo! Porca paletta!>>
Pensai tra me e me, ma iniziai a tranquillizzarmi quando notai che Ignazio non c'era.
Ma perché non c'era?! Era impossibile che non ci fosse! 
Forse stava male, forse aveva preferito rimanere in camera o semplicemente era in ritardo.
Ma perché mi stavo preoccupando della sua non presenza?! Io non volevo vederlo!
Stavo prendendo un'ordinazione al tavolo quando mi sentii chiamare.

-CAMERIERA!-urlò una voce maschile alle mie spalle, ma non una voce qualunque, la sua voce, quella di Ignazio, era inconfondibile il suo accento siciliano.
Il cuore iniziò ad aumentare i battiti e le gambe iniziarono a tremare.
Mi voltai verso di lui e sul suo volto apparve un sorriso malizioso che non mi rassicurò per niente.
-Sì?!-dissi indifferentemente.
-Può portarmi un menù, per favore?-
-Subito signore!-dissi prendendolo in giro.
Finii di scrivere l'ordinazione e poi portai il menù a mister simpatia.
-Prego-dissi sfoggiando uno dei miei sorrisi finti per poi andarmene, ma lui mi fermò.
-Signorina, aspetti! Come scappa subito-
Alzai gli occhi al cielo e poi tornai da lui.
-Mi dica-altro sorriso finto.
-Stavo leggendo il menù e mi ha incuriosito questa tartare di tonno, può spiegarmi cos'è?-
-Certamente-sorriso finto-E a base di tonno crudo condito con una emulsione di olio e succo di arancia. Noi la prepariamo direttamente al tavolo così il nostro cliente può decidere le dosi del sale e del pepe-
-Quanto ci hai messo a impararlo a memoria?-
-Ignazio!-lo riprese una donna al tavolo.
-E' una semplice informazione-
-Ci ho messo pochi minuti. Volete ordinare?-dissi guardando gli altri ragazzi al tavolo.
-Non siamo ancora pronti-rispose Ignazio.
-Bene, quando siete pronti, fatemi un fischio-dissi ironicamente, ma appena mi voltai, mister simpatia lo prese alla lettera e fischiò facendo voltare tutti i clienti in sala.
Lo odiavo!
-Prego-sorriso finto.
-Inizia da gli altri, io devo ancora decidere-rispose Ignazio senza distogliere lo sguardo dal menù.
Mi rivolsi a Piero e iniziai a prendere gli ordini, ritornando alla fine da mister simpatia.
-E' pronto?-sorriso finto.
-Sì, prendo questa famosa tartare di tonno, delle pennette agli scampi e del salmone alla griglia con insalata. Ah mi raccomando! La pasta non la voglio tanto piccante-disse facendomi l'occhiolino.
-Certamente-sorriso finto.
Presi i menù e portai l'ordinazione in cucina.
Dopo pochi minuti gli antipasti erano pronti e siccome quel bastardo di Ignazio aveva ordinato la tartare, come da regolamento, dovevo condirla davanti a lui.
Imbarazzata, con il mio carrellino, andai al tavolo dei tenorini e, con gli occhi puntati addosso, iniziai a condire la tartare di tonno.
-Mi raccomando, condiscila con amore-disse facendomi l'occhiolino.
Lo fulminai con lo sguardo e indifferentemente continuai a fare il mio lavoro.
-Il pepe lo gradisce?-
-Certo-disse ammiccando.
Feci finta di non vederlo e continuai a condire, quando sentii una mano infilarsi nella tasca posteriore del mio pantalone seguita da una palpata al sedere.
Questo era troppo!
Scostai subito la sua mano guardandolo malissimo e gli lanciai il piatto sul tavolo.
Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai-Ingozzati, stronzo!-
Detto questo tornai in cucina con il mio carrellino.
Ma come si era permesso di toccarmi il culo davanti a tutti?! Ma per chi mi aveva preso?!
Lui non sapeva con chi aveva a che fare e la mia vendetta era molto vicina.
Appena i primi dei ragazzi furono pronti, non ci pensai due volte a mettere molto peperoncino nel piatto di Ignazio, dovevo fargliela pagare.
Servii i piatti ai ragazzi e appena arrivai da mister simpatia gli sussurrai-Spero che la pasta ti vada di traverso-
Sfoggiai l'ennesimo sorriso finto e poi andai a godermi lo spettacolo dalla cucina. Appena mise il primo boccone in bocca, iniziò a tossire per il troppo piccante ed io scoppiai in una risata malefica; vidi Ignazio alzarsi e dirigersi in bagno e, non so per quale motivo, lo raggiunsi.
Entrai in bagno e lo vidi lavarsi il viso.
-Piaciuto lo scherzo?!-
Si voltò verso di me e sorrise.
-Lo sapevo che eri stata tu-
-Così impari a toccarmi il culo-
-Scusami, ma dovevo farlo-

-Per quale motivo?! Per prendermi in giro davanti ai tuoi amici?!-
-No-disse avvicinandosi a me tanto da sentire il suo respiro sulle mie labbra-Ma per questo-mise la mano nella tasca posteriore del mio pantalone ed estrasse un biglietto.
-Cos'è?-dissi come voce tremolante, la sua vicinanza mi mandava in confusione.
-Un invito-disse porgendomi il biglietto.
-Di cosa?-
-Leggilo e scoprirai-disse facendomi l'occhiolino.
Aprii il biglietto e lessi quello che c'era scritto:

"Signorina dagli occhi verdi, sei bellissima."

Accennai un sorriso e cercando di nascondere le emozioni che mi stavano attraversando in quel momento, dissi-E quale sarebbe l'invito?-
-Ti va di vederci stanotte?-disse sorridendo.
-Questo è l'invito?!-
Annuii divertito.
-Mi hai fregato!-dissi tirandogli un pugno sulla spalla facendolo ridere-E comunque perché dovrei accettare?! Dopo quello che mi hai fatto passare nell'ultima mezz'ora?!-
-Scusami, ma quando sei incazzata sei di una bellezza unica-
Cercai di non sciogliermi a quelle fottute parole e, dopo aver fatto una tosse finta, risposi-Sono contenta, ma lavoro, ricordi?-
-Avrai dieci minuti liberi, no?-
-Sì, ma se mi beccano a cazzeggiare, mi licenziano-
-Puoi inventare mille scuse, come che Ignazio de "Il Volo" ha bisogno di acqua nella sua stanza o di asciugamani puliti-disse sorridendo.
-E che vorresti fare, scusa?-
-Scambiare due chiacchiere. D'altronde, ti ricordo, che abbiamo fatto un patto ed io devo pur cercare di vincere-
<<Dannazione! Maledetto gioco!>>
-Beh...vedrò!-
-Ti aspetto all'una in camera, sii puntuale-disse andando verso la porta facendomi l'occhiolino.
-Ti ho detto che vedrò!-
-Ed io ti aspetterò!-disse uscendo.

Sbuffai e lo mandai a quel paese col pensiero.
Andare o non andare? Questo era il dilemma!

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Questo capitolo dovevo chiamarlo "sorriso finto" ahahah comunque, che farà la nostra Irene, andrà o non andrà dal nostro Boschettino?!
Lo scopriremo nel prossimo capitolo :P
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e, come sempre, fatemelo sapere con un commentino :)
Un bacio bellissime fanciulle :*
.P.S. Un minuto di silenzio per i ragazzi che non sanno accendere le lanterne ahahah a parte i non scherzi, il video è bellissimo :)







La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora