Capitolo 4: Attenta.

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Capitolo 4

"Attenta"

Martedì 15 Settembre 2015, ore 05:40.

Avevo finalmente finito il mio turno di lavoro e non vedevo l'ora di tornare a casa per riposarmi.
Uscii dall'albergo e un leggero soffio di vento mi accarezzò la pelle facendo fluttuare i miei capelli corvini e facendomi rabbrividire; mi strinsi nel mio cappotto e con la musica nelle orecchie, mi avviai verso casa.
Il cielo cominciava a trascolorare nel grigiore opalescente dell'alba, ma la città era ancora ammantata d'oscurità.
Verona era meravigliosa al sorgere del sole; le strade erano deserte e silenziose e nell'aria vagava un buon profumo di cornetti appena sfornati.
"Attenta" dei Negramaro suonava nelle mie orecchie e un sorriso apparve sul mio viso ascoltando le prime parole della canzone.

"Stai attenta, ha avuto tutto inizio in questa stanza."

Sembrava fatto apposta. Più non volevo pensare ad Ignazio e più qualcosa o qualcuno me lo faceva ricordare.
Era stato un trauma vederlo aprire quella porta perché speravo, con tutto il mio cuore, di non vederlo più per il resto dei miei giorni.
Era il mio peggior incubo, come Voldemort per Harry Potter, e dopo tre anni era riapparso nella mia vita; ed io come una stupida avevo anche accettato il suo stupido giochetto! Lo stesso con cui mi aveva conquistata tre anni prima.
Era un pomeriggio di fine Maggio ed io ero a Marsala dai miei nonni.
Loro avevano la casa a pochi passi dal mare e, visto che quel giorno faceva veramente molto caldo, decisi di andare a fare il bagno al mare.
La spiaggia era deserta e l'acqua era talmente limpida da riuscire a vedere il fondale.
Dopo essermi rinfrescata, andai a sedermi sulla sabbia a leggermi un libro che mi ero portata.
Regnava la pace e il silenzio su quella spiaggia, fino a che un ragazzo interruppe tutta quella bellissima atmosfera che si era creata tra me, la natura e il libro.

"Maggio 2012, Marsala.  

-Che leggi?-mi chiese lo sconosciuto mettendosi a sedere vicino a me facendomi sussultare.
-Ma sei scemo?!-dissi voltandomi verso di lui e lo vidi.
Era un giovane ragazzo, dai capelli folti e dal corpo robusto.
-Scusa non volevo spaventarti-
-Ci conosciamo?-
-Non credo. Ignazio, piacere-strinsi la sua mano calda e inspiegabilmente sentii le farfalle nello stomaco-Il tuo nome?-
-Perché mai dovrei dirtelo?-
-Perché vorrei saperlo-
-Io non voglio fartelo sapere-
-Va bene, come vuoi, ti chiamerò "signorina dagli occhi verdi"-
Accennai un sorriso e ripresi con la mia lettura.
-Sei nuova di qui? Non ti ho mai vista-mi chiese.
-Sono diciotto anni che vengo qui, quindi no, non sono nuova-
-Strano che non ti abbia mai vista, mi sarei ricordato sicuramente di una ragazza così bella -
-Ti prego! Queste frasi di abbordaggio sono così banali!-
Si mise a ridere e disse-Sei simpatica, lo sai?-
-Me lo dicono in tanti-
-Quanti anni hai?-
-La metà di mio zio-
-Ma non vuoi proprio dirmi niente di te?-
-Sì, amo leggere e di conseguenza odio la gente che mi interrompe mentre lo faccio-
-Che tipetto! Ce l'hai il ragazzino?-
-No, non ce l'ho e sono apposto così, grazie-
-Ti va di fare un gioco?-
-No, grazie-
-Il primo che arriva a quell'ombrellone, vince-
-Ti ho detto di no e poi sono abbastanza grande per questi giochi-
-Se vinco io, stasera esci con me, se invece vinci tu, non ti darò più fastidio-
-Ti ho detto che non voglio giocare-
-Perfetto, vorrà dire che continuerò a romperti le palle-
-Che cosa???-
-Giochi o non giochi?-disse porgendomi la mano.
-Gioco!-dissi stringendogliela.
Ci alzammo di scatto e iniziammo a correre. 
Fu la corsa più bella della mia vita. 
Ero così spensierata, così divertita, mi sentivo libera e non mi sentivo così da tanto tempo.
Alla fine arrivò lui primo e col fiatone mi disse-Stasera ci vediamo qui, alle otto-
-Vedrò-
-Un patto è un patto-
Mi misi a ridere e dissi-Ok, hai ragione, però ad una condizione-
-Sentiamo-
-Non devi provare a baciarmi e se lo farai, potrai dimenticarti di me-
-E se invece sarai tu a baciarmi?-
-Chi te lo dice che io abbia voglia di baciarti?!-
-L'esperienza!-
-Accidenti, devi essere un don Giovanni!-
-Ho le mie tattiche-
-Beh allora?! Giochi o non giochi?-dissi porgendogli la mano.
-Non eri un po' troppo grande per giocare?!-disse sorridendo.
-Non per questo gioco-
-Comunque gioco-mi strinse la mano e poi ci mettemmo a ridere.
Il suo volto era illuminato dalla luce del sole che risaltava i suoi occhi scuri e profondi facendomi completamente perdere in essi.
Ero estasiata difronte a quella figura sconosciuta che mi aveva, in un secondo, stravolto l'anima."
 

Inutile dire che, quella sera, fui io a baciarlo, dando via alla nostra piccola storia d'amore durata solo tre mesi; ma furono tre mesi davvero intensi, dove ogni giorno riusciva a sorprendermi facendomi innamorare, pian piano, di lui.
Alla fine mi stava solo prendendo in giro e con me voleva solo soddisfare le sue voglie libidinose, e forse le aveva soddisfatte fin troppo!

Arrivai a casa e vidi mia madre in cucina far colazione.
-Buongiorno!-disse appena vide.
-Ciao, Roby?-
-Sta ancora dormendo-
-A che ora si è addormentato ieri sera?-
-Credo fossero le dieci-
-Si è svegliato durante la notte?-
-No, è stato bravissimo, ha fatto dormire la nonna-
-Meno male-
-Hai conosciuto gli ospiti della stanza dell'opera?-
-Sei una grande stronza, lo sai?! Potevi dirmelo!-
-Non volevo che scappassi-
-Ovvio che non sarei scappata, ma almeno mi sarei preparata mentalmente-
-L'hai incontrato, quindi?-
-Sì, l'ho incontrato, purtroppo-
-E come è andata?-
-E' andata male!-
-Gliel'hai detto?-
-Detto cosa?! Di Roby?! No, certo che no!-
-E quando pensi di dirglielo?-
-Ma lo deve per forza sapere?-
-Direi, visto che è il padre-
Sbuffai e dissi-Io non so come la prenderà, forse penserà che non è vero e che lo faccio per i soldi o la notorietà, poi c'è di mezzo anche la sua carriera. Non è così semplice. E poi non voglio la D'urso a casa mia a farmi domande-
Mia madre si mise a ridere e disse-Che scema che sei! Comunque io te lo dico solo per il bene del bambino, che ha e avrà bisogno di una figura paterna accanto, quindi sta a te decidere cosa fare-
-Ci penserò su, adesso vado a dormire-
-Ed io entro a lavoro!-

Andai in camera da letto, mi avvicinai al lettino di mio figlio e lo vidi dormire stretto al suo peluche dei Minions.
Dovevo farlo per lui, ma non sapevo quando avrei trovato il coraggio.

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Il bambino è di Ignazio e credo che l'avevate capito tutti. Ma adesso cosa succederà? Glielo dirà o no?
Lo scopriremo nei prossimi capitoli!
Nel frattempo ditemi cosa ne pensate di questo lasciando un commentino :)
Un bacione :*

Dedico questo capitolo a SmileOfMarsalaPrince visto che oggi è il suo compleanno! :*




La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora