Capitolo 8: L'amore si muove.

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Capitolo 8 

"L'amore si muove"

Mercoledì 16 Settembre 2015, ore 18:00.

Ero tornato, finalmente, in albergo dopo un'altra giornata di prove per il nostro grande concerto all'arena di Verona. 
Sì, finalmente. Ma non per la stanchezza, ma perché avrei rivisto Irene.
Il giorno precedente avevo giocato bene la mia partita, se non le avessi detto di andare via, ci saremmo sicuramente baciati; ma io non volevo andare di fretta, volevo fare le cose con calma.
Nel frattempo il direttore si era fermato a parlare con noi, ma io non lo stavo ascoltando, stavo pensando lei, ma a risvegliarmi dai miei pensieri fu una dolce voce.

-Buona sera direttore-
-Oh ciao Irene!-

Alzai subito lo sguardo a quel nome e la vidi salire le scale.
Non so cosa mi prese, ma abbandonai tutti e la seguii.

-Irene!-
Lei si voltò incantandomi con i suoi splendidi occhi verdi.
-Ignazio-disse balbettando.
-Ciao!-dissi avvicinandomi a lei per poi stamparle un bacio sulla guancia-Come stai?-
Mi guardò stranita e rispose-Da quando vuoi sapere come sto?-
-Stasera sei al ristorante?-dissi ignorando la sua domanda.
-No, stasera no-
-Peccato! Volevo divertirmi-dissi facendole l'occhiolino.
-Ci sono un sacco di cameriere, divertiti con loro-
-Ma tu sei più divertente di loro-
-Bene, sono contenta, adesso che lo so vivo meglio-disse ironica-Posso andare o devi ancora rompere le palle?-
-Che tipetta che sei! Mi piace quando fai così-dissi sensualmente.
-Ok, posso andare?-
-Va pure, ci vediamo stasera in camera mia, così mi farai divertire e mi farai tirare un po' su-dissi facendole l'occhiolino.
-Aspetta e spera-disse girando i tacchi e allontanandosi.
-All'una, mi raccomando, non tardare!-le urlai e lei mi mostrò il dito medio facendomi ridere, adoravo la sua diffidenza.
Tornai nella hall e trovai i ragazzi ad aspettarmi a braccia conserte.
-Ci spieghi perché sei scappato così dal nulla?-chiese Gianluca.
-Scusate, mi scappava la pipì!-
-Non siamo scemi, ti sei preso una cotta per quella governante!-
-Macché cotta! Amunì Gian!-dissi spingendolo.
-Mi pare di aver sentito che si chiama Irene. Sbaglio o una delle tue ex si chiamava Irene?-chiese Piero.
-E quindi? Non esiste solo una Irene nel mondo!-
-L'abbiamo riconosciuta, Ignazio-
Li guardai per qualche secondo e poi sbuffai. Impossibile nascondergli qualcosa!
-Ok, va bene, è lei! Ma volevo solo salutarla, niente più-
-La vuole riconquistare-disse Gianluca facendo ridere Piero.
-Ah ah ah. Che ridere-dissi ironico.
-Eddai Igna! Perché non lo vuoi ammettere?-chiese Piero.
-Perché non è vero!-mentii.
-Va bene, come vuoi. Allora, non ti scoccia se ci provo con lei, giusto?-
-Giusto-balbettai.
-Perfetto! Che ne dici Gian, andiamo a salutarla?!-
-Con piacere-disse sorridendo malizioso.
-Ci assentiamo per qualche secondo, scusaci-
A braccetto, salirono al piano di sopra.
Strinsi i denti e i pugni. Chiusi gli occhi e sospirai. Dovevo calmarmi. Lei doveva essere mia.
Salii anch'io al piano di sopra e li vidi parlare allegramente con lei.
Strinsi un'altra volta i pugni e, appena avanzai verso di loro, si salutarono.
-Ignazio!-esclamò Piero.
-Che vi siete detti?-
-Tranquillo, è tutta tua, non ho intenzione di provarci-disse dandomi una pacca sulla spalla.

-La gelosia ti frega sempre-disse Gianluca.
Mi avevano fregato! Avrei dovuto capirlo!
-Andatevene a fanculo!-dissi ironico.
-Ci vediamo giù!-
Scesero al ristorante ed io li raggiunsi.

Ore 1:20.

Era l'una passata e stavo aspettando Irene sdraiato sul letto, ma di lei nessuna traccia.
Ero convinto che sarebbe venuta e invece mi aveva dato buca.
Avevo ormai perso le speranze di vederla, quando sentii bussare alla porta.
Mi alzai velocemente e come un fulmine andai ad aprire ma, a malincuore, non trovai lei sulla soglia della porta, ma un'altra ragazza.

-Sì?-chiesi.
-Ha ordinato il tiramisù?-
Abbassai lo sguardo e notai che aveva un carrellino con un piatto sopra.
-No, non ho ordinato niente-
-Mi hanno chiesto di portarlo alla suite 207, la stanza dell'opera-
-Sì sì, è qui. Ma lo manda qualcuno?-
-Non lo so, mi hanno chiesto solo di portarlo alla sua stanza-
-Può anche portarlo indietro, non lo voglio, grazie-
-Ma la signorina Irene mi ha detto che lo avrebbe gradito-
-La signorina Irene? La sua collega?-
Annuii.
-Mi dia pure-
Mi porse gentilmente il piatto con le posate ed entrai in camera.
Tolsi il coperchio dal piatto e, vicino al gustoso tiramisù, c'era un biglietto.

"Avevi detto che volevi tirarti un po' su, spero di averti soddisfatto! 
Buon appetito, mio caro Ignazio. 
Tua, Irene."

Iniziai a ridere da solo.
Voleva fregarmi, ma non sapeva con chi aveva a che fare.   
Misi il biglietto in tasca, coprii nuovamente il piatto col coperchio e lo presi insieme alle posate, poi uscii.
Mi aggirai per i corridoi dell'albergo in cerca di lei, ma non la trovai, fin quando capitai davanti a una porta con su scritto "spogliatoio personale".
Mi guardai intorno per essere certo che non ci fosse nessuno ed entrai.
Appena entrai vidi una ragazza di spalle seduta su una panca, la riconobbi subito, era Irene; stava ascoltando musica a volume alto, infatti riuscivo a sentire la canzone e guarda caso era "L'amore si muove", il nostro ultimo singolo.
Appoggiai delicatamente il piatto su una panca, mi avvicinai a lei, le tolsi delicatamente una cuffia facendola sussultare ed iniziai a cantare dolcemente.

-L'amore si muove e non fa rumore, lo sai, è un vento gentile che non ti abbandona mai...-
La guardavo intensamente negli occhi mentre cantavo e ad ogni parola mi avvicinavo sempre di più alle sue labbra.
-Ignazio...-sussurrò balbettando.
-Finalmente ti ho trovata-sussurrai-Ho portato il dolce, ti va?-
-Dipende che dolce è-
Mi alzai dalla panca, presi il piatto e tornai da lei-Il tiramisù-dissi togliendo il coperchio.
Si mise a ridere ed annuì.
-Pensavo l'avessi già mangiato-mi disse.
-Non mi fidavo molto-
Rise e disse ironica-Non ti avrei mai avvelenato...o forse sì!-
La guardai male e le tirai un pezzo di dolce in faccia. 
Si alzò in piedi e con aria di sfida mi disse-L'hai voluto tu!-prese un po' di dolce e, prima che me lo spiaccicasse in faccia, la bloccai e istintivamente la baciai.
Non riuscivo più a resistere, era più forte di me, sentivo il bisogno di assaporare le sue labbra morbide.
Lei non si scostò, ma quando ci staccammo mi guardò confusa.
-Devo tornare a lavorare-balbettò.
Abbassai lo sguardo e annuii.
Lei andò a lavarsi il viso e poi uscì dalla stanza senza dirmi niente.

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Il nostro Ignazio è riuscito a baciarla, ma cosa le è preso a Irene???
Lo scopriremo nel prossimo capitolo :P
Lasciate, come sempre, un commento con le vostre opinioni :)
Un bacio fanciulle :*



La stanza dell'opera || Il Volo || Ignazio BoschettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora