Capitolo 24

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Sebastian

È passata una settimana, una settimana da quando non sento e non vedo Sofia. Lo so, avrei dovuto mandarle un messaggio ma d'altronde neanche lei si è fatta viva. Non so cosa pensare. Mille dubbi continuano ad insinuarsi nella mia mente. Vorrei capire se esiste un noi. Ogniqualvolta facciamo un passo in avanti irrimediabilmente ne facciamo tre indietro. E questo è tremendamente frustante. Non ho mai avuto una relazione seria e duratura, ma con lei, per lei, potrei provarci. Non esiste un luogo in cui non mi torna in mente, non esiste momento in cui non penso alle sue labbra sulle mie, alla sua splendida risata, al suo odore.

Sofia

Mamma sta seguendo un caso importante e resterà per un po' a Firenze, per questo ho chiesto ad Andrew di farmi compagnia. Ora che so cosa ha passato e che conosco tutti gli scheletri che nasconde, lo guardo con occhi diversi. Non che gli voglia meno bene anzi, ho imparato a capire il senso dei suoi silenzi, dei suoi sguardi assenti. Ho sempre pensato che fosse un ragazzo forte, solo ora però mi accorgo di quanto sia fragile e di quanto abbia bisogno di amore. Papà era gelosissimo di tutti i miei amici, ma adorava Andrew. Quando ero in compagnia di entrambi mi era impossibile perfino respirare. Avevano le stesse paranoie e mi propinavano gli stessi sermoni:
"Stai attenta!", "I ragazzi vogliono solo una cosa".
Adoro passare il mio tempo con lui, non abbiamo bisogno di parole, sa esattamente quello di cui ho bisogno. Ho sempre pensato che questa nostra simbiosi fosse amore, quello vero con la "A" maiuscola. Ma poi è entrato nella mia vita Sebastian e ho rivisto tutto sotto un'altra luce. Tutte le convinzioni che avevo sono andate in fumo. L'idea stessa che avevo dell'amore si è cambiata. Pensavo che amore significasse pace, sicurezza, tranquillità e invece è passione, follia, chimica. L'amore non è passeggiare mano nella mano, oddio è anche quello, ma è andare sulle montagne russe; amare è mettersi in gioco, vivere a pieno ogni minuto. E con Sebastian mi sento viva, dimentico tutto e sono me stessa. E come se smettessi di avere paura, di pensare.
Avrei così tanto bisogno di lui in questo momento.

"Sofi usciamo stasera?" Andrew mi richiama all'attenzione. Sta beatamente sdraiato sul mio divano, mentre io studio o almeno ci provo.
"Ok, ma paghi tu!"
"Pure? Ok, ma niente caviale."
Quant'è stupido. Lui ama le cose sofisticate, io le trattorie, alla fine, per non litigare, andremo in pizzeria.

Sono le nove, e come al solito sono in ritardo. Andrew mi aspetta giù da un'ora. Questa volta mi ammazza.
"Scusa...scusa...scusa. Non riuscivo a far uscire l'acqua calda."
Non è proprio una bugia, non posso certo digli che mi sono addormentata nella vasca.
"Sei sempre la solita, andiamo che ho una fame da lupi."

La serata è passata in fretta, a noi si è aggiunta anche Maria.
Quando ti circondi di persone che ami, non puoi non stare bene.
"Ti va di restare da me?" chiedo esitante ad Andrew.
A quanto pare una banda di teppistelli sta facendo piccoli furti e non mi sento sicura a stare da sola a casa.
"Certo avevo già avvisato mamma. Ma se scalci anche stanotte giuro di caccio dal letto."
"Semmai ti caccio io, il letto è il mio."
Non abbiamo più parlato del bacio, e quell'imbarazzo che temevo avrebbe influenzato il nostro rapporto, semplicemente non esiste. Continuiamo a scherzare e parlare come se nulla fosse successo.
Meglio così dice la mia vocina interna. In effetti non ho la forza di affrontare la cosa.
"Sai dovrei alzarmi presto e se non apri..."
Bene, mi ha beccato di nuovo mentre avevo la testa fra le nuvole.
"Ecco, ecco..antipatico".
"Ha parlato la simpaticona."
E mentre sto per chiudere il cancello ho la sensazione di essere osservata, mi volto ma non vedo nessuno, sarà solo una mia impressione. La vicenda della settimana scorsa di Andrew mi ha scosso parecchio e anche se non glielo do a vedere continuo ad essere preoccupata.

Sebastian

Tre ore e sarò a Borgo. Tre ore e sarò a casa. Già ora ho una casa. Sofia è la mia casa.
Ho deciso che le farò una sorpresa. Le ho comprato un cesto di dolci, so quanto sia golosa e sono sicura che le piacerà.

È quasi mezzanotte, le luci in casa sono spente. Probabilmente starà dormendo, dovrò passare domani. Non voglio svegliarla e neanche crearle dei problemi con la mamma.
E poi... La vedo. È con QUEL ragazzo. Lei ride, lo abbraccia. Sembra così felice. Soffoco un grido, la vedo voltarsi verso le mia direzione. Per un attimo ho l'impressione che mi abbia riconosciuto. Il mio cuore perde qualche battito. Ma poi si volta ed entrano in casa, da soli.
Devo fuggire, ho bisogno di allontanarmi il più possibile da lei, da qui. Tutta la felicità che provavo è svanita, sono di nuovo solo. Non merito di essere felice e non merito amore.
Lei non è mia e non lo sarà mai.

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