Capitolo 8

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<<Un...un secondo>> una voce proviene dalla parte opposta della porta.

Avevo aspettavo una settimana adesso l'attesa doveva finire. Apro bruscamente la porta e sento un colpo al cuore . Non potevo crederci. Stavo sognando vero? Ora mi sveglio e Dylan mi sorriderà accarezzandomi e dandomi il buongiorno. Vero? 

Chiudo gli occhi e li riapro ma lui rimane lì. La scena è vomitevole. Stavano facendo sesso sul tavolo della sua scrivania e Dylan cerca di ricomporsi il più veloce possibile. 

<<Ciao>> riesco semplicemente a dire. Avevo aspettato così tanto che non potevo correre fuori da quella porta e fuggire proprio come fa lui di solito. dovevo affrontare la situazione una volta per tutte. 

<<Ka...Kayla?>> 

<<Sono proprio io. Sorpreso? Infondo non dovresti dato che per una settimana sono stata nella reception dell'edificio in cui tu lavori>> 

Lui non fa altro che squadrarmi senza proferire parola. Guardo quella sgualdrina ricomporsi e poi infuriata come non mai mi rivolgo a lei.

<<Puoi andare. Ti pagherà dopo>> dico per poi sedermi.

<<Ma chi ti credi di essere?>> dice cercando di avvicinarsi, ma Dylan la ferma e bisbiglia qualcosa al suo orecchio. Poi esce soddisfatta. Che schifo.

Dylan si mette comodo ma non mi guarda più.

<<Non sono venuta qui per fare presenza>>

<<Allora perché sei venuta? Forse non hai capito che non voglio vederti?>>

<<Devi spiegarmi molte cose Dylan>>

<<Io non devo spiegarti nulla. Sono venuto qui per...>>

<<Per fartene una al giorno. Si l'avevo capito>> dico interrompendo il suo discorso.

<<Quello che faccio non sono affari tuoi>>

<<Dovevi pensarci prima>> Prima di mettermi incinta . Stronzo.

<<Prima di cosa? Non stiamo insieme e non devo giustificarmi se sto con qualcuno oppure no>>

<<Lo sappiamo entrambi che non stai con quella>> dico indicando la porta.

<<Invece ti sbagli. Pensi che sei stata l'unica fidanzata che abbia mai avuto?>>

<<Non dico questo. Ma...ma lei è una come le tante>>

<<Ti sbagli... Io...io la amo>> 

<<Ma non vedi che stai mentendo?Hai esitato a pronunciare quelle parole perché te la scopi e basta>> dico stringendo i pugni.

<<Ma cosa sai tu Kayla. Cosa >>

<<So più di quanto tu creda. Non la guardi come guardi me e questo fa capire tutto>>

<<Io ti guardo con compassione tesoro>>

Ma mi prende in giro o cosa?

<<Quale compassione Dylan?Cosa stai dicendo?>> dico trattenendo le lacrime.

<<Oh... che stupida che sei . Pensavi che ti amassi davvero? Beh... sono un bravo attore. Mi sono divertito con te lo devo ammettere . Sembravi così irraggiungibile ma ... eri un obiettivo facile da raggiungere>> 

Stavo per sentirmi male e probabilmente avrei anche vomitato. Mi guardava con un sorriso fastidioso di vittoria. Non potevo crederci no non era vero. Lo diceva apposta. Stringo i pugni e le unghie provocano dolore nella pelle alleggerendo il dolore al cuore. 

Incontri difficili 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora