Serrature rotte.

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Nota:in questo capitolo chiamerò Harry, Harry e non più Edward.Capite che la scelta del nome dipende dai vari POV che, anche essendo in terza persona, devono comunque rappresentare i pensieri del personaggio protagonista in quel momento.

Harry rientrò in casa una mezz'oretta dopo.Non avrebbe mai immaginato di fare così tardi, infatti ci avrebbe solitamente impiegato quindici,massimo venti minuti,per andare al market e tornare.Questa volta era rimasto fuori di casa più di un'ora, solo per un piccolo cosino carino-che fu la prima impressione che ebbe appena vide Tomlinson-che non si era portato le chiavi dietro.E quindi, avendo un cuore grande e generoso,si era ritrovato ad aiutare quel povero ragazzo in difficoltà.

La verità?
A lui andava di rimanere fuori casa più tempo possibile.
La situazione nell'appartamento era diventata tesa e il suo rapporto con Nick era diventato scostante.
Il problema consisteva nel fatto che lui amava il suo fidanzato e lo faceva con tutto il suo cuore, il suo corpo, la sua anima.Lo amava da quando gli aveva scompigliato i capelli la prima volta,da quando lo aveva accolto fra le sue braccia dopo l'ennesima delusione all'interno della sua vita.
Ma ormai sentiva che quel sentimento non era più ricambiato come un tempo.

Con un sospiro, il ragazzo chiuse la porta, facendo attenzione a non farla sbattere.L'ultima cosa che voleva era svegliare il suo ragazzo.

Percorse il corridoio,facendo scivolare le chiavi in una ciotola,poi attraversò il salotto e si diresse in cucina.

Prese il pacco di pasta dalla busta della spesa e lo poggiò sul tavolo, poi tornò in salotto per lasciare il resto sul tavolino da caffè.

"Sei stato fuori un'ora"borbottò una voce dietro di lui.
Harry si girò, puntando lo sguardo su un corpo aggrovigliato nelle coperte scozzesi.
"Nick?"chiese lui,titubante, allungando una mano verso la figura.

"E chi sennò?"rispose, il tono turbato.

"Mi hai fatto spaventare, idiota"ridacchiò il riccio, prima di buttarsi addosso al fidanzato e sfilarsi gli stivali dai piedi.

"Che hai fatto fuori di casa durante quest'ora? "ribattè Nick, rivolgendo un'occhiata di rimprovero al ragazzo seduto accanto a lui."E smettila con quei cosi, sei solo ridicolo".

"Sono andato a prendere la pasta"disse Harry, guardando le sue mani giocare sul suo grembo.

"E?"incalzò Nick.

"E niente"

"Beh, metterci un'ora per comprare un pacco di pasta mi sembra troppo".

Harry alzò le spalle"Almeno io alzo il culo per comprare del cibo".

Nick scosse la testa, prima di avvicinarsi a Harry.

"Okay scusa.Ero solo preoccupato".

Harry annuì, prima di ingoiare il groppo che gli si era formato all'interno della sua gola.
Era la prima volta che si era permesso di mentire al suo fidanzato e la sensazione di colpevolezza lo stava rendendo nervoso.

"Tutto bene?"gli chiese il moro, accarezzandogli la guancia.

"Sì, sono solo stanco"lo rassicurò il ragazzo,donandogli un sorriso tutto fossette.

"Forse dovresti solo riposarti dal lavoro mh?"

"Non so"rispose.

Non fece in tempo a pensare a quella possibilità perchè sentì delle labbra sopra le sue.Nick lo stava baciando, improvvisamente, senza una ragione.
Qualche mese prima avrebbe pensato che fosse una cosa romantica ma ora...sembrava come se lo facesse per noia, senza alcun sentimento.
Con riluttanza, il ragazzo riccio si ritrovò a ricambiare, cingendo il ragazzo per la vita in modo che non cadesse dal divano.

Books and Boots||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora