¤Capitolo 1.

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Dicono che i cambiamenti portino ad un futuro migliore.
Ne siete convinti?
Beh..se la risposta è si allora siete degli stolti. Non è sempre tutto rose e fiori...e Sofy lo sapeva bene.
Una normale diciassettenne che si trasferisce in un altro stato per accontentare i capricci dei genitori che non sono capaci di cercarsi un lavoro decente.
Presero in considerazione che Tokyo potesse offrire loro un posto di lavoro fisso e una stabilità economica tale da poter vivere in condizioni più agiate.
Non erano poveri, a dire il vero stavano bene economicamente. Solo che per loro il denaro non era mai abbastanza.
Sofy si ritrovò in una nuova casa a due piani. Era antica, solo con qualche ristrutturazione recente.
Anche l'arredamento non era molto moderno.
La ragazza andò in perlustrazione alla ricerca della sua nuova camera. Salì la scala diretta al piano di sopra dove trovò quattro porte. Una era della camera matrimoniale, una era del bagno, una della stanza per gli ospiti e l'ultima era di quella che sarebbe stata la sua nuova stanza. Entrò e trovò un letto alto con un piumone azzurro, un armadio abbastanza grande, una scrivania con sedia, un comodino con sopra una sveglia e una finestra con tende blu scuro.
Sofy sistemò i suoi vestiti nell'armadio e ripose la sua valigia sotto il letto.
Poi sentì uno scricchiolio provenire dal pavimento in parquet della sua stanza, ma non l'aveva provocato lei.

"Questa casa è troppo vecchia."
Pensò.

Un altro scricchiolio.
Iniziò a pensare che provenisse dal piano terra, così decise di scendere a controllare.
Non vedendo nulla di strano guardò il soffitto. Tutto normale.
Finché non sentì un altro scricchiolio. Proveniva dal piano di sotto.
Vide una porticina in un punto più staccato della casa. Provò ad aprirla ma era chiusa.
Cercò una chiave e la trovò sul tavolinetto in vetro del soggiorno. Riuscì ad aprire la porta e un'arietta gelida la invase. Era abbastanza buio, così prese una torcia e scese.
Arrivata alla fine delle scale cercò l'interruttore della luce, ma non lo trovò. Puntò la torcia in ogni angolo del luogo e riuscì ad intravedere la rete di un letto. Non era un letto normale.
Aveva delle stringhe laterali, come se servisse per legare qualcuno.
Sembrava uno di quei letti che si trovano nei manicomi.
Non c'erano finestre, se non una piccola apertura nel muro in alto, eppure continuavano ad arrivarle spifferi gelidi che le fendevano le guance. Iniziò a sentirsi osservata, ma non vide nulla attorno a sé. Le parve di sentire dei respiri. Dei sussurri.
Ma continuava a non vedere nulla di strano.
Quella sensazione stava diventando sempre più intensa. Sentiva i respiri più vicini.
Ancora più vicini. E....

《Sofy...è pronto.》

La ragazza sussultò quando si sentì chiamare dalla madre.
Si diede un'ultima occhiata attorno e poi risalì le scale chiudendo la porta a chiave dietro di sé.
Andò a mangiare pensando che fosse stato tutto frutto della sua immaginazione. Aiutò a sparecchiare e tornò in camera sua.
Non sapeva il motivo, ma qualcosa le diceva che in quel luogo non si sarebbe annoiata.

Poverina. Non sapeva ancora cosa la aspettasse..

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