¤Capitolo 7.

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Quando Sofy riaprì gli occhi, notò che fuori era buio.
Il sedativo l'aveva addormentata per l'intero pomeriggio.
Provò ad alzarsi ma non ci riuscì.
L'avevano legata al letto con delle  fasce simili a quelle presenti sul letto della sua cantina.
Adesso sembrava davvero una pazza.
Provò a slegare le fasce, ma senza risultati. Alla fine decise di restare ferma e riposare.
La strana presenza sembrava essere svanita.
Iniziò a sentire voci provenienti da fuori la stanza, tra le quali riconobbe quella di Lyon.

《Come sarebbe che non posso vederla? L'orario di visite finisce alle 21:00 e sono appena le 19:45. Aprite questa porta.》

《Non possiamo. La paziente ha avuto delle allucinazioni e una crisi isterica. Non è prudente far avvicinare qualcuno.》

La voce odiosa dell'infermiera le risuonava nelle orecchie.
Non ha avuto nessuna allucinazione, ma questo loro non potevano saperlo.

《Allora aspetterò qui fino a quando sarà possibile.》

La determinazione del ragazzo la colpì molto.
Continuava a chiedersi perché lui facesse tutto questo per lei.
Avrebbe voluto chiederglielo, ma in quelle condizioni non poteva fare nulla. Solo aspettare che passasse la notte.
Sentiva i respiri di Lyon. Poi il rumore delle sedie nel corridoio..segno che si era seduto.
La sua presenza la rassicurava.
Era felice che qualcuno non l'avesse abbandonata.
Quella notte dormì tranquilla come non succedeva da un po' di tempo.

***

Il mattino seguente Lyon Wallace era addormentato sulla solita sedia.
Dormiva così profondamente da non sentire l'infermiera entrare in stanza.
Sofy era già sveglia intenta a guardare il soffitto.
L'odiosa donna ripose un vassoio con del cibo sul comodino.

《Ciao Sofy. Come ti senti oggi?》

《Come un salame pronto per essere venduto.》
Rispose lei secca.

《Posso capirlo. Adesso ti slegherò così potrai mangiare.》

Dopo essere stata slegata, si sedette. Non aveva fame e non toccò cibo.

《Sofy. C'è una cosa che dovresti sapere.》

La ragazza la guardò interrogativa.

《Beh vedi..I tuoi genitori...》

《Cosa sta facendo?》

La voce di Lyon interruppe la donna che lo guardò imbarazzata.
Sofy aveva già capito, ma voleva sentirselo dire per poterci credere davvero.

《Le avevo chiesto di non dirglielo... Che l'avrei fatto io..》
Continuò lui.

《Mi scusi. Io.. Lei doveva sapere e voi dormivate.》

Sofy guardò il ragazzo e finalmente disse qualcosa.

《Cos'è successo?》

《Sofy. I tuoi genitori...sono stati trovati senza vita nella cantina di casa tua.》
Disse lui.

Non poteva crederci. Per quanto li odiasse in quel momento, non era pronta a ciò che aveva appena sentito.
La sua testa iniziò a girare e le lacrime a rigarle il viso.
Lyon la abbracciò facendo segno all'infermiera di uscire..e lei lo fece.
Il ragazzo la teneva stretta come per proteggerla.
Era il momento..

《Sofy. Mi dispiace tanto per i tuoi genitori. Ma adesso dobbiamo andare.》

《Dove?》

《A casa mia. Non è posto adatto a te questo.》

La ragazza annuì asciugandosi le lacrime.
Non trovava i suoi vestiti, così dovette seguirlo con indosso la veste da notte della clinica.
Uscirono con circospezione dalla stanza e notando che non c'era nessuno uscirono dalla porta sul retro che portava al parcheggio.
La sensazione di Sofy tornò a perseguitarla. Si sentiva di nuovo osservata.
Il suo cuore si faceva sempre più pesante e capì che non erano soli.
I due ragazzi iniziarono a correre verso la macchina di Lyon e una volta dentro sfrecciarono sulla strada.
L'asfalto andava via via scomparendo sotto le ruote dell'auto che lasciava ogni altra vettura dietro di sé.
Forse per Sofy stava iniziando un po' di tranquillità.

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