Era già mattina inoltrata quando Sofy si svegliò.
Stranamente nel vicolo non era passato nessuno che volesse farle del male. Si sentì sollevata del fatto che qualcosa le fosse andata nel verso giusto.
Si alzò in piedi e si pulì i vestiti con le mani.
Avrebbe voluto fare un bagno. Ma in quel momento le era impossibile. Doveva ancora cercare la madre di Sadako e chiederle chiarimenti. E magari un aiuto..
Iniziò a camminare nella direzione dell'indirizzo riflettendo sulle parole adeguate da dire alla donna.
Dopo 3 isolati era già stanca.
Non aveva soldi con sé, quindi non poté prendere né un taxi e né pagarsi da mangiare.
Continuò a camminare e finalmente, dopo altre ore, si trovò davanti ad una singolare abitazione in mattoni grigi.
Sembravano abbastanza antichi e rovinati.
Lesse l'indirizzo e capì che quella era la casa di Cho, madre di Sadako.
Sentiva un'atmosfera inquietante attorno a quell'abitazione poco più isolata rispetto alle altre.
Nessuno passava nei dintorni.
Una volta oltrepassato il grande cancello di ferro ormai consumato, poteva ben notare che l'erba del grande giardino non era mai stata tagliata.
Cominciava a chiedersi se davvero lì potesse abitarci qualcuno.
Le sembrava un posto tetro e inospitale. Inadatto a far vivere qualcuno..pur essendo una sola persona.
Aveva timore ad entrare. Si preoccupava troppo di cosa dire, cosa fare, come apparire e come porre fine ai tragici avvenimenti conseguitisi fino a quel momento.
Ripensò a tutto ciò che era successo. Ai suoi nuovi amici persi subito. Ai suoi genitori.
Ripensò a quella strana figura vista a casa di Lyon.
A quel punto sussultò, scossa da un brivido lungo la schiena.
Si fece coraggio e bussò alla porta tre volte.
Dopo qualche minuto la porta si aprì cigolando facendo comparire sulla soglia un'anziana signora di origini asiatiche.《Tu chi sei?》
Chiese la donna.《Piacere signora. Io sono Sofy Johnson. Lei è Cho, la madre di Sadako?》
Rispose la ragazza.《Come sai di mia figlia?》
《Potrei entrare? Non mi sembra il luogo adatto per parlarne..qui fuori.》
La donna si scansò per farla entrare.
La casa era angusta, un po' disordinata e molto buia.
Le finestre erano sbarrate da travi di legno, come se non volesse essere trovata.
Ma da chi?《Siediti e dimmi cosa vuoi.》
Sofy obbedì sedendosi sul polveroso divano antico.
《Io abito nella sua vecchia casa. Quella in cui viveva con sua figlia.》
La donna sembrò inizialmente scossa.
《L'hai vista? Come sei sopravvissuta?》
《Si. Un amico mi ha dato una mano.》
Ripensando a Lyon venne scossa da un velo di tristezza. Avrebbe potuto nascere qualcosa tra loro, ma la vita le fu avversa fin da subito.
《Ho seguito tutto tramite i giornali. Ha ucciso molte persone nel giro di due anni. Ma non si è mai spinta fino a qui.》
《Perchè sua figlia prova tanta avversità per le persone?》
《Quando vivevamo in quella casa eravamo felici. Poi dopo il suo diciasettesimo compleanno era cambiata. Non era più lei. Io sono un'esorcista e ho percepito il maligno in lei. La legai ad un letto in cantina per impedirle di far del male a qualcuno. Non le ho dato nè cibo nè acqua per non alimentare il demone. Cercai di esorcizzarlo, ma la mia bambina morì per malnutrizione. Adesso uccide chiunque arrivi in quella casa per vendicare la vita che le è stata negata.》
《È terribile.》
《Continuerà a cercarti. Devi andare lontano da questa città.》
Sofy avrebbe voluto. Ma non ne aveva la possibilità.
Aveva molta paura di ciò che le sarebbe potuto capitare. Poteva scappare, ma non nascondersi.
Improvvisamente la lampadina della sala da pranzo iniziò a dare segni di cedimento.
Poi si spense del tutto.
La casa fu avvolta nel buio.
Si potè udire solo la voce spaventata della donna.《È qui..》