¤Capitolo 4

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La mattina dopo, così come per il resto del mese, continuarono con le ricerche di Misaki, ma della ragazza neanche l'ombra.
Yona e Sofy erano davvero preoccupate e non uscivano più tanto spesso.
Casa di Sofy era tornata tranquilla.
Ma era solo una situazione momentanea.

Un pomeriggio la ragazza decise di perlustrare la cantina.
Non vi era più entrata dalla scomparsa della sua amica.
Aprì la porta e scese di sotto.
Non c'era la solita ventata d'aria gelida ad accoglierla.
Una volta sceso l'ultimo scalino, gli scricchiolii ripresero.
Il cuore di Sofy batteva e non dava segno di volersi fermare.
La ragazza avanzò fino ad arrivare al pilastro che si stanziava al centro della stanza.
Era tutto molto buio.
Cercò l'interruttore della luce.. ma qualcuno aveva rimosso la lampadina.
Si fece strada con la torcia fino a sbattere contro qualcosa.
O meglio..qualcuno.
Illuminò davanti a sé scorgendo dei piedi che penzolavano nel vuoto.
Spaventata, risalì potendo notare il corpo della sua amica Misaki.
Al collo aveva una corda legata al soffitto. Era stata impiccata.
La guardò in volto. Aveva la pelle cadaverica e gli occhi sgranati. Quasi fuori dalle orbite.
Sofy non aveva parole. Era pietrificata.
Le cadde la torcia dalle mani e iniziò ad urlare accasciandosi a terra. I suoi genitori accorsero e quando videro la scena impallidirono.

《Sofy. S-Sei stata tu?》
Chiese la madre traumatizzata.

La figlia rispose di "No" con la testa e si lasciò andare ad un pianto disperato.
Suo padre prese il corpo di Misaki e lo adagiò a terra.
Ancora sconcertato, corse a chiamare i genitori della defunta ragazza, i quali accorsero immediatamente.
Erano sotto shock. La loro figlia che viene trovata morta. E per di più nella stessa casa dalla quale era scomparsa.
Iniziarono a dare la colpa a Sofy, la quale se ne stava accasciata in un angolo a fissare il vuoto.
Non poteva ancora crederci.
Non sembrava esserci altra spiegazione. E tutti concordarono sulla soluzione di mandare Sofy Johnson da uno psicologo.

A scuola si sparse la voce e molti iniziarono ad additarla come un'assassina. I più superstiziosi, invece, credevano fosse stata Sadako ad aver fatto quel gesto.
Quando Yona apprese la notizia si spaventò molto.
Era una di quelle ragazze che non si lasciava intimorire facilmente, ma credeva nella leggenda di Sadako.

《Sofy. Io so che non sei stata tu. C'è Sadako dietro tutto questo.》
Disse.

《Basta con questa assurda storia. Qualcuno ha ucciso Misaki e l'ha impiccata in casa mia. Tutti credono che sia stata io solo perché sono stata la prima ad averla trovata.》
Rispose.

《Dovresti credere in questa "assurda storia" come la chiami tu. Da qualche giorno mi ritrovo dei lividi sul corpo senza saperne la provenienza. Non sbatto da nessuna parte e mi tengo in forma. Tutto questo è molto strano. Non avremmo dovuto mettere piede in quella cantina.》

《Io devo andare a casa. Sono stanca di questa storia.》

Sofy si alzò dal tavolinetto del solito bar tornando a casa e l'amica fece lo stesso.
Yona decise di fare una doccia per schiarirsi le idee, ma notò qualcosa di strano.
I suoi capelli stavano iniziando a cadere. Ma la cosa che la lasciò perplessa fu vederli allungarsi pur avendoli sempre avuti corti.

"Questi non sono i miei capelli."
Pensò.

Erano tinti di un nero più scuro.
Uscì dalla doccia asciugandosi.
Le parve tutto molto strano, ma si convinse che era tutto frutto della sua immaginazione.
Che questa storia di Misaki le aveva scombussolato il cervello.
Si sentiva osservata ma non badò nemmeno a questo.

Forse avrebbe dovuto?

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