CAPITOLO 6

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•Hai gli occhi di chi ha smesso di crederci ma continua a sperarci.•

Mi sveglio con il libro in faccia. Non scendo nemmeno a lavarmi la faccia, evitiamo domande indesiderate. Prendo i libri e il computer e inizio a riguardare la mia tesi per la maturità. Ho iniziato a farla alla fine di settembre,un po' presto ma preferisco arrivare pronta. So già tutti gli argomenti,devo solo farlo firmare dai professori.
Ho rifiutato gentilmente l'offerta di mia mamma di mangiare qualcosa e ho passato il pomeriggio a studiare. Ricontrollo il programma e decido di iniziare a prepararmi per andare in una libreria in centro città per comprare un libro di cui avevo sentito parlare. Una storia d'amore di due tizi malati che poi si sa già come va a finire,ma lo leggerò lo stesso ho bisogno di credere in qualcosa. Asciugo i capelli e faccio un puciu,prendo i jeans e una felpa larga. Mamma mi sgrida perché dice che devo mettere i risalto le mie "curve" e non dovrei nascondermi dietro hai felponi ma il mio intento è proprio quello di nascondermi.
Devo assolutamente iscrivermi al corso per prendere la patente così quando andrò all'università posso prendere la mia macchina evitando pullman treni e accompagnamenti che vorrebbero significare a chiacchierate con mamma e papà. Ho dei soldi da parte,dovrebbero bastare per comprare una macchina "di seconda mano". Timbro il biglietto sul pullman e mi siedo più lontana possibile dalla gente,metto le cuffie e cerco di non pensare a niente. Pensavo di soffrire molto di più rivedendolo ma l'unica cosa che provo adesso è odio. Lo odio per avermi abbandonata così. Il mio intento di non pensare sembra fallire ma per fortuna manca poco alla mia fermata.
Scendo e cammino per un po,finalmente ci arrivo e entro. Adoro l'odore dei libri. Mi dirigo al reparto romanzi. Non è difficile trovarlo prendo l'ultima copia della pila perché nessuna l'ha aperta e perché tutti sceglierebbero la prima e forse un po immedesimo in questo. Vado alla cassa.
«Bellissimo,io l'ho letto in una sera. È un libro che si fa divorare.» sul cartellino della divisa da cassiera c'è scritto Valentine.
«Bene.» rispondo secca e lei mi guarda in aria interrogativa.
«Sono 14,50€» le porgo i soldi «grazie mille e buona lettura.» mi rivolge un sorriso caloroso,non contraccambio e
esco.

~Dentro la mia vita passa qualche turista,ma si ferma poco...non c'è una bella vista.~

Arrivata a casa poso il libro sul comodino. Preparo la cartella per il giorno dopo e decido cosa mettermi. Mamma ci chiama per la cena.
«Debbie!» mamma mi chiama cantando il mio nome,ha una voce melodiosa«C'è un sorpresa scendi veloce.» scendo le scale mentre mi faccio la coda e rimango imbambolata.
«Pulce,sei cresciuta!» il mio fratellone. Scendo le scale e mi lancio al collo del mio adorato fratellone. Cristian ha 25 anni e ha preso un piccolo appartamento vicino al centro. Ha un aria così adulta. Lo adoro,mi ha sempre sostenuta.
«Cry perché non mi hai detto che passavi mi sarei vestita meglio!»
«Ti ho vista al mattino appena sveglia pulce,adesso sei bellissima in confronto.» la sua riscalda la casa ormai fredda da un po.
«Mi sei mancato.» ho le lacrime agli occhi.
«Anche tu piccola peste.» e mi scombina i capelli. Mangiamo cena e poi lo faccio salire in camera per parlare.
«Questa camera non cambierà mai vero?»
«Come va il lavoro?» sta osservando ogni minimo dettaglio della camera.
«Va bene,tu sei pronta per la maturità.Scommetto che hai già scritto la tesi e la sai già a memoria.» scoppiamo un una grossa risata. Mi conosce benissimo,non devo usare parole con lui.
«Debbie» si fa più serio «cosa c'è che non va?» si vede così tanto?
«Va tutto okay Cry. »
«A me non sembra proprio.» devo cambiare argomento.
«Te ne sei andato presto di casa,mi manchi tanto. Perché non stai qui per un po'?»
«Quello era l'intento. » sono felice che abbia lasciato che cambiassi argomento. Passiamo la serata a ridere e scherzare sui ricordi. Mi è mancato tanto anche se l'ho visto nemmeno 1 mese fa. Ma non sono abituata a non averlo intorno per
così tanto tempo. Ormai è un uomo,ma rimarrà sempre il mio fratellone e io la sua pulce.

Mai dire Mai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora