Prologo

33 2 1
                                    

Essere me era complicato. Molto complicato. Prima di tutto: vivevo in casa con mio padre, il suo fidanzato, mia madre se ne era andata quando avevo due anni, scappata con un altro uomo e mio padre viveva da tredici anni con Henry (così si chiamava il tipo), e i miei sei fratelli. Eh già. Avete capito bene, sei fratelli, tutti maschi. In pratica a casa mia girava così tanto testosterone che avrebbe potuto far invidia ad un coniglio maschio nel periodo del calore. Secondo: quattro dei miei fratelli erano persi per una delle mie due migliori amiche, Rebecca Serra, una ragazza italiana del primo anno del mio liceo. Aggiungiamoci anche la mia mastodontica cotta per il migliore amico dei miei due fratelli maggiori e il fatto che fossi una degli studenti più bravi del mio anno (assieme ai miei gemelli).

A questo punto mi pare opportuno presentarvi i membri della mia famiglia.

Daniel Ferschen, alias mio padre, un gran bell'uomo sudafricano con cittadinanza inglese acquisita. Aveva la pelle chiara in stile cadavere, i capelli neri e gli occhi blu, era alto, aveva un bel fisico per i suoi quarantatré anni e lavorava come psichiatra, aveva uno studio tutto suo, ma a volte collaborava con le forze dell'ordine per fare profili di criminali e robe simili.

Henry Jefferson era il compagno, anche lui un bell'uomo, poco meno alto di mio padre, con gli occhi castani, i capelli castano chiaro e le lentiggini, portava la barba. Lui era un professore universitario a Cambridge, dove vivevamo, e insegnava fisica nucleare. Figata vero? Aveva solo un anno in più di mio padre ed era un grande. Tutti in casa stravedevamo per lui.

Mark Ferschen, alias i mio fratello maggiore, un gran bel pezzo di ragazzo, ad essere sinceri. Era alto, castano scuro, con gli occhi verde chiaro, portava gli occhiali . Era all'ultimo anno di scuola ed era il più severo e brusco tra di noi, ma ci voleva molto bene, in fondo in fondo. Partecipava nel club di musica ed era una delle poche persone che conoscessi a saper suonare il Rachmaninov 3 al pianoforte.

Ethan Ferschen, il gemello scemo di Mark. Anche Ethan era un gran bel ragazzo, portava i capelli rossi scuri e lisci un po' lunghetti, aveva gli occhi verde acqua ed era il più alto in casa con il suo metro e novantasette di altezza. Lui era diversissimo dal gemello non solo per l'aspetto fisico ma anche per il carattere. Se Mark era serio e composto, Ethan era un flirt continuo e sempre in movimento. Non era un granché a scuola, era il più scarso tra noi, ma non è che fosse pessimo. Di media aveva C+, che non è malissimo. Le sue mancanze come studente venivano compensate dalla sua abilità nel basket, infatti giocava come guardia tiratrice ed era veramente impressionate.

Quentin Ferschen, il mio gemello scemo. Era alto, con gli occhi colore inchiostro e i capelli neri tenuti abbastanza lunghi ed arruffati. Lui era un personaggio spensierato, allegro, molto spontaneo...insomma una bella persona. Anche se non sembrava era un grande studente e non era male nemmeno a pallavolo, il suo sport di scelta e giocava da martello. Era un tontolone, non nel senso che fosse stupido (anzi), ma era troppo buono, trattava tutti bene. Suonava la chitarra assieme a Josh e i loro due amici.

Joshua Ferschen, l'altro mio gemello, era l'omozigote di Quentin e loro sì che erano fotocopie in tutto e per tutto. Josh aveva gli stessi occhi e capelli neri del gemello, ma portava i capelli leggermente più corti e i suoi erano meno arruffati. Per il resto erano uguali anche nel carattere, solo che Josh era più calmo e meno reattivo di Quentin. Lui frequentava con me il club di acrobatica (ed era il capitano) e suonava la batteria in una band composta da lui, Quentin e i loro due amici.

Karl Ferschen era il mio fratello più piccolo di un anno. Dotato di capelli castano chiaro, occhi di un blu profondissimo, lentiggini e un bel fisico da nuotatore. Era bravo in tutti gli stili, per questo faceva le gare miste e le staffette, ma il suo preferito rimaneva sempre il dorso. Karl era un ragazzo silenzioso, un po' cupo, però se avevi bisogno c'era. Sembrava un grandissimo bastardo, ma in realtà era un tenerone molto sensibile alla gentilezza. Anche lui, come tutti in famiglia (eccetto Ethan) era uno dei migliori della scuola.

Se non ci foste voi...Where stories live. Discover now