Capitolo 2

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'Ok, Johanna Ferschen, non ti ammazzerai oggi pomeriggio, quindi torna al tema d'inglese' mi dissi. Stavo scrivendo un tema sulla Camera di Sangue di Angela Carter durante la mia ora buca, ma facevo fatica a concentrarmi, ero in ansia per l'allenamento che si sarebbe tenuto quel pomeriggio. Nelle due ore prima di pranzo in biblioteca c'era solo chi dei ragazzi che facevano l'IB, il baccalaureato internazionale, chi non faceva spagnolo, fisica, politica, storia, economia e francese. Almeno che io sapessi. 

-Oi, Ferschen, smettila di avere quell'aria imbecille sul volto. Oggi andrà tutto bene- mi rimproverò Joel Crowthorn, uno dei ragazzi che partecipava nel club di acrobatica. Era seduto davanti a me, eravamo in biblioteca per studiare a quanto pare lui aveva da fare tutti gli esercizi di chimica. Joel era un mio compagno di classe, e facevamo le stesse materie, per questo intendo dire che facevamo tutte le lezioni insieme anche se avevamo compagni (per esempio Quentin) che facevano fisica al posto di biologia. In pratica tutti quelli di uno stesso anno sono una classe, ma vengono suddivisi in gruppi per le materie che hanno scelto, e guarda caso lui aveva deciso di fare il mio stesso corso di studi e era finito in tutte le mie classi.

-Joel non mi chiamare così- lo rimproverai guardandolo male. Devo ammettere che era un gran bel ragazzo. Era alto, aveva il fisico slanciato, i capelli biondo scuro arruffati che gli arrivavano fino agli occhi, gli occhi blu scuro e la pelle leggermente più scura rispetto al colorito britannico. Aveva un piercing al sopracciglio sinistro, uno sulla parte alta del naso, aveva gli snakebites, quattro orecchini per orecchio e due piercing sulla parte superiore dell'orecchio destro. Nonostante tutti quei buchi era un gran bel ragazzo, anzi forse erano proprio quelli a farlo sembrare così. 

-Bene, Johanna, allora continua a scrivere e non fissarmi- disse lui senza distogliere lo sguardo dal mio. 

-Crowthorn, non mi chiamare così- dissi spazientita e tornai subito al mio tema. Non potei fare a meno, però, di notare che sorrideva a causa della mia reazione. Era veramente divertito. Lo vedevo sorridere poco con chi non fosse parte o del nostro club o della sua famiglia o dei suoi pochi amici. Era uno dei ragazzi più strani che io avessi mai conosciuto. Non lo avevo mai visto sudare, nemmeno a fine allenamento, o fare smorfie di dolore. Non aveva mai né caldo né freddo. Non si lamentava mai quando alla fine di un allenamento particolarmente intenso eravamo tutti distrutti con i muscoli a pezzi. Non era popolare, ma allo stesso tempo era famoso. Era famoso per i suoi scatti d'ira, i suoi sbalzi d'umore e il suo essere 'caldo-freddo'. Era famoso per il suo disprezzo verso le ochette che ogni tanto gli facevano la corte solo perché era l'incarnazione del 'cattivo ragazzo' ed era famoso perché era la pecora nera della famiglia Crowthorn. Aveva un fratello, Arthur, che era il modello da seguire. Era bravo a scuola, educato, gentile, galante, popolare eccetera eccetera. Mentre Joel era l'esatto opposto, e soprattutto aveva deluso suo padre facendo acrobatica e rifiutando il rugby. Sua madre, a quanto pare, era felice della cosa, ma non sapevo il perché. Rimaneva il fatto che Joel Crowthorn era un enigma. 

Come finii il mio tema alzai lo sguardo, mi sentivo osservata. Beccai Joel a guardarmi e lui disse:-Hai saputo di Martinsen e la Walker, immagino, visto che lui è sempre con i tuoi due fratelli maggiori. Come l'hai presa?- 

-Come fai a...?- ero più che stupita. Non avevo idea di come avesse potuto

-Sei un libro aperto per me. E per chiunque ti conosca e abbia un minimo di intuito. L'ho dedotto dal fatto che venerdì eri tutta contenta e oggi, dopo che tutta la scuola lo è venuta a sapere, sei un po' giù. Anche se è un eufemismo. Comunque...lui è interessato solo alle ragazze bionde, con gli occhi azzurri che sembrano delle Barbie. Non mi pare che tu faccia parte della categoria- 

Dimenticavo che lui era onesto a tal punto dal rasentare il sadismo, la cattiveria e l'essere offensivo. Ma lo apprezzavo, almeno in generale, in quel frangente ammetto che mi irritò non poco. 

Se non ci foste voi...Where stories live. Discover now