"Blair," dice Harry gentilmente, quasi supplicandomi. Le sue dita si avvolgono attorno al mio polso, il suo tocco manda scintille attraverso la mia pelle.
Mi giro a guardare mio padre. "Sai, non sei mai stato mio papà. Puoi essere la persona che mi ha procreato, ma non sei mai stato mio papà," dico. Rimuovo il mio braccio dalla presa di Harry, girandomi ed uscendo dalla cucina. Asciugo le lacrime dal mio viso, camminando al piano superiore e nella mia stanza. Sbatto la porta chiudendola mentre altre lacrime iniziano a cadere. Lottie alza lo sguardo dal suo telefono.
La ignoro mentre mi sdraio sul letto, fissando il soffitto. La porta si apre e si richiude. "Ciao, Lottie," dice Harry tranquillamente.
"Vado," dice Lottie.
"Non devi--"
"No... non c'è problema."
Sento il mio letto abbassarsi mentre Harry ci si arrampica sopra di fianco a me, prendendomi nelle sue braccia. Seppellisco la faccia nel suo torace e piango finché non ho più lacrime rimaste. Fa scorrere le sue mani tra i miei lunghi capelli, confortandomi.
Qualcuno bussa alla porta. Scivolo lontano da Harry, permettendogli di alzarsi appena mio padre apre la porta. Mi alzo anche io, mettendomi sulla difensiva. I miei occhi diventano freddi e incrocio le braccia sul petto.
"Ciao, Harry," dice.
"Ciao," dice Harry. Anche lui sta in guardia.
"Posso parlare in privato a Blair?" Chiede mio padre. Lancio uno sguardo a Harry dicendogli di non lasciarmi con mio padre. Harry mi ignora, annuendo.
"Sono qua fuori," mi sussurra. Mi mordo il labbro prima di annuire. Mi siedo sul letto e guardo mentre Harry esce dalla stanza, chiudendo la porta dietro di lui. Fisso la porta a lungo dopo che si chiude, prima che mio padre rompa il silenzio.
"Blair--"
"No. Non ho intenzione di parlare con--"
"Blair, tocca a te ascoltare," mi dice. Sospiro, aspettando che continui. Prende un respiro profondo prima di parlare di nuovo. "Voglio dirti la verità riguardo ad alcune cose. È quello che tua madre avrebbe voluto."
Flashback - Connor's POV
Sono arrabbiato, non mentirò. Chi diavolo pensa di essere a chiamarmi alle tre del mattino? Ero sveglio comunque, in un pub con alcuni amici, ma non ho bisogno che Madeleine mi controlli fottutamente alle tre del mattino.
Quando arrivo a casa sua, sono pronto a dirle quello che penso. È così fastidiosa a volte, ma pensa che andare a una festa una volta la renda figa. La amo, non fraintendetemi, ma non ha bisogno di essere nei miei affari ogni secondo del giorno. Utilizzo la mia chiave di riserva per entrare in casa sua, sbattendo la porta principale dietro di me.
Quando arrivo nella sua camera da letto, spingo la porta aprendola. Entro infuriato nella stanza per vedere Maddie camminare avanti e indietro. Gemo. Questo è probabilmente un altro attacco d'ansia. Ce li ha molto spesso, da quando eravamo piccoli. È sotto medicine per questo, ma a volte le pillole non sono abbastanza.
"Madeleine! Perché diavolo mi hai chiamato alle tre del mattino?" Scatto. I suoi capelli scuri sono tirati indietro, ma ciocche cadono sul suo viso. Sembra malata. La sua faccia è pallida, e le sue mani tremano. Preoccupazione mi attraversa. Si siede in cima al letto, appoggiandosi contro la testata.
"Mi--uh--mancavi?" Sussurra nervosamente, abbracciando un cuscino saldamente. Perfetto, ora mi riempie di cazzate. Pensa che io sia stupido?
"É una cazzata, sappiamo entrambi che c'è un'altra ragione per questa merda," dico, sedendomi di fianco a lei. La guardo, ma non crea un contatto visivo. Fissa soltanto davanti a lei, toccando il cuscino.

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Lights (Italian translation)
Fiksi PenggemarBlair Price combatte contro molte cose nella sua vita, come la morte di sua madre, la nuova famiglia "perfetta" di suo padre, e l'amore segreto verso il suo migliore amico. Blair e Harry si conoscono da quasi quindici anni. Lui è la sua roccia, la l...