Capitolo 7

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How deep is your love?

Il mio thè quotidiano non deve avere altri protagonisti se non me e la mia tazza col faccione di Frankie Underwood che si chiede "Must I destroy this man?". Il calore della tazza mi solletica le dita, mi provoca un brivido che mi percorre la schiena. Siamo appena in autunno e le giornate iniziano ad essere fredde, come se l'inverno avesse fretta di cacciare il sole, comodamente seduto sulla poltrona del protagonista già da sei mesi. Ci si rivede, mio caldo amico, è stato un piacere anche per quest'anno. Ma il thè è anche un momento per riordinare i pensieri, per creare un minimo di connessione logica nel minestrone che è la mia testa; la scuola è già iniziata da tre settimane e le cose procedono bene, nonostante tutto il trambusto del cambiamento. Certo, la Donzelli poteva mettermi un voto in più all'interrogazione ma vabbè, dalla vita non si può avere tutto, c'è sempre il mio thè a consolarmi. In realtà ho appena preso coscienza che nella mia vita niente potrebbe andare storto, ora. Ho quasi uno spasmo per quanto sono felice.

Scuola: bene.

Famiglia: bene.

Relazioni: Fede mi manca ma bene.

Tre pilastri che sono stati conficcati bene, anche se in maniera inconscia.

Passo le dita sul divano per sentire quella sensazione di delicatezza che solo la pelle ti sa dare. La cerco e la trovo, presente come il mio professore di Matematica la mattina del compito. Queste piccole cose mi fanno impazzire, soprattutto ora che le preoccupazioni sono scemate.

Sento l'odore del pollo arrostito del vicino e mi gongolo della prelibatezza che sicuramente mamma mi preparerà stasera. Sento la serratura scattare.

<<Sono a casa!>>. La voce di mamma risuona in tutta la casa. Non ha un vocione, ma è molto potente, cosa essenziale se si vuole essere un ottimo avvocato.

Un bacio sulla fronte.<<Oggi mi sei mancata, il pollo al curry senza te non è lo stesso>>.

<<Lo so tesoruccio ma mi hanno trattenuto più del dovuto in tribunale, colpa di quell'idiota di Mandragola>>. Ha un rapporto di odi et amo con i suoi colleghi, forse perché loro sono troppo poco attenti durante le loro udienze, mentre lei non si lascia passare nemmeno il capello del teste più inutile presente in sala. Lei troppo precisa, io troppo distratto. Un minimo dovevamo bilanciarci.

<<Che mi prepari di buono?>>

<<Ordina due pizze, io sono distrutta>>

Niente prelibatezze, mi imbucherò dal vicino.



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