CAPITOLO 2 DAMON

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Lei era immersa in un profondo sonno senza sogni dove tutto era bianco, le uniche sensazioni che provava erano un freddo pungente e un profumo gradevole di spezie orientali.

D'un tratto si sentì scuotere e sentì una voce che le diceva di svegliarsi: "Cos'è che mi scuote. Qualcuno è accanto a me? Chi è che vuole svegliarmi e perché mi fa così freddo?".

Non capiva chi fosse lì vicino a lei e non riconosceva la sua voce, sapeva solo che la scuoteva con insistenza per farla svegliare: "Lasciatemi stare, vi prego voglio dormire, ho sonno".

<<Hey, hey, chi sei tu con queste ali? Riesci a sentirmi? Che ci fai qui addormentata? Come ti chiami?>>.

Sentendo l'insistenza di quella voce, piano piano si decise ad aprire gli occhi e vide difronte a lei il volto sfocato di un giovane con i capelli neri e la neve che gli si posava sopra la testa e sulle spalle, lei però non riusciva a tenere gli occhi aperti, aveva sonno e lì richiuse immediatamente.

<<Hey, bella addormentata. Qui rischi di morire assiderata se non ti svegli. Dai su, svegliati>>.

Il giovane guadò le sue ali, erano di un tenue violetto quasi traslucido, le spazzolò via la neve di dosso si tolse il mantello che indossava e lo pose addosso a lei per tenerla al caldo: <<Tirati su, ti porto in un posto caldo dove potrai dormire tranquilla>>.

Lei era bellissima, aveva capelli lunghissimi e lineamenti delicati, le labbra generose e il naso dritto, quando la sollevò e i suoi occhi si aprirono li vide verdi come il mare in burrasca, e lui ci si perse dentro sentendosi sul punto di affogare e restò senza fiato.

Lei riaprì gli occhi e vide il volto sfocato del giovane che la fissava con la bocca aperta e non le diceva una sola parola: "Perché continui a fissarmi senza dire nulla? Eppure fino ad un attimo fa mi stavi scuotendo e mi dicevi di svegliarmi, ed ora ti sei mummificato a bocca aperta?".

L'unica cosa che notava di quel giovane era il suo battito accelerato e il fiato corto, non riuscendo a capire il perché cercò di mettere bene a fuoco quel volto, ma il sonno stava avendo il sopravvento su di lei e le sue palpebre si fecero pesanti: <<Chi sei? Perché sento tanto freddo? Ho sonno lasciami dormire>>.

Lui per quella piccola ma alquanto strana esperienza aveva ancora la gola secca, ingoiò e le sollevò appena la testa, in modo che non si riaddormentasse: <<Io sono Damon Del Nero, e stai sentendo freddo perché con un tempo da lupi come questo te ne sei andata in giro quasi del tutto nuda e ti sei addormentata su una lapide di marmo mentre sta nevicando>>.

Quando lui la tiro su a sedere lei ebbe ancora una volta quegli occhi difronte ai suoi, ma questa volta era sveglia e rimase a fissare sbalordita l'intensità di quello sguardo.

D'un tratto tutto cominciò a tremare e non sapeva se era il freddo pungente a non farla più respirare o se fossero quegli occhi verdi come un lago a darle l'impressione che stesse affogando in un vortice impetuoso, solo di una cosa era certa, lei sapeva di aver sempre atteso due occhi come quelli e finalmente li aveva davanti.

<<Come ti chiami?>> chiese Damon mentre le avvolgeva bene il mantello sulle spalle coprendole le ali.

Lei si strinse nel mantello restando a fissare gli occhi del ragazzo: <<Come mi chiamo? Mi chiamo! Mi chiamo... non lo ricordo... non ricordo come mi chiamo. Tu lo sai?>>.

Lui la guardò perplesso: "Forse è stato lo shock per il freddo, chissà da quanto tempo è qui sotto la neve. Eppure quando ci sono passato prima non ho notato né la ragazza né tantomeno la lapide, è strano per uno come me sempre attento ai particolari non essermi accorto di nulla".

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