05. The Truth About Me

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CASA MITCHELL

E' una mattina come tante a Newport Beach e Kimberly sta finendo di preparare la colazione per sé e sua sorella. Pancakes, frutta e succo d'arancia. Rebecca scende le scale, guidata da quel delizioso profumino, e si siede al tavolo. Indossa una canotta nera. Kim, invece, ha i capelli raccolti in una coda di cavallo e indossa una t-shirt bianca. E' ancora lontana anni luce dalla perfezione con cui è solita andare a scuola.

REBECCA: Mamma dov'è?

KIMBERLY (fissandola): Hai mai visto mamma svegliarsi prima delle dieci? Avrà passato la serata in qualche bar ad ubriacarsi insieme a qualche sua amica, figurati.

REBECCA: Non parlare così di lei. E' pur sempre nostra madre.

KIMBERLY (mettendole davanti un piatto con del cibo): Mangia.

Odia quando Rebecca prende le difese di sua madre. E' stata lei a dover crescere una sorella di soli due anni più piccola perché la loro mamma era troppo occupata a bere. Becca non ha vissuto ciò che ha vissuto lei. E' stata lei a non avere un punto di riferimento e, al contempo, a doverlo essere per qualcun altro. Meglio che si limiti a mangiare quel piatto senza aggiungere altro.

REBECCA (dopo aver assaporato due bocconi e aver atteso che sua sorella si sedesse con lei): Come va con Gabriel?

KIMBERLY: Male. Respira ancora.

Rebecca scoppia in una risata contagiosissima e Kim la guarda sorridendo soddisfatta.

REBECCA (mostrando una forchetta): E' fortunato. Se avesse tradito me gli avrei infilato questa in quel suo culetto sodo.

KIMBERLY: Buon sangue non mente. Sei mia sorella dopotutto!

REBECCA (precisando): Solo di madre!

Proprio in quel momento fa capolino in cucina un uomo in mutande, dai capelli lunghi e dall'aspetto trasandato. Kimberly fa un balzo e afferra un coltello spingendo sua sorella dietro di lei, come per proteggerla.

KIMBERLY: Prendi quello che vuoi ed esci da questa casa.

ROBERT: Ehi ehi, calma pollastrella! Siete le figlie di Jessica, giusto? Tornate a tavola, io prendo questa e me ne torno in camera.

Robert afferra una bottiglia di bourbon dalla mensola in cucina e, senza aspettare una risposta delle ragazze, torna di sopra. Kimberly e Rebecca si guardano ancora impaurite.

KIMBERLY: Chi cazzo è quello?

REBECCA: Cosa vuoi che ne sappia. Sarà il nuovo fidanzato di mamma!


HARBOR SCHOOL

Ellie è a scuola. Quella mattina è fortunata, ha la prima ora libera, così decide di lavorare al giornale all'interno dell'aula redazione. Con il suo bicchierone bianco e verde di Starbucks in mano, apre la porta della stanza e vi si infila. Poggia il bicchiere e il suo portatile sulla scrivania, si siede e avvia il computer.

Pochi attimi di attesa, che le consentono di finire quel latte macchiato, ed ecco che una notifica visiva ed una sonora la avvertono della presenza di una nuova e-mail nella casella di posta del giornale. Prende il mouse nella mano destra e clicca su quel pop up aprendo la mail. Quindici allegati e due semplici parole: "Pubblica queste". Quindici fotografie che ritraggono un uomo e una donna. Un uomo e una ragazza, ad essere precisi. Il professor Elliot. Sienna. Giorni diversi. Stessa coppia. Ellie scorre le immagini con lo sguardo fisso sul monitor. Chi le avrà mandato quelle foto? Perché vuole che vengano pubblicate? Chi, oltre a lei, sa della relazione di Sienna ed Elliot? Sophie? No, non può essere stata lei. Dev'esserci qualcun altro che sa. Qualcuno che vuole distruggere le loro vite. No, non può farlo. Non può pubblicarle. Deve parlare con Sienna. Non muore certo dall'idea di farlo. Però deve.

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