Capitolo 11

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Mi sto annoiando a morte. Sono tre giorni che sto ferma immobile a letto, e oggi Stefano mi ha promesso di venire a trovarmi, anche se mi aveva promesso ieri e l' altro ieri di venire e non è venuto, ma ho chiuso un occhio, d' altronde è stato con me sveglio in ospedale per quasi un giorno, ma oggi spero che venga. Mi sento debole, senza forze, sto anche in pensiero per la bambina. Serena in questi due giorni mi sta portando i compiti a casa, cerco di farli ma non riesco a farli tutti. Ho bisogno di Stefano, ho bisogno delle sue mani, delle sue carezze e dei suoi baci. Cerco di chiamarlo ma non risponde, mi sto innervosendo. Dovrebbe già essere qui da venti minuti e di solito Stefano è molto puntuale. Dopo vari messaggi e due chiamate senza risposta mi arrendo e aspetto che venga. Passa un' ora, dovrei preoccuparmi? Forse ha avuto un' incidente...basta mi sto facendo troppe paranoie, se non mi chiama o non viene qui a casa entro un' ora mi preoccupo. Mamma e papà sono in salone che guardano la TV, e sinceramente non ce la faccio più a stare a letto, quindi mi alzo e vado vicino a loro cercando di distrarmi. Mi tremano le mani e credo che mamma abbia notato il mio nervosismo.
- Monica cos' hai? Non stai bene?-
- no mamma sto bene, sono solo..- mi fermo. Meglio non dirle il fatto che Stefano non mi si è fatto vivo, forse si allarmerebbe anche lei, oppure mi direbbe che sto troppo in pensiero per cose stupide.
- sei sicura di star bene? Devi star bene per la bambina, non puoi stare sotto stress-
- mamma sto benissimo-
Mi accarezza la guancia e continuiamo a vedere la TV, almeno mamma e papà la vedono, io sto col cuore in gola in attesa di una risposta da parte di Stefano. Senza accorgermene mi addormento. Mi sveglio dopo due ore di sonno e profondo, e il mio primo pensiero appena apro gli occhi è vedere se ho qualche chiamata persa o qualche messaggio non letto da Stefano, sblocco il cellulare, niente. Sono passate tre ore e ancora non l ho sentito, provo a chiamarlo per l' ultima volta pregando in una sua risposta. Ogni squillo del telefono è un pugno allo stomaco, finché dopo vari squilli risponde.
- cazzo Stefano sono tre ore che ti chiamo dove sei? Stai bene?-
- Ehi, amore io..io so..- non riesce a parlare, ride solo e in sottofondo si sente la musica a volume altissimo.
- Stefano dove sei?-
- a casa di Giada ha organizzato una festa da urlo e i suoi non ci sono, oddio che ti stai perdendo -
- dove?! A casa di Giada?! Ma oggi dovevi venire a casa mia me l avevi promesso!-
- eh? Cosa? Non ti sento qui mi sto divertendo un sacco, ci sentiamo amore-
- vaffanculo- gli dico urlando, era ubriaco, si sentiva da come parlava, rideva e aveva un tono di voce strano, lo conosco dopo la prima birra già è ubriaco fradicio. Sono delusa e triste, me l aveva promesso, e la cosa che mi fa più male è che ha preferito la festa che a me.Che grande stronzo. Sarò pure esagerata, ma ci tenevo, volevo davvero stare con lui oggi, dato che sono tre giorni che sto isolata dal mondo. Devo calmarmi, me l ha detto la ginecologa è ripetuto più e più volte mia madre: se sto agitata fa male alla bambina. Ma è colpa di quel coglione! Lo odio quando fa così non lo sopporto. Ho deciso, domani torno a scuola, non posso farcela, non riesco a rimanere chiusa in casa senza muovermi. Devo fare qualcosa, ho intenzione di tornare a scuola domani, tanto sarei dovuta tornare a scuola tra due giorni, un giorno prima non succede niente. Ne parlo con i miei genitori, anche se non sono molto d' accordo con me mi hanno dato il permesso di tornare a scuola, mi capiscono, sanno per me com' è difficile restare ferma.
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Finalmente sono uscita di casa, finalmente dopo tre giorni ferma posso muovermi!! Sono stati i tre giorni più lunghi della mia vita, non l avrei mai detto ma un po sono felice di tornare a scuola, ma a Stefano gliene dirò quattro. Appena arrivò a scuola tutti i miei compagni di classe mi vengono incontro e mi chiedono come sto, mi fa piacere che me l abbiano chiesto, dato che Stefano non mi ha nemmeno chiesto come stavo io e soprattutto la bambina. Dopo poco arriva anche Stefano, che mi vede, i nostri sguardi s' incontrano lui mi saluta da lontano con la mano io mi giro e faccio finta di non vederlo. I professori sono sorpresi dal mio rientro a scuola, pensavano che sarei tornata dopodomani, e i prof sanno cosa mi è successo l altro ieri. Appena suona la campanella dell'intervallo cerco di evitare Stefano, non ho voglia di parlargli, la mia rabbia si è trasformata in tristezza e non vorrei scoppiare in lacrime per l ennesima volta. Mentre scendo le scale mi sento che qualcuno mi tocca il braccio, è lui. Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare, facendo finta che non esista.
- Monica, Monica! Si può sapere che ti prende? Perché non mi guardi nemmeno?-
- hai pure il coraggio di chiedermelo?! Sei uno stronzo! Mi avevi promesso che ieri saresti venuto a trovarmi e invece sei andato alla festa di Giada e ti sei anche ubriacato!-
- dai Monica, scusami non arrabbiarti-
- mi arrabbio invece, sono stata in pensiero! Pensavo ti fosse successo qualcosa! Non mi rispondevi a telefono! Lasciami in pace-
- ma dai te la prendi per queste stronzate?! L' altro giorno sono rimasto in ospedale con te tutto il giorno, almeno un giorno per divertirmi posso averlo?-
- certo che puoi averlo, ma se avevi preso l' impegno di venire a casa mia, che poi tra parentesi già me lo avevi promesso tre volte, almeno potevi avvisarmi senza farmi stare in pensiero! E comunque  ci sarei rimasta male-
- ci vediamo tutti i giorni non credi che ho diritto a divertirmi un po?!-
- e io? Io non ce l ho il diritto di divertirmi? Anzi si ce l ho! Ma non posso ho una responsabilità ovvero mia figlia!-
-ma che c'entra?! Non è ancora nata la bambina! Mi rimangono solo quattro mesi posso divertirmi?-
- certo ma nella giusta misura! E poi devi avvisarmi e se hai preso un impegno con me lo mantieni!-
- sei cambiata, non ti riconosco più,-
- anche tu lo sei! In peggio però!-
- benissimo! Lasciami in pace e non cercarmi per un paio di giorni!-
- già lo avevo in me t sta tranquillo!-
Me ne vado e lo lascio solo in corridoio, m' ha fatta infuriare, non ne passò una buona, ma na gioia. Odio quando fa così vuole avere sempre ragione lui, è stata una pessima idea tornare a scuola, almeno non l avrei visto e non mi sarei innervosita.

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