Capitolo 2

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Due settimane prima

Red

Era di nuovo sabato e, come al solito, raggiunsi il mio locale verso le nove di sera, parcheggiando la Jaguar nel posto a me riservato.

Scesi con eleganza dalla vettura e mi avviai verso l'entrata. Una lunga fila di ragazzi era in attesa di poter varcare la soglia, fermati soltanto dai miei validissimi buttafuori.

«Buona sera capo.» mi salutò Fox, spostando il cordone rosso per lasciarmi passare.

«Buona sera capo.» gli fece eco Evan.

«Buona sera ragazzi. Come procede la serata?» mi informai.

«Tutto a posto capo.» rispose il più anziano dei due.

«Ottimo, per qualsiasi cosa sapete dove trovarmi.» dissi congedandomi e proseguendo il mio cammino.

Ecco lì! Il mio fantastico locale! Il For Men!

Benché tutti pensassero a me come un figlio di papà che navigava nell'oro, in realtà, ero cresciuto in una normalissima famiglia, formata da padre, madre e un fratellino più piccolo.

I miei genitori avevano entrambi un lavoro modesto e quando avevo deciso di aprire quel pub, avevo richiesto un prestito a una banca. Avevo avuto tanto successo che ero riuscito ad estinguerlo nel giro di un anno e mezzo.

Ora gli affari andavano a gonfie vele, eravamo sempre strapieni e io non potevo sentirmi più realizzato.

Ovviamente il mio fascino aveva notevolmente contribuito e, ogni volta che facevo la mia comparsa, tutti i presenti si voltavano a guardarmi con occhi pieni di lussuria e desiderio. Proprio come in quel momento.

Un sorriso beffardo e malizioso mi spuntò sul viso, mentre con passo sicuro e deciso mi dirigevo verso il bancone.

Dovevo confessarlo, mi piaceva essere osservato e spesso lasciavo vagare il mio sguardo in cerca di qualche scopata occasionale, ma solo perché il lavoro risucchiava tutto il mio tempo e le mie energie, senza lasciarmi la possibilità di avere una relazione stabile.

Anche quella sera mi guardai attorno con poco interesse. Una folla di ragazzi eccitati e sudati si stava dimenando sulla pista da ballo senza freni. Stavo quasi per andarmene in ufficio al piano di sopra, quando i miei occhi caddero su un ragazzo seduto al bar.

Il respiro mi morì in gola e tutto quello che mi circondava scomparve. Quello doveva essere un angelo.

Delle pupille color verde acqua mi stavano squadrando con poco interesse. I suoi capelli castano chiari erano corti e ribelli. Il suo fisico leggermente atletico e slanciato era fasciato da un paio di jeans neri, una camicia azzurro pallida e un gilè vecchio stile.

Stupendo!

Era la prima volta che un ragazzo colpiva così tanto la mia attenzione. Forse era davvero arrivato il momento di avere una relazione seria!

Feci per andare verso di lui, quando una mano si poggiò sulla mia spalla, facendomi voltare.

«Capo, abbiamo un problema.» mi disse Mike, responsabile della sicurezza interna.

«Che succede?»

«Un ragazzo si è sentito male. L'ho portato nella stanza sul retro.»

«Fammi strada.» gli ordinai, lasciando che mi precedesse.

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