CAPITOLO 13

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Sophie💎
Molti stanno ballando, io sono seduta al tavolo mentre bevo il mio drink e aspetto una geniale idea per scoprire chi possa essere il ragazzo anonimo, o almeno spero sia un ragazzo.
Decido di andare a ballare con le mie amiche, questa canzone proprio la adoro. Mi alzo e un ragazzo mi viene quasi addosso, o magari sono stata io ma poco importa. Continuo a camminare in direzione di Megg, ma qualcosa, o meglio qualcuno, mi tiene ferma dal polso.
Mi giro per dirne quattro a questo coglione, ma appena lo guardo negli occhi non posso credere a chi mi trovo davanti.
Mi libero dalla sua presa e corro oltrepassando la sala piena di gente, arrivando alla grande terrazza all'aperto che mi permette di respirare meglio.
Non è davvero lui, è sicuramente l'effetto dell'alcool, decisamente.
Mi ricredo appena lo vedo arrivare davanti a me, di nuovo.
"Sophie oh mio dio mi sei mancata tantissimo" mi abbraccia. Rimango immobile non sapendo cosa fare o dire.
"Ti è piaciuto il vestito, vedo. Beh ti sta davvero molto bene" Era stato lui?
"Dylan, che ci fai qui?" Avevo fatto questa domanda già troppe volte in una serata..
"Sono venuto per te. Mi manchi. Voglio spiegarti"
"Spiegarmi cosa? Il perchè colui che da sempre consideravo il mio migliore amico se n'è andato senza un apparente motivo? Spero tu abbia una buona scusa" dico scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
"Mio padre aveva avuto l'opportunità di spostare l'azienda a New York, e così mi avevano praticamente obbligato a partire con loro pochi giorni dopo. Non ho voluto dirtelo, non potevo, sarebbe stato troppo difficile. Sophie, so che mi vedevi solo come il tuo migliore amico, il tuo confidente, ma la situazione era diventata troppo pesante per me. Perchè per me eri più di quello. Per me eri la bambina che mi aveva sempre accettato per quello che ero, quella che non si vergognava di dire o fare qualsiasi cosa con me, che mi faceva sentire importante, la ragazza che sapeva sempre quando ero giù e che mi faceva stare bene anche solo con un sorriso, quella che mi considerava un fratello, ma anche quella di cui ero e sono tutt'ora ancora fottutamente innamorato. Ecco, te l'ho detto..
Dirti addio sarebbe stato troppo doloroso, non ci sono riuscito, scusami"
Alcune lacrime scendono lungo le sue guance e sento che la situazione sul mio viso è la stessa.
Non so cosa fare, tutte le sue parole si riversano nel mio cervello troppo velocemente e quasi non mi accorgo di acconsentire quando le sue mani si stringono delicatamente attorno alle mie guance e le sue labbra si scontrano con le mie. Ricambio il bacio per un motivo di cui non conosco l'esistenza. Forse per pena, o forse per..mancanza?
"Balla con me Soph" mi dice il biondo.
Accetto e non nego che quando mi stringe a sè in modo affettuoso, mi sembra che un pezzo mancante del mio puzzle sia tornato al suo posto.
"Sai, mi sei mancata molto in questo periodo, e mi dispiace di dover partire già tra una settimana.. Vorrei poter rimanere"
"Cosa? Già? Resta.." Mi sento una stupida, ma pare che dalla mia bocca escano solo monosillabi.
"Potessi resterei, ma devo tornare a New York, mio padre mi ha messo a capo della sezione che si occupa delle pubbliche relazioni e della pubblicità dell'azienda, non posso restare via più di una settimana." Mi dice, un po' triste. "Tu invece cosa fai ora?"
"Davvero? sono felice per te!
Io sto studiando qui al college" rispondo, non molto entusiasta
"E hai abbandonato la tua passione per la scrittura? Non ho dimenticato che il tuo sogno è sempre stato quello di scrivere un libro"
Se lo ricorda allora..
"Non ho abbandonato i miei sogni, solo..sono stati un po' messi da parte a causa di una poca ispirazione, ecco"
"Allora vieni con me" -mi dice e sorride, come se avesse trovato la risposta a tutti i problemi- "vieni a New York, prendila come una vacanza da tutto questo e dalla monotonia della tua vita qui. Vivrai da me, l'appartamento è fin troppo grande per una persona e so cosa stai pensando, ma non devi preoccuparti dei soldi, starai gratis, di certo a noi non mancano. Chissà, magari ritroverai l'ispirazione che hai smarrito"
...
Non mi aspettavo questa richiesta, come non mi aspettavo di ricambiare quel bacio, ma l'avevo fatto e quindi perchè non fare anche questo? Non avrei nulla da perdere.
"Va bene, verró!" Proferisco, rendendolo partecipe della mia scelta.
"Ho bisogno di staccare la spina, di allontanarmi da qui il più possibile, quindi accetto"
Il sorriso sul volto di Dylan è indescrivibile.
"Partiremo venerdì dopo la fine delle lezioni allora" mi comunica felice.
Sorrido in risposta e mi accorgo che intanto la sala si sta riempiendo sempre di più "Andiamo via?"
Chiedo al biondino. "Certo" risponde.
Usciamo dal dormitorio e ci avviamo nel parcheggio verso una Porche nera. Dylan mi apre la porta e mi fa accomodare sul sedile del passeggero. Poco dopo ci troviamo entrambi in macchina e usciamo dal parcheggio.
"Tu dove dormirai per questa settimana?" Chiedo
"Ho prenotato una Suit in un bell'hotel non lontano da qui" mi risponde.
Gli do le indicazioni per arrivare al mio dormitorio e una volta lì ci salutiamo, d'accordo nel vederci il lunedì dopo le lezioni per andare in centro.
Guardo la macchina andare via, salgo le scale ed entro nella mia stanza.
Mi faccio una doccia veloce e infine mi metto sotto le coperte, esausa e con i piedi sfiniti a causa delle scarpe troppo scomode.
Controllo in telefono e vedo che ho ricevuto alcuni messaggi. Aprlo l'app e comincio a scorrerli. Ne trovo uno da Kim che mi chiede dove sia e se stia bene, le rispondo subito pentita di essermi dimenticata di avvisarla.
Poi continuo a scorrere e ne trovo uno da parte di Tyler che mi chiede ancora scusa per non essere potuto venire a causa della sua "malattia"... Che bastardo. Ma non è ancora il momento per parlarne, non per telefono. Così lo blocco e lo appoggio sul comodino, prima di sdraiarmi e di infilarmi bene sotto il caldo piumone invernale.
***
La luce che filtra dalle finestre mi obbliga ad aprire gli occhi e (aimè) mi alzo dal letto caldo e vado in bagno a prepararmi.
Quando torno del letto, noto che Kim è già sveglia e quindi le chiedo di andare a fare un giro in centro.
Deciso il da farsi, finisco di vestirmi e quando siamo entrambe pronte, prendiamo la macchina di Kim e ci dirigiamo verso il centro di Londra.
Dopo un tempo .... passato a cercare parcheggio, ci troviamo sedute all'Hard Rock Caffè ordinando il pranzo e facendo due chiacchere che non facevamo da un po'.
Le racconto l'accaduto con Dylan e pare che gli occhi vogliano uscirle dalle orbite.
"E con Harry? Cosa intendi fare? Non gli dici nulla? Vai via e basta? Non puoi Sophie" mi sgrida un po' con uno sguardo da amica che vuole farti fare la cosa giusta.
"Non so come faró con Harry, se lo metteró al corrente o se me ne andró e basta, non penso sia un grande problema per lui. Ho deciso che andró davvero a New York per un po' e penseró a me stessa" confesso alla mia migliore amica.
"Mi mancherai" dice lei, con un piccolo sorriso. "Anche tu Kim" rispondo.
***

Like a hurricane ||H.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora