capitolo 14

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Piton ci guardò per un lungo istante, non parlando ma linciandoci con gli occhi. Con i capelli unti sembrava ancora più pauroso mentre si avvicinava a noi con passo lento e deciso, mentre gli altri professori entravano correndo. Ci guardarono tutti sorpresi di trovarci qui, con la spada di Grifondoro a terra poco dietro di noi. Li guardai tutti cercando di non far vedere quanto fossi spaventata per le conseguenze, mentre la mia mente viaggiava oltre pensando a quale punizione andremo incontro. Guardai dietro Piton per trovare una Ginny con aria spaventata mentre Alecto la reggeva, il viso spaventato mentre guardava nella nostra direzione. Mi mimò uno scusa mentre veniva messa su una sedia comparsa dal nulla, poco dietro Piton che teneva la bacchetta tesa. Altre quattro si aggiunsero affianco a questa mentre nessuno fiatava, mentre molti professori erano più spaventati di noi. I Carrow ci presero per le braccia facendoci alzare e infine facendoci sedere con mani e piedi legati alla sedia di legno. Guardai intorno in cerca di qualche idea per non farci scontare la punizione, ma nulla mi venne in mente mentre guardavo la McGrannit che ci osservava stupita e impaurita, ma non fece e non disse nulla. Guardai i miei amici e mi accorsi che Draco era alla mia destra che mi guardava. Cercai in vano di dargli la mano, le corde erano troppo strette e, per quanto mi sforzassi la mia mano non si mosse di un millimetro, anzi, le corde mi procurarono delle ferite molto dolorose
-cosa dobbiamo fare con loro?- chiese Alecto con un ghigno che volentieri le avrei levato dal rugoso viso
-perché?- Piton indicò la spada adesso ripoggiata dove era prima. Lo sapevo che si riferiva sopratutto a me, quindi inventai una cosa a caso
-pensavamo che un preside Serpeverde non metitava la spada di Grifondoro. Volevamo solo metterla nel nostro dormitorio, ecco cosa- mentii mentre lui mi scrutava per trovare la verità, sapendo che quello che avevo detto era una buggia. Restai a guardare il vuoto per una buona mezz'ora mentre loro decidevano la punizione da darci.
-facciamo venire il Signore Oscuro, lui si occuperà di loro molto volentieri, sopratutto della figlia ribelle- Alecto aveva ancora quel cazzo di ghigno mentre guardava Amicus, il fratello
-si, a lui non dispiace punire i traditori- disse Amicus
-traditori di cosa?- urlai io -volevamo solo prendere la spada. Che traditori dovremmo essere?- chiesi io guardando i fratelli che ora avevano un espressione stupita
-lo so che voi non avevate quello scopo piccole canaglie- Alecto si avvicinò a me. Fui costretta a storcere il naso per la sua puzza, cazzo, esiste una cosa che si chiama sapone
-e a te chi cazzo ti ha detto che sto mentendo? E se stessi dicendo la verità e voi mi puniste senza motivo ovvio? Come la prenderebbe mio padre? Mi sembra che già vi abbia dato una lezione, ne volete un'altra? Fate voi- dissi sistemandomi meglio sulla sedia, poggiando la schiena allo schienale della sedia
-e invece un motivo c'è- Piton si avvicinò a noi con la bacchetta ancora tesa -volevate rubare una cosa che appartiene al preside. Non avevate il diritto di prenderla, nemmeno il permesso di sfiotare quella spada- era arrivato di fronte a me, che cazzo ero io? Il portavoce della banda?
-non mi frega un cazzo delle tue regole Preside Piton- sputai le ultime parole -il vero traditore qui, siete voi-
Piton arretrò di qualche passo mentre mi guardava con sguardo colpevole. Mi faceva venire la nausea guardarlo mentre i sensi di colpa lo mangiavano vivo
Guardai ancora una volta in giro decidendo di chiudere il discorso, mentre Piton non smetteva di guardarm. In questo momento avrei realmente cercato di ucciderlo se le corde non mi tenessero così stretta. Posai lo sguardo dietro i professori, che erano molto tesi, concentrandomi su una figura. Mio nonno guardava tutti molto preocupato, scrutava la stanza e le persone una per una, fino a soffermarsi su di me. I suoi occhi cercavano risoste che adesso non potevo dargli. Tirò su un sorriso forzato cercando di nascondere, probabilmente, la preoccupazione per le conseguenze e cercando di tranquillizzarmi, ma senza buoni risultati. Infine posò il suo sguardo sul mio petto, cosa che mi fece innervosire un pochino. Stava guardando il mio petto, ho un nonno pervertito? No Sofy, no. Tuo nonno, Albus Silente, non è un pervertito. Ma cosa mi passa per la mente...
Abbassai anche io lo sguardo sul mio petto, e capii che non guardava quello che pensavo io. La collana brillava quasi come un riflettore, facendo sembrare che irradiasse luce propria, come per dire 'guardami, sono qui'. Cazzo, per quanto amassi quella collana ora non doveva essere vista, forse qualcuno avrebbe potuto scoprire quello che io e Draco avevamo fatto. Ma mi tranquillizzai quando notai che nessuno nella stanza sembrava farci caso, o almeno pensavano fosse solo un qualsiasi ciondolo
Alzai lo sguardo di nuovo su mio nonno e notai, nel suo sguardo, un pizzico di complicità. Guardandolo un dubbio prese posto tra i miei pensieri... e se fosse stato lui a dire a Draco dell'incantesimo? Oppure gli ha dato qualche indizio per portarlo ad andare nella sezione proibita? Fatto sta che lui ne sapeva qualcosa e non mi stupì affatto. In fondo lui sapeva qualcosa, quindi o lo intuiva oppure lui già sapeva. Mi sorrise rassicurandomi poi posò lo sguardo anche sul ciondolo di Draco. Questo sembrava abbastanza tranquillo mentre guardava ogni mossa di Piton che discuteva con i mangiamorte. Riposai ancora lo sguardo su mio nonno che però era tornato serio guardando gli altri. In quel preciso istante mi ricordai che non avevano lo scudo e abbassai il capo mentre mi sentivo una gran Stronza. Oltre che a sentirmi in colpa l'ansia salì alle stelle ascoltando la conversazione che i tre mangiamorte stavano intraprendendo
-dobbiamo punirli noi se non vogliamo chiamare il Signore Oscuro- Amicus era accanto alla sorella con lo stesso sorrisino da cazzo. Giuro che se ci sarà una battaia, loro saranno i primi a morire. Posai lo sguardo su gli altri e avevano tutti la mia stessa espressione. Mi sembrava strano che solo io li volessi morti, tutta la scuola detestava quei due. Beh, quasi tutta, alcuni sono teste di cazzo come loro, se non di più!
-probabilmente si- rispose secco Piton. Lo guardai con tanto odio che lui corrugò la fronte
-giusto- si intromise Alecto -non possiamo passare su questa cosa. È irrispettoso! Dobbiamo farci rispettare...-
-ma sono solo ragazzi- la McGrannit fece un passo avanti. Tutti i professori annuirono con lei
-stai zitta- Alecto si piazzò davanti a lei -vecchia rimba...-
-basta- rispose Piton alzando una mano verso le due -basta-
Si avvicinò a noi con aria minacciosa. Lo guardai mentre veniva verso di me. Le sue labbra mimarono uno "scusa". Cosa? No, impossibile, la mia mente sta viaggiando molto oltre, spingendosi ai limiti. Forse è la paura che possa fare di nuovo del male alle persone che amo? Ma mi accorsi che lui già stava venendo torturato da Alecto. Il ragazzo sembrava impassibile, come se nulla stesse succedendo, e sorrisi soddisfatta mentre la "donna" lo guardava con meraviglia
-Crucio- disse Piton puntandomi la bacchetta. Un formicolio dove l'incantesimo mi aveva colpito era l'unica cosa che sentii, niente più. Guardai Piton con sfida ricevendo solo un occhiataccia da questo. Gli altri professori ci guardavano stupiti e meravigliati
-con loro non c'è gusto- Amicus si posizionò di fronte a Nevill -tu sei come loro?- chiese. Il mio amico non gli rispose mentre lo guardava con indifferenza
-ti ho fatto una domanda, devi rispondere, Crucio-
L'urlo di Nevill mi rimbombò nella testa e subito urlai il suo nome. Cercai di liberarmi dalle corde, facendo uscire del sangue dai miei polsi. Nevill urlò di nuovo
-Nevill- urlai tra le lacrime. Con forza non mia riuscii a liberarmi polsi e caviglie posizionandomi tra lui e il mangiamorte, facendo da scudo
-non toccherai più i miei amici bastardo- dissi estraendo la mia bacchetta. Iniziò un duello dove anche Alecto si aggiunse per aiutare il fratello. La rabbia rimbolliva dentro di me forte e decisa tanto da pronunciare l'anatema che uccide
-Avada Kedavra- urlai e Amicus cadde a terra morto. Alecto urlò mentre piangeva sul corpo del fratello. Si alzò in piedi iniziando di nuovo il combattimento. La sua rabbia era tanta, ma la mia la superava di gran lunga. I lampi verdi illuminavano la stanza e io ero più decisa che mai a porre fine alla sua vita. Lei mi guardava con odio mentre cercava in tutti i modi di uccidermi
-fanculo stronza- urlai prima che il lampo verde della mia bacchetta la colpisse in pieno petto. Cadde accanto al fratello morta e inerme
-giaci dall'inferno stronza- sputai prima di barcollare. Dai miei polsi e dalle mie caviglie il sangue scendeva copiosamente. Due braccia mi presero prima di vedere tutto nero

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