capitolo 16

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Mi svegliai di sopraffatto, era tutto un sogno

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Mi svegliai di sopraffatto, era tutto un sogno. Hermione non era qui come avrei voluto. Un doppio sogno insomma.
Iniziai a guardare il soffitto pensando al sogno fatto su mia madre. Possibile che la mia immaginazione si fosse spinta fino a quel punto? Oppure era mia madre che cercava di farmi capire qualcosa?
Non avendo risposte mi alzai e iniziai a lavarmi e a vestirmi. Decisi infine di fare una doccia calda per levarmi un po' di pensieri dalla mente.
L'acqua calda scendeva delicata sul mio corpo, mentre pensavo ancora. Ora io e Pansy saremmo diventate amiche? Oppure no? Sapevo che non fingeva, l'avevo visto nel suo sguardo sincero, almeno che non mi fossi sbagliata io. Di solito tendo a vedere sempre il lato buono delle persone, oscurando quello cattivo e doppio giochista. Mettevo in risalto la buona persona senza guardare l'altra metà.
Uscii quando l'acqua si fece fredda avvolgendomi nell'accappatoio.

-giorno ragazzi- dissi sedendomi al tavolo dei Grifondoro. Tutti alzarono il viso nella mia direzione
"Giorno Harry"
Salutai anche il mio migliore amico
-come avete dormito?- chiesi guardandoli. Tutti risero. Cosa mi ero persa?
-beh, in realtà alcuni di noi non hanno dormito- sghigniazzò Ginny. La guardai non capendo e lei, in tutta risposta, mi indicò Fred e Angelina. Sgranai gli occhi girandomi nella sua direzione
-e tu come fai a saperlo?- chiesi guardandola. Lei sospirò
-mentre tu ronfavi beatamente- rise leggermente -nella nostra stanza si sentiva tutto- arrossì leggermente. Mi girai verso Fred che ci guardava curioso, guardai lui poi Angelina e gli feci l'occhiolino. Lui arrossì anche sulla punta delle orecchie, come tutti i Weasley
Guardai dietro di lui, Draco parlava tranquillamente con Pansy. La ragazza mi guardò e, con un gran sorriso, mi salutò con la mano. Ricambiai e Ginny mi guardò sgranando gli occhi.
-lunga storia- le dissi sorridendo -poi ti spiego- la tranquillizzai.
Alzai lo sguardo e Draco mi guardava, ricambiai lo sguardo
-andateci piano- Fred si intromise -sembra vi stiate svestendo con gli occhi- ridacchiò. Io, Ginny, Luna, Nevill e George scoppiammo a ridere

-vado a fare una passeggiata- avvisai alzandomi dal tavolo. Mi piaceva vedere la neve cadere, e ora stava nevicando.
Sgranocchiai una ciambella uscendo fuori, oggi era Sabato, quindi niente scuola. Mi avviai verso il lago nero, quello oramai era diventato il mio posto.
Mi persi cominciando a guardare il lago, pensando ancora a mia madre. Se quello era un suo messaggio significava che Bellatrixs l'aveva uccisa, e quindi no mio padre. Questo spiegava anche perché molte volte mi guardava con odio, soprattutto quando mio padre mi dice che sono uguale a mia madre.
Un pensiero, una voglia di andare nella Camera dei Segreti si fece largo in me, avevo una gran voglia di andarci. E così feci, mi lasciai trasportare da quella voglia uscita così. Percorsi i corridoi incontrando ragazzi e ragazze che mi salutavano, altre che si scansavano. Mi chiesi cosa avessi fatto io per avere la loro paura, poi guardai il braccio e capii. Avevo le maniche alzate, quindi il marchio si vedeva. Sospirai abbassandomi la manica, continuando a camminare verso il bagno di Mirtilla Mal Contenta. Aprii la porta entrando, Mirtilla piangeva dentro qualche tubo di scarico, si sentivano i suoi lamenti e i suoi singhiozzi.
Con calma mi avviai agli specchi. Eccomi di nuovo qui. Sussurrai apriti in serpentese e piano piano gli specchi si sepatarono mostrandomi il grosso tubo di scarico. Senza pensarci due volte mi buttai nel tubo, che era una specie di scivolo, atterrai sulle ossa dei ratti con un tonfo. Mi alzai di scatto per evitare ogni malattia possibile. Iniziai a camminare verso la porta che chiudeva la camera, come se una forza più forte della mia mi stesse spingendo al di la della porta.
Quando la porta si aprì, dopo un mio comando, entrai nella Camera. Le ossa del basilisco giacevano immobili a terra, le zanne velenose ben visibili. Guardai in giro, perché volevo venire qui?
-esci- ordinai in serpentese. Ero sicura che qualcosa era in quella stanza, la percepivo.
Poco dopo un cucciolo di basilisco spuntò da uno dei tunnel e avanzò verso di me. Non scappai, rimasi li dove ero a guardare il serpente. Era chiaro che non sapeva cosa fare, si vedeva nei movimenti
-tu sei la mia signora?- chiese infine. Lo guardai stupita, come faceva a saperlo?
-si, credo. Sono una discendente di Salsazar Serpeverde- mi presentai. Il basilisco si incinò
-come posso esserle utile?- chiese. Sorrisi
-volevo solo darti il benvenuto. Ti ho percepito sai?-
-allora grazie mia signora-
-Sofy. Sono Sofy-
-Vabbene Signora Sofy-
-solo Sofy-
-il mio nome è Sertem Sofy-
Ancora non credevo che io stessi parlando con un basilisco, la creatura più "mostruosa". Io lo trovavo affascinante, e comunque le persone non avevano visto cosa erano veramente i mostri. Mi guardai intorno
-quando sei nato?-
-oggi-
Ora le mi era chiaro perché volessi venire qui. Quel basilisco era collegato a me, in qualche modo a me sconosciuto. Sertem strisciò verso lo scheletro della madre, la guardava e un senso di tristezza mi invase
-come è morta?-
Chiese girando lo sguardo nella mia direzione.... e ora?
-ha cercato di uccidere un ragazzo, ma questo aveva la spada di Grifondoro e la uccise-
Decisi di rimanere sul vago. Si sarebbe ribellato sapendo che io avevo aiutato Harry a uccidere la madre? Cosa avrebbe fatto? Ammetto che un po' di paura ce l'ho, come non averne? Anche se Sertem era un cucciolo, più grande di me era. Per non parlare del fatto che non ho la spada... sarebbe come un suicidio diglielo
-percepisco paura-
Sibilò. E ora?
-ho solo paura che ti scoprino. Ma ora devo andare.... i miei amici mi staranno aspettando. Se tu hai bisogno di aiuto sai come comunicare spero-
Sertem si ritirò in uno dei tanti tubi sparendo

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