CAPITOLO 17

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Il diciassettesimo giorno fu uno di quelli che iniziano incredibilmente bene e finiscono per essere i peggiori.

Credo, senza alcun dubbio, che fu uno dei giorni più brutti che abbia mai vissuto.

Non ricordo come mi svegliai. Non so se Lauren continuasse ad essere al mio lato o se era andata a fare colazione con le ragazze.

In realtà, quel giorno è stato oscurato da una tempesta di dolore che non mi permise di veder chiaramente attraverso il vetro dei ricordi.

Non so neanche se mangiammo insieme tutte e quattro, o se una era assente. L'unico che so è che, quando finimmo, Dinah si avvicinò a me.

-Possiamo parlare, Mila?-

Si stava mordendo il labbro nervosamente e i suoi occhi erano cristallini. Muoveva le mani con impazienza, il quale mi avvisò che succedeva qualcosa.

-Puoi aspettare un po'?- Non ricordo esattamente perché negai. Forse Lauren mi aveva chiesto qualcosa o sentivo che, semplicemente, non volevo parlare.

E' così difficile raccontare qualcosa che, nella tua testa, non è per niente chiara.

Lei annuì con difficoltà e sospirò. Credo che entrò nella sua stanza, ma avrebbe potuto rimanere nel salotto.

L'unica cosa che so è che io me ne andai e mi misi sotto le coperte.

Non posso dirvi se Lauren era già lì o arrivò poco dopo. L'unico che so è che le sue braccia avvolsero la mia cintura e le sue labbra si scontrarono contro il mio collo.

-Ti amo- Mormorò con dolcezza. Non ricordo molte cose di quel giorno, ma ricordo ogni parola che disse. -... Se dovessi scegliere che vita voglio vivere sceglierei questa e non la modificherei. E' stata corta, imperfetta, dolorosa e complicata, ma averti ha fatto si che tutto questo ne fosse valso la pena, Camz. E si, so che presto ci lasceremo, ma non sono triste per questo. Sono felice perché la vita mi ha dato l'opportunità di averti per quanto mi fosse possibile- Sospirò. Non stava piangendo, ma sorrideva, e amavo questo di lei. –Grazie per esistere-

Mi inclinai e la baciai subito. Non ricordo esattamente dove, ma voglio credere che fu sulle labbra e che le piacque.

-Credo che quella che deve ringraziare sono io- Questa volta dissi. –Da piccola mi parlavano di principi e principesse, favole, ragazzi perfetti.. Non era quello che speravo, Lauren. Sei mille volte meglio di quello- La abbracciai, mi piaceva farlo. Lei mi baciò il collo, le piaceva farlo. –Grazie per amarmi ed essere capace di dare tutto per me. Grazie per diventare i miei occhi, la mia bocca, il mio corpo, il mio cuore. Grazie per proteggermi da quei pericoli che neanche io sapevo esistessero, e grazie per essere te. Grazie per essere la donna che amo. Grazie per amarmi. Grazie per permettermi di vivere insieme a te per quanto la vita ce lo ha permesso- Sorridemmo entrambe e ci abbracciammo in quel letto. Lauren mi cantò una canzone, ma non ricordo esattamente quale. Dopo io gliene cantai una mentre accarezzavo i suoi capelli, e mi intenerì notando che cominciava ad addormentarsi tra le mie braccia.

-Puoi raccontarmi una storia?-

Annuii tra le sue braccia e lasciai che la mia mente lavorasse.

-C'era una volta un bellissimo unicorno e un bellissimo drago- Cominciai. –Entrambi si amavano più di quanto puoi immaginare, e credevano che sarebbero stati felici per sempre. Il drago volava durante le notti in cerca di stelle per il suo unicorno, credeva che meritasse il cielo intero. L'unicorno, nel frattempo, cercava fiori per regalarli al suo amato, credeva che meritasse le cose più belle del mondo. Come ho già detto arrivarono a pensare di avere un ''per sempre''- Sospirai sentendola rilassarsi tra le mie braccia. Sapevo che si fosse addormentata, ma anche così continuai. Forse anche io avevo bisogno di ascoltare una storia. –Gli altri unicorni e draghi erano gelosi del loro amore, così decisero di ucciderli. Fu così che un giorno, giusto quando dormivano, entrambe le razze si riunirono per incendiare l'entrata della grotta dove dormivano. Quando si svegliarono entrambi, capirono che non c'era via di scampo, così che si abbracciarono e aspettarono che il fumo li soffocasse e il fuoco li bruciasse- Perché piangevo? Perché mi doleva il cuore? –Anche così, dato che il loro amore era così grande, gli dei decisero che dovessero rimanere insieme. E' per questo che durante la notte il drago cercava stelle nel cielo e bacche a forma di stella cadenti per portarle al suo amato, il quale lo aspettava con tutti i fiori che aveva raccolto nel prato. E sempre, ogni volta che si vedono, il loro amore aumenta un po'- Mi pulì le lacrime, la mia storia mi aveva commosso. –Credo che sia il finale-

Virus Letal- Traduzione ita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora