Non ricordo con chiarezza il tredicesimo giorno, ma posso raccontare quel poco che ricordo.
A volte mi sarebbe piaciuto nascere come una sorta di cinepresa con una batteria inesauribile per poter rivivere i miei momenti migliori ogni volta che volevo.
Avrei ricordato i miei primi passi, il mio primo giorno di scuola, la nascita di mia sorella, il giorno nel quale Lauren mi aveva regalato una rosa per la prima volta... Ma non è successo, e non mi rimane altro che cercare di rivivere quel poco che la mia mente ha potuto conservare.
So che mi alzai prima di Lauren, e non mi permisi di svegliarla. Sembrava come un piccolo bebè, e non volevo rovinare quel sogno così incredibile che la stava facendo sorridere.
Non so se successe prima o dopo la doccia, ma ci fu un piccolo momento nel quale mi guardai allo specchio e potetti apprezzare gli enormi marchi che Lauren aveva lasciato sul mio collo. Sentivo anche un po' di dolore, ma non era qualcosa che non potetti sopportare.
Mi misi una delle magliette più grandi, e non mi preoccupai nel mettermi la biancheria intima. Stavo letteralmente morendo e non mi importava molto usarla o meno.
Uscì dalla stanza sapendo che Lauren non si sarebbe svegliata presto, e non mi sorpresi ad incontrare Normani e Dinah su divano, anche se non stavano mangiando.
In realtà, stavano avendo un'interessante lotta col cibo.
-Chancho!- Salutò Dinah quando mi vide. Aveva il viso pieno di avena, ma non mi dispiacque quando si avvicinò a me, mi abbracciò e baciò sonoramente la mia guancia.
Stavo morendo, e un po' di cibo sul viso non mi avrebbe fatto male.
-Suppongo che il cibo faccia schifo..-
-In realtà, non lo sappiamo- Confessò Dinah. –Normani ha iniziato tutto questo, e sai che odio perdere. Se devo sacrificare la mia colazione per vincere, lo farò-
Non ricordo che dissi dopo, ma so che ci furono un po' di risate e discorsi che la mia mente ha deciso di trascurare.
-Farai colazione, Mila?- Dinah si era seduta di nuovo sul divano, e io stavo cercando di pulire i resti d'avena che avevo sul braccio.
-Non ho fame- Negai. –Da ora in poi ho deciso di seguire Lauren sul fatto di vivere in completa libertà e fare le cose quando lo desidero davvero-
-Lauren Jauregay, la grande pensatrice, guida la tua vita?- Scherzò.
-Non dire Jauregay- La ripresi mentre camminavo fino a lei e le davo un leggero colpo sul braccio.
-Va bene, mi dispiace- Si scusò. Ma so che non lo diceva sul serio. –Sono molto orgogliosa che segui la filosofia della tua fidanzata e tutte quelle merde, ma non credi che ti manchi qualcosa?-
-Qualcosa?-
-Ovviamente!- Rispose, e allo stesso momento passò un dito sulla guancia di Normani inzuppata di avena e se lo portò alla bocca. Credo che avesse un sapore orribile. –Molto tempo fa Lauren disse ''Usiamo il reggiseno perché ne abbiamo bisogno, perché siamo ragazze'' e io non vedo che tu porti qualcosa sotto la maglietta... Per caso ti chiami Miguel?-
Vuoto. Vuoto. Vuoto.
E' difficile, ma per quanto provi a ricordare non ci riesco.
Mi dispiace, ma le lacune si fanno ogni volta più grandi. Il tempo si porta via i miei aneddoti.
-Dove vai?- E' quello che ricordo dopo. Dinah me lo chiese quando cominciai a camminare, e mi voltai con un dolce sorriso.
-A esplorare- Risposi con uno scrollamento di spalle.
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Virus Letal- Traduzione ita.
Fiksi PenggemarTraduzione della storia spagnola di @CamrenIsMyOTP. "-Morirò- Accettai con tristezza -Loro moriranno- Continuai. E non ho mai sentito un groppo in gola come quello quando finalmente dissi: -Tu morirai-"