CAPITOLO 19

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Che successe il diciannovesimo giorno? Fu un completo schifo.

Io ero da sola. Il letto era vuoto. La stanza era vuota.

Mi svegliai cercando con la mano il corpo di mi moglie, ma finì coll'incontrarmi con le fredde lenzuola e un cuscino. Mi ricordai che Lauren era con Dinah per evitare che si facesse del male, che Ally e Normani erano morte, e che ora ero io che non avevo nessuno.

Uscì dalla stanza dopo qualche minuto. Sperai di incontrare le ragazze per fare colazione, ma l'unica cosa che vidi fu il mio piatto in mezzo alla camera.

Mi sedetti con malinconia e mangiai senza assaporare.

Io ero lì, in mezzo alla camera, da sola. Sperai che Lauren o Dinah uscissero, ma non lo fecero.

E mi sentì male, credo che qualsiasi persona che vive in solitudine, finisce col sentirsi così.

Fu allora, quando sentì una porta aprirsi... quella delle sala delle visite.

Un uomo vestito di bianco entrò velocemente. Non mi disse nulla, ma iniziò a fare dei segni quando mi vide.

Mi ricordò tanto Normani...

-Che succede?-

Ma non rispose a parole, ma con segni che mi fecero capire che dovevo entrare nella sale delle visite.

-Qualcuno è venuto a farmi visita?-

E' stato molto strano. Io non avevo nessuno fuori da questo posto.

Lui scrollò le spalle, come se non fosse sicuro.

Decisi di non chiedere altro ed entrare nella stanza.

L'uomo vestito di bianco non mi seguì e credo che non lo fece perché doveva pulire il piccolo luogo dove stavamo morendo.

Una volta dentro riconobbi la figura che si trovava oltre il vetro. Era un uomo di statura media, troppo magro, dalla pelle scura e completamente calvo. Aveva degli occhiali con lenti rotonde e una vestaglia bianca troppo grande per il suo corpo.

Lo riconobbi subito come Lewis Hamilton, lo zio di Normani.

-Signor Hamilton?- Era troppo strana la sua visita. Dopo il contagio avevamo parlato un paio di volte. E il fatto che lui fosse lì non aveva molto senso, poiché Normani era morta un paio di giorni prima.

-Camila- Mormorò. Si notava che la sua voce era stanca e dietro i suoi occhiali si percepiva il dolore. -.... Mi dispiace.-

-Perché?- Non capivo le sue parole.

-Mi dispiace essere qui oggi e disturbarti- Mormorò -... Da quando ho saputo del contagio sarei voluto venire, ma non hanno accettato la mia richiesta fino ad oggi. Ed è già troppo tardi per Normani...-

Mi intristì vederlo, perché posso percepire il suo dolore. Avrebbe voluto veramente essere lì per vedere la sua amata nipote, ma i superiori non glielo avevano permesso.

Sentì che quello fosse un completo schifo.

-Mi dispiace molto, signor Hamilton. Se può sentirsi meglio posso dirle che ebbe compagnia, che amò e che fu amata-

-Dinah, lo so già- Mi disse con gli occhi umidi.

-Come lo sa?-

-Durante le vacanze sono andato a visitarla e Dinah era nell'appartamento di Normani insieme a suo cugino- Sospirò prima di continuare, come se parlare del passato lo commovesse. -... Normani lo baciava ma guardando gli occhi di Dinah si poteva capire chi era la vera innamorata-

Virus Letal- Traduzione ita.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora