Pensai: "Ci siamo... finalmente. Il giorno è arrivato."
Mi guardai allo specchio per l'ultima volta, occhi azzurri, capelli biondi e un paio di ali bianche, morbide e forti.
Qualcuno direbbe "sei bella come un angelo"
Bé io in realtà sono un angelo,quindi...
Avevo un bell'aspetto non c'è che dire: dovevo essere sempre in forma, non potevo e non dovevo mai abbattermi, cosa che purtroppo avveniva, ma non in quell'occasione, non nel momento che aspettavo da tutta la vita.
Per ridurre lo stress e la tensione,misi in atto un trucco che avevo notato tra gli abitanti del mondo terreno:cominciai a contare fino a dieci
1...
2...
3...
Niente sono ancora tesa
Continuiamo
4...
5...
6...
Ci siamo quasi
7....
8...
9...
10!
Ok ora va molto meglioDiede un ultimo sguardo alla mia stanza, non l'avrei rivista più per molto tempo, più o meno fino alla fine del mio percorso di studio, e sinceramente mi sarebbe mancata: il letto era accanto al grande davanzale che mi offriva tutti i giorni una visuale sul parco di Paradise City, accanto la libreria con tutti i volumi sul nostro mondo e quello degli umani. Infine la parte che più mi piaceva della mia camera era lo scaffale con le foto della mia famiglia e delle mie amiche angeliche.
Presi la valigia e insicura di cosa mi sarebbe servito ci misi tutto ciò che pensavo sarebbe potuto essere utile durante il mio soggiorno sulla Terra.
In effetti non mi ero mai allontanata tanto dalla mia casa, ma questa era una tappa necessaria e obbligatoria per un angelo come me.
Tutti gli esseri celesti (quindi sia angeli che demoni), raggiunta la maggiore età, dovevano superare la prova più importante: lo stage per diventare un guardiano o nel caso degli statisti dell'altra barricata un tentatore. Dopo aver raggiunto il diploma ad ognuno di noi sarebbe stato assegnato un essere umano,ma che noi chiamiamo terreni.
Noi futuri guardiani abbiamo il compito di proteggerlo e far sì che non sia mai tentato dai demoni, che li porterebbero su una cattiva strada fatta di bugie, pericoli e che a volte sono finite con una cosa che gli umani chiamano carcere, o peggio la morte.
Durante lo stage sulla terra avremmo dovuto far parte di una scuola terrena e imparare tutto il possibile sugli esseri umani per, una volta diventati guardiani, saperli consigliare nel modo migliore possibile.Tutto ciò l'avevano deciso i miei genitori quando sono nata anzi, per la precisione, era una tappa che i nostri avi scelsero per tutti noi tanti secoli fa quando alcuni di noi decisero di aiutare gli esseri umani nel corso della loro vita.
Accompagnata dalla mia adorata libellula Titti varcai la porta di casa dopo che mia madre mi salutò dicendo:
<<Ti voglio bene Jess!Sono sicura che diventerai una guardiana meravigliosa!>>
<<Anche io tanto!>> e la strinsi in un forte abbraccio, lo stesso feci con papà.
Una lacrima scivolò sulla guancia, finendo per bagnarmi le labbra: aveva un sapore dolce, quasi di cannella.Salutai i miei genitori che mi avevano ripetuto le solite raccomandazioni e mi diressi verso la stazione di nuvole dove avrei preso la mia per arrivare alla scuola terrena.
Ricordavo bene la regola più importante che avrei dovuto rispettare durante la missione:avrei dovuto mantenere un'identità segreta e mai e poi mai avrei dovuto rivelare a qualcuno la mia vera natura.Arrivai giusto in tempo alla stazione di nuvole per trovarmi un posticino nell'ultima carrozza prima che il cinguettio degli uccellini avvertisse me e gli altri passeggeri che stavamo per partire.
Un attimo dopo mi ritrovai in mezzo ad un'incrocio pieno di camion.
Intanto dall'altra parte della città.....
Il cielo era limpido e il sole stava iniziando a salire in cielo.
Anche se era settembre faceva abbastanza caldo. D'altronde a New York, la città a un passo dal cielo, c'era sempre il sole, erano rare le volte in cui le nuvole e la pioggia si facevano vedere.Nei pressi del parco principale della città c'era un ragazzo, Edward. Si stava preparando per andare al suo primo giorno di scuola dell'ultimo anno di liceo.
Un adolescente pieno di sorprese e bello come un sogno: un paio di occhi color nocciola e capelli biondi come l'oro gli incorniciavano il viso e lo facevano sembrare agli occhi delle persone, soprattutto delle ragazze, meraviglioso. Questo però non lo aveva mai fatto diventare una persona egocentrica o maleducata, anzi era sempre stato un ragazzo dolce e disponibile.
Quel giorno però era molto nervoso perché avrebbe cambiato scuola, nonostante fosse l'ultimo anno: sarebbe andato alla Ever After.
Si dicesse fosse una delle scuole migliori di New York, anche se era risaputo fosse frequentata dai soliti ragazzini figli di papà, pronti a giudicare tutto e tutti dall'alto delle loro moto e macchinette.
Ma i genitori di Edward ritennero lo stesso che fosse un ottimo istituto per il figlio.
Aveva avuto problemi con droga e alcol in quello precedente, causati dalle cattive compagnie che stava frequentando; così i suoi genitori, anzi i suoi genitori adottivi da quando aveva 5 anni, avevano chiesto il nullaosta per l'anno successivo.Edward scese a fare colazione, trovando tutta la sua famiglia: sua sorella e i genitori. Ovviamente con il cagnolino, Roger che si era seduto sul cuscino vicino il frigorifero con il muso nella ciotola del cibo.
Prese un bicchiere di latte e qualche biscotto alla cannella fatto dalla sorella, e dopo si diresse verso la porta per prendere lo zaino e andare verso il bus che sarebbe arrivato lì a momenti.
<<Una buona giornata a tutti!!>>salutò con la mano
<<Ciao tesoro>>gli gridò la madre ancora seduta a tavolaArrivato alla fermata fece appena in tempo a prendere l'autobus.
Salì e trovò posto in prima fila accanto ad una ragazza dall'aria un po' triste.Si sedette accanto e le disse:
<<Ciao!Io sono Edward!>>
Ma lei non lo degnò neanche di uno sguardo
Così lui continuò a parlare:<<Vedo che anche tu frequenti la "Ever After"-indicando la spilletta attaccata alla giacca (obbligatoria da indossare) la ragazza continuò a non ascoltarlo;
<<tu in che classe vai?>>ancora niente.
Ultimo tentativo:
<<Qual è il tuo.......?>>A impedirgli di finire la frase fu il ragazzo che lo aveva preso per la camicia facendolo alzare dal suo posto.
<<Hei pidocchio!Che cazzo stai facendo con la mia ragazza?>>
<<Io non sono la tua ragazza!>>disse la studentessa in modo deciso, sembrava volesse far trasparire sicurezza anche se non le riusciva granché. Era la prima volta che Edward la sentiva parlare e la sua voce gli sembrò debole come un sussurro.<<Ok bambola!Non ti scaldare>>disse il bullo ricominciando a sghignazzare e facendo cadere Edward a terra con un tonfo che dopo essersi alzato gli urlò:
<<Hei tu!Chi pensi di essere per trattarmi in questo modo??>>
Non avrebbe potuto giurarci ma era quasi sicuro che fosse un alunno della Ever After: Si comportava come un ragazzino viziato.Ma,per sua fortuna o sfortuna,quel tipo si era già allontanato ed era troppo distante per sentirlo.
<<Quello è Max.É meglio per te se gli stai alla larga!>>gli disse in tono gelido la ragazza di prima, non appena Edward si sedette di nuovo ma ormai erano quasi giunti a destinazione.Arrivati a scuola quella strana ragazza lo salutò con un semplice <<ciao>> aggiungendo <<mi chiamo Emily>> e scese dal veicolo
Edward sapeva già che sarebbe stata una lunga giornata.
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Mortal love
FantasyEsistono gli angeli? O sono solo una leggenda? Cosa può succedere se un'angelo viene mandato sulla terra? Se si innamora di un essere umano? Ci sarà qualcosa che li terrà lontani, la loro natura, le regole del Paradiso o altro? L'amore riuscirà a vi...