Two.

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"Lei era magia incompresa. Però io l'avevo capita."

- Charles Bukowski

° ° °

Solo quando sbatto più volte le palpebre ricordo cosa gli ho detto.

Non posso credere di averglielo detto davvero.

Ma forse se lo sarà già dimenticato, no? Forse l'ho solo immaginato, stavo per addormentarmi, potrebbe essere, no?

Sta di fatto che se gliel'ho davvero detto, sono estremamente e decisamente fottuta.

Mi tiro su a sedere e mi libero dalle lenzuola, decidendo di camminare un po'. Dopo pochi minuti entra l'infermiera, avvisandomi che tra pochi minuti sarebbe arrivato il dottor Hiddleston.

Basta sentire pronunciare il suo nome per mandare il mio cuore in tilt. Mi mordo l'interno delle guance e cerco di respirare profondamente.

Quanti minuti sono "tra pochi minuti"? Due, tre, cinque? Qual è il concetto di pochi minuti dell'infermiera?

Questi assurdi pensieri mi fanno capire quanto sto dando di matto da uno a dieci, e che le mie dita hanno iniziato a sudare freddo.

Corro in bagno a sistemarmi e più volte ripeto al mio riflesso che non appena Tom solcherà la porta dovrò parlargli.

«Charly?» La sua voce.

E' qui.

Spettino il ciuffo che ho cercato di sistemare negli scorsi sette minuti e con passo tremolante esco dal bagno.

Tom è davanti alla porta, non è ancora entrato e aspetta che lo inviti dentro. Mi siedo sul lettino e, schiarendomi prima la voce, dico: «Avanti.» Lui entra e chiude la porta alle sue spalle. Ho un tuffo al cuore quando i nostri sguardi si incrociano, fondendosi, diventando uno.

Restiamo alcuni secondi in silenzio, guardandoci senza proferire alcuna parola.

Ma è lui il primo a riemergere alla realtà.

«Come stai?» Non ne sono sicura, ma penso che la sua voce abbia traballato un po' a quella domanda, come se per un attimo avesse avuto paura a parlare.

«Mi sento meglio, grazie.» Rispondo, con un sorriso cortese sulle labbra.

Sento la tensione crescere fra di noi, mentre i suoi occhi mi folgorano come se stessi guardando la luce del sole.

«Devo parlarti.» Diciamo all'unisono. Seguono delle risate, anche se accennate.

«Vai tu.» Dico, gesticolando con la mano.

«No, vai tu.» Ribatte, invece. «Quello che avrai da dire sarà più importante.»

«No, no... sei tu il dottore, parla tu per primo.» Ci blocchiamo un'altra volta, questa volta con dei sorrisi stampati nelle bocche. Avvampo quando abbassa per un attimo il suo sguardo sulle mie labbra, mentre si avvicina.

«Va bene.» Dice in un filo di voce. Quando si ferma proprio davanti a me, a mezzo metro di distanza, parla. «Non so se tu ricordi quando... prima ti sei addormentata e...» Inizialmente farfuglia e non riesce a collegare bene il suo discorso, ma anche se avesse parlato chiaro, forte e deciso, non lo avrei capito. I miei occhi facevano su e giù dai suoi occhi alle sue labbra e non ci pensavo minimamente a concentrarmi. «Charly? Ci sei?» Mi chiama, e io come un'allocca scuoto la testa e solo quando riapro gli occhi mi rendo conto che è così vicino che riuscirei a contargli le ciglia.

Oltre il Confine | Tom Hiddleston Fan FictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora