Seven.

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"Il sempre è contenuto da tanti ora."

cit. Emily Dickinson

* * *

Non più tardi delle dodici, l'infermiera arriva in camera mia e mi accompagna nella stanza della TAC.

E' la stessa dell'altra volta, non è cambiata per niente; solo che questa volta ci sono tre infermieri nel reparto della risonanza magnetica.

Certo, hanno paura che possa impazzire di nuovo.

Già dubitano abbastanza della mia sanità mentale, tanto da mandarmi una psichiatra, quindi questa volta devo starmene buona.

Ci penserà il sonnifero a farmi stare buona.

Nello stanzino c'è il dottor Hiddleston in compagnia di Skynner. Osservo il mio dottore, sta gesticolando verso uno schermo e il suo collega lo ascolta, annuendo e massaggiandosi il mento col pollice e l'indice.

Deglutisco e mi siedo sul lettino. L'infermiera chiude la porta e bussa sul vetro, interrompendo il dialogo fra i due dottori, così si accorgono finalmente della mia presenza.

I miei occhi e quelli di Hiddleston si incrociano in uno sguardo ed entrambi rimaniamo immobili a fissarci, ma per pochissimi secondi. Quando lui mi sorride dolcemente, io distolgo lo sguardo, sdraiandomi.

Sento i battiti del mio cuore accellerare sempre di più, sarà per la paura della risonanza, sarà per il sorriso che prima mi ha rivolto il dottore.

I quattro infermieri si avvicinano a me e due di loro mi misuarno la pressione cardiaca, mentre altre due si occupano di preparare il sonnifero ed inserirlo dentro una siringa.

Sgrano gli occhi alla vista di quell'ago così lungo e spesso. Ecco che il mio respiro inizia a farsi più affannoso.

Calmati, Charly, calmati. Mi ripeto continuamente, ma pare non aiutare.

"Deve stare tranquilla, non le succederà niente di particolare." Cerca di tranquillizzarmi un'infermiera, ma niente. La situazione pare peggiorare.

Devo calmarmi, o andrà a finire che mi considereranno davvero una pazza.

"Quant'è la pressione?" Sussulto alla voce di Hiddleston vicina alla mia. Scatto la testa verso di lui, e per una seconda volta i nostri sguardi si incrociano. Trovo sollievo in quelle due pozze verde smeraldo.

"E' a 180." Risponde l'infermiere con un tono di voce tombale, come se avesse appena annunciato la morte di un paziente.

Sento il cuore scoppiarmi nel petto, non ce l'a faccio più già di ora.

Il dottore si avvicina a me e mi mette una mano sulla fronte e poi sulla gola, sopra la vena pulsante. I suoi occhi si sgranano spaventati, quasi come se avesse visto un fantasma.

"Dottore, dobbiamo iniettarle il sonnifero." Gli ricordò l'infermiera con la siringa in mano. Ma lui le ordinò di stare zitta e di allontanarsi.

Porto una mano alle dita del dottore che stanno pressando la mia gola.

"La prego!" Cerco di dire, ma mi esce in un filo di voce strozzato. "F-fa male!" E lo spingo via, alzandomi a sedere. Ho fatica a respirare, ho come un nodo alla gola che pulsa insistentemente.

"Charly," il dottore mi afferra per le spalle. "Ascoltami." Lo guardo, e la sua immagine è continuamente abbattuta da mille luci rosse. "Sdraiati." E mi sdraio, divincolandomi all'inizio, ma lo ascolto. Prende ad accarezzarmi i capelli e la guancia. "Adesso ti inietteremo il sonnifero e dormirai." Stringo in un pugno il suo polso. "Starai bene, te lo prometto."

Oltre il Confine | Tom Hiddleston Fan FictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora